Tanzania: tutto quello che c’è da sapere per fare trekking sul Kilimanjaro
Fin dalla sua inaugurazione il Mount Kilimanjaro National Park è stato uno dei parchi più visitati della Tanzania. Ma, a differenza degli altri parchi delle regioni settentrionali del paese, non è famoso per la fauna selvatica ma per la possibilità di osservare, con tutta la reverenza del caso, una montagna equatoriale ammantata di neve e salire sul tetto dell’Africa. Ecco tutto quel che dovete sapere se, anche voi, volete cimentarvi nell’esperienza e fare trekking sul Kilimanjaro.
Il monte Kilimanjaro
Nel cuore del parco svetta il Kilimanjaro, che con i suoi 5.896 metri è la montagna più alta del continente africano, nonché uno dei suoi panorami più spettacolari. È anche uno dei vulcani (per essere precisi, uno stratovulcano) più alti del mondo ed è tra le montagne più elevate non appartenenti a una catena, dal momento che la sua mole si erge dai campi coltivati delle fattorie che si estendono ai suoi piedi, su pendii che presto diventano foreste rigogliose e poi praterie alpine, lasciando successivamente il posto a un paesaggio lunare che conduce infine alle vette gemelle del Kibo e del Mawenzi.
Il terzo cono vulcanico del Kilimanjaro, lo Shira, si trova sul versante occidentale della montagna. La foresta pluviale alle pendici del Kilimanjaro ospita molte specie animali, tra cui bufali, leopardi e scimmie; sulla sella che si trova tra le vette del Kibo e del Mawenzi talvolta sono stati avvistati anche gli eland.
La salita al Kilimanjaro
Il trekking sul Kilimanjaro richiama ogni anno circa 25mila escursionisti, anche perché è possibile camminare fino alla vetta senza l’impiego di corde e di tecniche alpinistiche, ma non lasciatevi ingannare dall’alto numero di persone che affrontano la montagna, perché la salita è un’impresa decisamente impegnativa. Anche se migliaia di escursionisti raggiungono l’Uhuru Peak senza grandi difficoltà, sono molti di più coloro che non ce la fanno perché soffrono il mal di montagna o semplicemente perché non sono in buone condizioni fisiche. Inoltre, ogni anno alcuni escursionisti o portatori perdono la vita lungo l’ascesa.
Venite quindi preparati ed equipaggiati con calzature e abbigliamento idonei e, cosa ancora più importante, concedetevi tutto il tempo di cui avete bisogno. Se volete davvero raggiungere la cima, prendete in seria considerazione di aggiungere un giorno in più agli itinerari di salita ʻstandard’. Il consiglio medico più diffuso è di aumentare la quota dei campi dove si pernotta di soli trecento metri al giorno al di sopra dei 3mila metri – il che significa circa un terzo degli incrementi di quota giornalieri oltre i 3mila metri stabiliti lungo le normali vie di salita al Kilimanjaro da quasi tutti gli operatori.
Consigli per il trekking fai da te
Quando andare
L’ascensione al Kilimanjaro è fattibile in qualsiasi periodo dell’anno, anche se le condizioni meteorologiche che interessano la montagna sono notoriamente molto variabili e difficili da prevedere. In generale, il periodo migliore per salire sulla montagna è la stagione secca, dalla fine di giugno a ottobre, e dalla fine di dicembre a febbraio o all’inizio di marzo, subito dopo le brevi piogge e prima dell’inizio delle grandi piogge.
A novembre e in marzo/aprile è più probabile che i sentieri nella foresta siano scivolosi e che i percorsi per la vetta, specialmente la Western Breach, siano ricoperti di neve. Detto questo, potreste trovare giornate belle e soleggiate anche in questi periodi.
