Botswana, consigli per un "viaggio della vita"
Il delta dell'Okavango, la piacevole confusione cosmopolita della capitale Gaborone, una notevole stabilità economica e politica resa possibile dall'estrazione dei diamanti anche se non priva di contraddizioni, e poi safari in alcune delle zone più selvagge dell'Africa. Il Botswana non è dietro l'angolo e non è una delle mete più battute, però ha tutte le carte in regola per essere uno dei grandi viaggi della tua vita.

Il 1966 è l'anno dell'indipendenza e segna l'inizio, per la neonata Repubblica del Botswana, di un periodo di straordinaria crescita economica decisamente al di sopra della media africana e spesso di quella dell'Occidente. Non è tutto oro quel che luccica (ma per il Botwsana bisognerebbe dire "non sono tutti diamanti"), perché la prosperità, soprattutto negli ultimi decenni, ha avuto per contraltare la diffusione dell'AIDS. Si calcola, infatti, che circa il 40% della popolazione sia contagiato dalla malattia.
Luci e ombre non intaccano, tuttavia, il potere magnetico di questa destinazione capace di affascinare i viaggiatori intrepidi (e muniti di un budget adeguato) soprattutto con la sua bellezza naturalistica. Con le sue vaste savane popolate di animali, questa nazione incarna alla perfezione il mito dell'Africa che hai sempre sognato. Il delta dell'Okavango e il fiume Chobe forniscono acqua per tutto l'anno, così nella Riserva Faunistica di Moremi e nel Parco Nazionale di Chobe sono presenti quasi tutte le specie di mammiferi dell'Africa meridionale.
Esperienze fondamentali
Ora che hai aggiunto il Botswana alla tua lista dei desideri, puoi continuare a sognare o passare a pianificare il viaggio con la nostra guida di viaggio dedicata a questo paese, con un excursus sulle vicine Victoria Falls tra Zambia e Zimbabwe.
Lo zen dell'Okavango
Scivolare sul Delta dell'Okavango a bordo di un mokoro (canoa scavata in un tronco) non è solo rilassante, ma a volte addirittura ipnotico: il fruscio della barca sulle canne è una dolce ninna nanna. Tieni però presente che gli animali sono dappertutto, e il connubio fra terra e acqua rispecchia le relazioni che mantengono l'equilibrio della natura. Un amichevole consiglio: non restare troppo a lungo a bocca aperta, o ti si riempirà di moscerini.
L'attrattiva indiscussa è la Moremi Game Reserve, uno dei territori più incontaminati ed esclusivi dell'Africa, nonché l'unica zona del delta destinata ufficialmente alla tutela della fauna. Al suo interno è possibile campeggiare o trovare sistemazione in uno degli incantevoli ed eleganti lodge, come il defilato Camp Okavango, immerso tra kigelia e jackalberry appena fuori dai confini della riserva. Il modo migliore per arrivare qui è l'aereo: ci sono piste di atterraggio pubbliche presso il fiume Khwai (da non confondere con il più celebre Kwai in Thailandia) e molti lodge hanno accesso a piste di atterraggio private, cosa che dà l'idea della relativa esclusività di questa avventura.
Safari estremo nello Nxai Pan
Fa' attenzione quando guiderai nello Nxai Pan. Il posto è talmente bello che potresti non accorgerti di avere imbucato una stradina secondaria e trovarti all'improvviso di fronte un elefante, stupito e pronto a caricare. A questo punto la questione sarà: tornare da dove sei venuto, attraversando una zona pullulante di elefanti nervosi? O proseguire, inoltrandoti in zone sconosciute del parco? Ecco una situazione tipica di questa vera avventura africana, meravigliosa ma con pericoli da non sottovalutare.
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Lo struggente Nxai Pan National Park si trova a est dell'Okavango, copre 2578 kmq e si estende lungo l'antico Pandamatenga Trail, che un tempo collegava una serie di pozzi e fino agli anni '60 veniva utilizzato per le transumanze del bestiame. Nella parte meridionale del parco si trovano i famosi Baines' Baobabs, immortalati nei dipinti dell'artista e avventuriero Thomas Baines nel 1862. Confrontando il paesaggio attuale con i dipinti si nota che in 150 anni nulla è cambiato.
Affacciati sul grande vuoto
Nessuna esperienza si può paragonare a quella di guidare nelle saline del Makgadikgadi, nel Botswana nord-orientale. Le infinite distese di bianco sono così incredibilmente vaste e deserte che confondono il senso di identità e allo stesso tempo lo espandono fino all'orizzonte sconfinato. Un posto come questo ricorda che l'uomo non ha il controllo sul mondo ed evoca immagini sublimi e cariche di pathos.
Le antiche terrazze sulle rive dei laghi indicano che in passato le paludi erano parte di un enorme lago di più di 60.000 kmq che si spingeva fino ai fiumi Okavango e Chobe, all'estremo nord. Circa 10.000 anni fa i cambiamenti climatici provocarono l'evaporazione del lago, di cui sono rimasti come unica testimonianza i depositi di sale. Questa zona si trova subito a sud dello Nxai Pan National Park, con il quale confina, e insieme al parco costituisce i termini perfetti di un binomio di abbondanza e scarsità. Anche se la singola salina più grande del pianeta è il Salar de Unyuni in Bolivia, nel suo complesso la rete di laghi inariditi del Makgadikgadi è più estesa.
Verso il Kalahari, il viaggio estremo
Se ciò che hai letto finora ti sembra al confine tra l'estatico e il mirabolante, che cosa dirai del Kalahari, il quarto deserto del mondo diviso tra Botswana, Zimbabwe, Namibia e Sudafrica, il cui nome significa in modo del tutto eloquente "la grande sete"? Il Botswana presenta paesaggi primitivi che riconducono agli albori della storia dell'uomo. Nel Kalahari hai l'impressione di trovarti nel punto esatto in cui il tempo ebbe inizio, tra venti caldi e il rumore secco degli arbusti spinosi che si spezzano sotto le scarpe del temerario viaggiatore.
Una buona base per vivere l'ebbrezza è Ghanzi, in Botswana. Detta "il capoluogo del Kalahari" non è altro che un polveroso paesino con qualche confortante possibilità di pernottamento come il Thakadu Bush Camp, un campeggio ben curato a 6 km da Ghanzi, o il lussuoso Tautona Lodge.