Breve guida per il Parque Nacional Sierra de las Quijadas, in Argentina

Redazione Lonely Planet
3 minuti di lettura

Il Parque Nacional Sierra de las Quijadas è il più grande della zona con i suoi 70.000 ettari di canyon, valli, altopiani, scarpate e mesas. Qui si trovano alcune delle specie faunistiche più singolari e rispettate dell’Argentina, come il condor andino, il Pediolagus salinicola e l’armadillo, quasi irreale. Tra gli altri abitanti del parco ci sono anche puma, mammiferi uncinati, volpi e coyote. Ecco tutto quello che c’è da sapere per una visita in questo parco.

Il Parque Nacional Sierra de las Quijadas  ©Leonardo Lazzaro/Shutterstock
Il Parque Nacional Sierra de las Quijadas ©Leonardo Lazzaro/Shutterstock
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Cosa vedere

Impronte e fossili di dinosauro

Oggi può sembrare difficile da credere, ma questo paesaggio brullo un tempo sembrava Jurassic Park. In effetti, non nel Giurassico, ma nel Cretaceo Albiano, in cielo volavano giganteschi esemplari di Pterodaustro, con un’apertura alare di quasi 4 m, niente a che vedere con i condor andini di oggi. I primi fossili di questa specie sorprendente furono scoperti qui negli anni ’50, e ulteriori ricerche paleontologiche hanno rivelato centinaia di altri resti. Camminando, si possono vedere persino le impronte di giganteschi Sauropodi. Tra le pareti di arenaria, fate attenzione a dove mettete i piedi. Potreste essere voi a fare la prossima grande scoperta!

Hornillos de Hualtarán

Potrebbero sfuggire all’occhio, ma proprio all’ingresso del parco si possono osservare interessanti tracce di antiche civiltà. Si tratta di cerchi di argilla, ormai erosi, resti di antichi forni usati dagli indigeni per cucinare. La presenza costante d’acqua al Potrero de la Aguada potrebbe aver favorito l’insediamento umano, nonostante la siccità che caratterizza queste zone gran parte dell’anno.

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Potrero de la Aguada

Questa zona unica e affascinante è ricca di canyon, arroyos e rocce modellate in forme intriganti dall’erosione di secoli. Usando un po’ di immaginazione, si possono riconoscere forme nelle rocce, alcune simili alla Sfinge d’Egitto; suscitano meraviglia e bellezza in chi le osserva.

È interessante notare che questa area presenta un solo punto di deflusso. Pertanto, in caso di piogge intense, l’acqua ristagna per settimane o mesi, un fenomeno unico nel parco, grazie al quale gli uccelli e la fauna selvatica possono sopravvivere. Camminando, avete maggiori possibilità di avvistare volpi, puma e i bellissimi guanachi selvatici, parenti dei lama.

Interessante fauna selvatica

Oltre alle creature estinte, ci sono anche molte specie viventi da scoprire. Potete avvistare gli aggraziati guanachi, i pecari dal collare (mammiferi simili a maiali), il Pediolagus salinicola (un roditore di grandi dimensioni con un naso che ricorda quello del coniglio), la curiosa viscaccia (un altro roditore, vagamente somigliante a un cincillà) e i bellissimi cervi mazama, specie in via di estinzione.

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I paesaggi brulli del parco ©cfg1978/Shutterstock
I paesaggi brulli del parco ©cfg1978/Shutterstock

Trekking nel parco

Las Huellas del Pasado

Questo percorso, accessibile soltanto con una guida, vi conduce attraverso paesaggi mozzafiato fino al sito dove si trovano alcune impronte di dinosauro. È un’escursione di circa due ore, andata e ritorno, con salite e discese di intensità moderata. Le impronte, ben visibili sulla roccia arenaria di un rosso intenso, sono stupefacenti perché danno un’idea delle dimensioni di queste creature ormai estinte.

Sendero Guanacos

Questo è uno dei percorsi più suggestivi del parco, un’escursione di tre o quattro ore, andata e ritorno, che vi porta attraverso panorami spettacolari, habitat naturale dei guanachi. È anche un’ottima opportunità per osservare i condor andini. Non dimenticate di portare con voi molta acqua, per ev tare di diventare un boccone appetitoso.

Sendero Farallones

Tra i tour guidati più lunghi, è un percorso di quattro ore che vi porta attraverso la valle e le magnifiche cime. Si conclude a un gruppo di pareti di arenaria con sporadica vegetazione desertica, denominate ‘Fallarones’. Trovare una guida può essere impegnativo, quindi è consigliabile organizzarsi con almeno un giorno di anticipo per evitare di rimanere delusi.

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Consigli per chi visita il parco

● Controllate gli orari degli autobus per evitare lunghe attese (o di restare a piedi).

● Portate con voi molta acqua, anche in inverno.

● Non scordate cibo e snack, perché nel parco non c’è alcun punto di ristoro.

● I parcheggi e i punti panoramici vicini sono accessibili a chi è in sedia a rotelle e ai passeggini, ma non i sentieri.

● Guidate piano, perché la fauna selvatica – in particolare l’armadillo rosa, a rischio di estinzione – potrebbe attraversare.

● È importante sapere che l’area può essere molto polverosa e soggetta a forti venti. Portate con voi il necessario per la pulizia della macchina fotografica.


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