Boston o Washington? La grande sfida della East Coast
Un appassionante testa a testa: Boston e Washington sono impegnate in una sfida a suon di miti nazionali, sogno americano e quartieri emergenti. I nostri autori hanno fatto un salto sulla East Coast per vedere come si comportano le due metropoli più eleganti d'America quando l'adrenalina del match scorre nelle strade.

Boston o Washington? La grande sfida della East Coast
Libertà e indipendenza, spirito di gruppo e affermazione personale. Il sogno americano è tutto questo. Che cosa lo rappresenta al meglio? La monumentale imponenza del Campidoglio o le eleganti strade di Boston?
Washington accetta subito la sfida, un po’ tronfia del suo ruolo di capitale. Andare a spasso per il Mall, dalla Cupola del Campidoglio al Lincoln Memorial, è come fare un giro in un’antica Atene ricostruita in 3D e imbottita di vitamine. Orgoglio, patriottismo, compiacimento e un pizzico di sciovinismo: il vecchio Lincoln seduto nel suo trono di marmo ha un aspetto rassicurante, ma il suo sguardo sembra dire: "Attento, o sei con noi, o sei contro di noi!". Il momento giusto per apprezzare il magnetismo di questo luogo è il tramonto, quando il sole si specchia con riflessi rosa nelle acque del Reflecting Pool.
Boston non sta a guardare: il Fredoom Trail, la striscia di mattoni rossi che unisce 16 luoghi storici legati agli eventi più significativi per la storia americana, è un tributo al patriottismo e alla libertà. Si va dalla Old State House, dove i cittadini ascoltarono per la prima volta la Dichiarazione d’indipendenza (1776), alla Old South Meeting House, dove i ribelli pianificarono il Boston Tea Party, l’atto simbolico della distruzione di un carico da tè considerato da molti la scintilla della Rivoluzione americana.
Tappa obbligata del Freedom Trail, il North End di Boston è l’emblema delle metamorfosi di un quartiere. Da qui, nel Settecento, Paul Revere iniziò la sua storica cavalcata per avvisare i compagni di rivolta dell’arrivo degli inglesi. La sua casa natale non si è mossa di un centimetro e può ancora essere visitata. E ancora qui, un secolo e mezzo dopo, si concentrarono gli immigrati italiani, che trasformarono il North End nello "Stivale" di Boston.
Oggi il quartiere ha trovato un’identità meno drammatica ed è tra i più vivibili della città: le sue stradine abbondano di ristoranti ed enoteche e non è raro sentire gli anziani impegnati in discussioni nella loro lingua madre. Nulla di kitsch, ma un omaggio all’anima di questo posto: fai un salto al Caffè dello sport (308 Hanover St) e respira l’aroma inconfondibile, non solo quello del caffè.
Anche a Washington c’è un luogo carico di atmosfera e personalità. Parliamo dell’U Street Corridor, la linea che divide le due anime della città, quella dei neri e quella dei bianchi. Quella di chi nel 1968 vide morire proprio qui Martin Luther King e quella degli yuppie che ancora oggi (passati da un pezzo gli anni ’80) nella U Street celebrano il loro stile di vita tutto yoga, cucina etnica, vini pregiati e pilates. Scegli tu da che parte stare, anche se la parola d’ordine del nuovo Millennio è "integrazione". E poi pare che il chicken & waffles (pollo con cialde) di Crème (1322 U St) e gli half smoke (hot dog affumicati) di Ben’s (1213 U St) siano così buoni da mettere tutti d’accordo.
Scende la notte, si accendono i neon: Boston e Washington si tolgono finalmente qualche velo e si infilano in uno degli infiniti bar e nightclub che impazzano nei loro quartieri più cool. Partecipa anche tu allo scatenato nightclubbing e non stupirti di trovarti gomito a gomito con qualche newyorkese arrivato fresco fresco dalla Big Apple per godersi la festa.
Da autentiche veterane della vita notturna, le due regine della East Coast preferiscono diversificare e sedurre con armi diverse. Boston è la più colta e ti strega con i suoi locali di musica jazz, come lo sfrontato Beehive (541 Tremont St), riproduzione rétro di un club parigino, per poi sorprenderti con le note ruvide del Paradise Lounge, uno dei leggendari rock club della città. Qui hanno suonato Tom Waits ed Elvis Costello, tanto per citare due perfetti sconosciuti.
E Washington? Beh, i suoi abitanti si divertono a giocare con il luogo comune che li vorrebbe un po’ ingessati e bacchettoni. Di giorno li vedi passeggiare seri e concentrati nei luoghi di "rappresentanza". Appena possono (diciamo dopo il tramonto, per capirci?) si tuffano in locali come il Palace of Wonders (1210 H St NE), un vero palazzo delle meraviglie popolato da mangiatori di fuoco, ammaestratori di pulci, artisti straordinari e tanta birra. Oppure si divertono a fare il verso alla colta Boston in jazz club come il Bohemian Caverns (2003 11th St NW): Miles Davis, John Coltrane e Duke Ellington sono passati di qui. Puoi farlo anche tu.