Il viaggio che mi ha cambiato la vita: Varanasi, India
Stavo per viaggiare da solo per la prima volta nella mia vita e (non per fare il melodrammatico) non ero sicuro che ce l'avrei fatta a tornare a casa. L'india chiamava e io sono partito con in spalla uno zaino mezzo pieno di 300 siringhe da insulina.
Avevo scoperto da appena un paio di settimane che ogni 12 ore dovevo tirarne una fuori e farmi un'iniezione di anticoagulante nello stomaco. Nonostante l'opprimente paura di morire, sapevo di dover partire: ero un giovane geologo di successo ma non ero felice della mia vita e speravo che questa avventura in solitaria mi desse la spinta di cui avevo bisogno nel profondo dell'anima.
Sono atterrato a Varanasi, probabilmente la città più sconvolgente di tutta l'India. Essendo la città santa dove gli indù si recano per morire (qui si liberano dal ciclo nascita, morte, reincarnazione), accoglie un'infinità di pellegrini indiani giunti alla fine dei loro giorni. La vista di cadaveri è all'ordine del giorno e il primo che mi è passato davanti è stato appena pochi minuti dopo il mio arrivo. Le strade erano piene di gente e di miseria, con tutte le scene, i suoni e gli odori che le caratterizzano. L'intensità della situazione andava oltre ogni mia immaginazione o precedente esperienza. Eppure, quando ho raggiunto la sponda occidentale del fiume Gange e ho guardato tutte quelle pire per la cremazione e poi la pianura alluvionale ricoperta d'erba nella sponda opposta, sono stato pervaso da un senso di pace e tranquillità.
Cosa mi ha lasciato questo viaggio
In riva al fiume Gange ho guardato in faccia la vita e la morte e in quel momento non mi sono solo reso conto di amare l'India, ma anche la vita. La cosa più importante che ho capito? La tragedia più grande non è morire, ma non vivere appieno la propria vita. Avevo ragione. Quel giovane geologo impaurito non è mai tornato a casa. Ma io sì.
La storia di Varanasi
Varanasi è una delle città più antiche al mondo che continua costantemente a crescere. Si crede sia stata fondata nel 12esimo secolo a.C. ma è diventata importante solo due millenni dopo, quando il teologo indiano Saṅkara ha unificato le correnti di pensiero dell'Induismo. Qui le pire funebri vengono costruite da migliaia di anni e continuano a bruciare senza sosta. Ma i pellegrini non giungono fino a qui solo per morire ed essere cremati nel Ghat Manikarnika, visitano Varanasi anche per lavare via i peccati nelle acque del Gange o per venerare il fiume.
Il momento più toccante per vedere il Gange è all'alba, quando il fiume e i ghat (serie di gradini che conducono fin dentro l'acqua) sono illuminati dai primi raggi luminosi del mattino, e al tramonto, quando si tiene il Ganga aarti al Ghat Dashashwamedh. In questa cerimonia serale in cui si offre il fuoco alla Dea Ganga, vedrete una quantità incredibile di diya (piatti di argilla) con sopra dei fiori e una candela, galleggiare sul fiume. La vista di questi tributi luminosi che galleggiano nelle acque nere del Gange nell'oscurità lascia senza parole. Varanasi è ben collegata al resto dell'India con treni, autobus e aerei.
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Viaggiare in poltrona
Sappiamo benissimo che questo non è il momento adatto per viaggiare, ma nulla può fermare la mente di chi ama girovagare. E allora, dato che ci è richiesto di stare a casa, approfittiamone per lasciarci sedurre da immagini e parole che ci raccontano quei mondi che abbiamo visto in prima persona o che sogniamo da tempo. Ecco i nostri consigli su che libri leggere e che film guardare per un viaggio in India del Nord in cui non dovete neppure lasciare la poltrona. Magari cucinatevi qualche samosa, e si parte, stando fermi!
Film
- Il lamento sul sentiero (1955) Inquietante capolavoro di Satyajit Ray.
- Sete eterna (1957) e Fiori di carta (1959) Un tocco di nostalgia d’autore, dal regista Guru Dutt.
- Gandhi (1982) Un classico di Richard Attenborough.
- Fire (1996), Earth (1998) e Water (2005) Trilogia diretta da Deepa Mehta.
- Lagaan – C’era una volta in India (2001) Scritto e diretto da Ashutosh Gowariker.
Libri
- I figli della mezzanotte (1981) Allegoria di Salman Rushdie sull’indipendenza e la Partizione.
- Il ragazzo giusto (1993) Vikram Seth è l’autore di un ponderoso romanzo di 1300 pagine in cui amore e segreti di famiglia si intrecciano con le vicende politiche del paese.
- Un perfetto equilibrio (1995) Una storia tragica e molto ben scritta di Rohinton Mistry, ambientata a Mumbai.
- Shantaram (2003) Gregory David Roberts racconta in un romanzo epico la sua esperienza in India. Imperdibile per gli appassionati di viaggi.
- La tigre bianca (2008) Romanzo di Aravind Adiga, vincitore del Booker Prize, sulla lotta di classe nell’India della globalizzazione.