Viaggio a Marsiglia: cultura e vita (non più così) dura

Redazione Lonely Planet
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Ha prestato il suo nome all'inno francese e a un sapone, ha ispirato le pagine noir di Jean-Claude Izzo e, recentemente, quelle non meno sulfuree dell'Alligatore di Massimo Carlotto, e al cinema non si è ancora tolta del tutto la "maschera" di Belmondo e le curve della Cardinale, protagonisti del celebre "Clan". Eppure Marsiglia non è solo questo: nel 2013 è stata eletta Capitale Europea della Cultura, insieme alla slovacca Košice, e ha molto da dire anche sotto la patina del mito. Ecco cinque idee per scoprirla nella luce mediterranea del suo sole.

Marsiglia, una scena vecchia come il mondo © Fotografia di Maria Rosa Desalvatore
Marsiglia, una scena vecchia come il mondo © Fotografia di Maria Rosa Desalvatore
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Vieux Port, ti ruberà il cuore

Il Vecchio Porto di Marsiglia non è forse il posto giusto per andare in giro con la famiglia sfoderando il Rolex appena acquistato (anche se si tratta di una buona imitazione), ma, se la si sa interpretare, la sua atmosfera ha molto da dire. Intanto, per il sapore di (dura) vita marinara: oltre alle imbarcazioni da turismo, qui attraccano ancora i pescherecci che nottetempo battono la costa. Poi, perché sullo sfondo fa bella mostra di sé la magnifica Cathédrale de la Major, in stile bizantino, con la bizzarra facciata a righe in pietra del Cassis. E, soprattutto, perché l'area ha saputo ritagliarsi degli spazi decisamente godibili, come la zona pedonale di place Thiars e cours Honoré d'Estienne d'Orves, piena di ristoranti e caffè aperti, naturalmente, fino a tarda notte.

In bici all'Espace Borély

In una città così aggrovigliata e dal traffico tanto caotico come Marsiglia, la bicicletta può sembrare un'opzione da brivido e, se vogliamo, anche poco elegante, perché non è molto comodo pedalare indossando un impeccabile gessato da marsigliese. E invece no. Avvalendoti dell'iniziativa di noleggio cittadino le vélo, apprezzerai la città pedalando verso la zona di Pharo, e poi ancora più a sud lungo la Corniche. Sosta nel grazioso porticciolo di pescatori di Vallon des Auffes, prima di proseguire verso le spiagge e le aree riservate al tempo libero di Espace Borély, da cui partono le piste ciclabili vere e proprie.

La gourmande du Midi

Solo un destino beffardo potrebbe portarti a Marsiglia e privarti di un lauto assaggio della cucina locale. I piatti da non perdere sono la bouillabaisse (zuppa di pesce) e i supions (calamari saltati con aglio, prezzemolo e limone). Attento, però, perché più che la scelta del piatto, ici à Marseille, conta quella del locale. I ristoranti non mancano e occorre scegliere con attenzione, se non si vuole finire nella più classica delle trappole per turisti. Il consiglio è di uscire un po' dal Vieux Port e di arrivare, seguendo la Corniche Kennedy, fino al ristorante L'Epuisette: stellato Michelin, è elegante, giustamente costoso e con splendida vista sul blu. Del resto, il Midi non è il posto giusto per fare rinunce.

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Un museo per la primavera della Cultura

Marsiglia è così brulicante di vita che può sembrare un affronto o un culto necrofilo venire qui a chiudersi in un museo. Dipende da che cosa si intende per museo - di sicuro il neonato MuCEM (Museo della cultura europea e mediterranea) è il posto giusto nell'anno giusto per farsi catturare da una vita culturale che non ha nulla di stantìo. E non solo perché il museo è fresco di inaugurazione (avvenuta il 13 gennaio, sotto l'egida dell'Anno della Cultura, anche se l'apertura al pubblico è prevista in giugno). A motivare la visita sarà sufficiente la bellezza dell'edificio, un'opera d'arte scrigno di altre opere d'arte, che con le sue superfici di pietra, acqua e vento si colloca quasi senza soluzione di continuità tra la città e il mare. Che cosa offrirà la collezione permanente? Uno sguardo complessivo sulle civiltà mediterranee, ma anche un auditorium, un teatro, un cinema e un polo culturale. Solo la noia è stata esclusa.

Spiagge, l'azzurro è anche qui

Arrivi in Costa Azzurra in una giornata di sole, guardi il mare di Antibes o Nizza e capisci perché questo tratto di litorale si chiama così. Prosegui per Marsiglia e ti aspetti che l'acqua sia più torbida, tipo miscela di Pastis. Ecco un altro pregiudizio che questa città sa smentire, magari non tanto di fronte al Vieux Port, ma di sicuro intorno alle deliziose Îles du Frioul. Hanno un'atmosfera meno letteraria della vicinissima Île d'If, scelta da Dumas padre per il suo Montecristo, ma è qui che si trovano le spiagge più deserte e selvagge. Il tocco oscuro non manca: le isole servirono da lazzaretto durante l'ultima peste di Marsiglia, quella che nel tutto sommato anacronistico 1720 più-che-dimezzò gli abitati della città. Ormai il contagio è finito, però.

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