Condizioni e attrezzatura per la salita
Non sottovalutate le condizioni atmosferiche sul Kilimanjaro. Sulla montagna il tempo è spesso freddo e piove di frequente, e pertanto avrete bisogno di indumenti caldi e impermeabili e di una buona attrezzatura, tra cui un sacco a pelo di buona qualità. Vale anche la pena di portare con sé abbondanti scorte di acqua potabile. A prescindere dal periodo dell’anno in cui effettuerete la salita, impermeabilizzate ogni cosa, soprattutto il sacco a pelo, perché è molto difficile che le cose si asciughino in giornata. Spesso è possibile noleggiare sacchi a pelo e attrezzature varie presso le agenzie che organizzano i trekking, tuttavia, specialmente se si tratta di attrezzatura economica, non si ha alcuna garanzia sulla qualità: vi suggeriamo di portare con voi il vostro equipaggiamento collaudato.
Se si esclude un piccolo punto vendita al Marangu Gate, dove troverete una quantità limitata di barrette di cioccolata e di alimenti in scatola, nel territorio del parco non esistono negozi. Potrete acquistare birra e bibite a prezzi molto elevati presso i rifugi lungo la Marangu Route.
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Percorsi ed escursioni
Esistono sei itinerari principali che consentono di raggiungere la vetta del Kilimanjaro. Su tutti, con l’eccezione della Marangu Route, è indispensabile utilizzare le tende.
1. Marangu Route
Il trekking su questo itinerario viene di solito venduto in un pacchetto di andata e ritorno che comprende cinque giorni e quattro notti, anche se sarebbe consigliabile prevedere una notte in più per favorire l’acclimatazione alla quota, specialmente se siete appena arrivati in Tanzania in aereo o se provenite dalle pianure.
2. Machame Route
Questo percorso sta diventando sempre più frequentato, e prevede una salita graduale che comprende una spettacolare giornata di cammino attorno alle pendici meridionali della vetta, prima di iniziare l’avvicinamento alla cima lungo il tratto più elevato della Mweka Route.
3. Umbwe Route
Più ripida, la Umbwe Route attacca la salita in maniera più diretta, ed è una via magnifica se riuscite a resistere alla tentazione di guadagnare quota troppo in fretta. Anche se il percorso è diretto, e quindi il suo sviluppo più breve, la ripida parte finale del sentiero che raggiunge la Western Breach è spesso coperta di neve o di ghiaccio, il che rende questo tratto impercorribile o decisamente pericoloso. Molti degli escursionisti che tentano questa via senza un’appropriata acclimatazione sono costretti a ritornare indietro. Per avere un’idea della difficoltà del percorso, tenete presente che soltanto fino a pochi anni fa la Western Breach era considerata una via che richiedeva specifiche capacità tecniche ed esperienza alpinistica.
4. Rongai Route
Negli ultimi anni la Rongai Route è diventata sempre più frequentata. Inizia nei pressi del confine con il Kenya e procede lungo il versante settentrionale della montagna.
5. Shira Plateau Route
Chiamato anche Londorosi Route, questo bel percorso è leggermente più lungo delle altre vie, ma, se partite dall’ingresso di Londorosi è perfetto per acclimatarsi gradualmente. In alternativa, potete calcolare di trascorrere una giornata di sosta alla Shira Hut.
6. Mweka Route
Percorribile soltanto per la discesa, la Mweka Route viene spesso utilizzata da chi sceglie di salire seguendo la Machame Route, la Umbwe Route e, talvolta, la Marangu Route.
Kilimanjaro occidentale
La zona del Kilimanjaro occidentale viene spesso trascurata nella fretta di dedicarsi all’ascesa della montagna o alla visita dei parchi per safari settentrionali. Ed è un vero peccato, perché questa parte comprende il territorio masai dall’area a nord del villaggio di Sanya Juu fino al confine con il Kenya, ed è una regione interessante, grazie alla savana e alla grande quantità di fauna selvatica che ospita. Si tratta di un’importante area di dispersione dei leoni del Kenya meridionale e rientra anche nel corridoio degli elefanti che collega l’Amboseli National Park, in Kenya, con il Mount Kilimanjaro National Park. Tra le varie opportunità è possibile organizzare escursioni a piedi, attività incentrate sulla cultura masai e uscite a cavallo.