Il Botswana si distingue nel turismo sostenibile

Redazione Lonely Planet
2 minuti di lettura

Il Botswana è una terra ricchissima di storia e di biodiversità. Qui si possono ammirare le pitture rupestri preistoriche di Tsodilo Hills e sperimentare la ricchezza naturale del Kalahari e del Delta dell’Okavango. Il tutto sapendo che il nostro impatto sarà minimo, perché ci sono precisi programmi di conservazione della fauna selvatica e di sostegno allo sviluppo economico locale.

Il Botswana è oggi un esempio virtuoso di turismo ecosostenibile ©Melissa Schalke/Getty Images
Il Botswana è oggi un esempio virtuoso di turismo ecosostenibile ©Melissa Schalke/Getty Images
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Nel 2002 il Botswana ha fatto una scelta lungimirante e pionieristica implementando una strategia nazionale per l’ecoturismo. L’obiettivo era proteggere i tesori naturali del paese, consentendo però alle comunità locali di trarre beneficio dal crescente fenomeno del turismo. La Strategia nazionale per l’ecoturismo del Botswana si basa su cinque principi guida: ridurre al minimo gli impatti sociali, culturali e ambientali negativi, massimizzare il coinvolgimento e l’equa distribuzione dei benefici economici alle comunità ospitanti, massimizzare le entrate per reinvestirle nella conservazione, educare i visitatori e la popolazione locale all’importanza della conservazione delle risorse naturali e culturali, e offrire un’esperienza di qualità ai visitatori.

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A questo è stato associato anche un programma di certificazione – l’Ecotourism Certification System – per incoraggiare le imprese turistiche a sostenere un comportamento responsabile dal punto di vista ambientale, sociale e culturale. Questo programma garantisce anche che i prodotti e i servizi forniti da queste strutture siano sostenibili ed eco-friendly.

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Il Botswana è casa di oltre 200.000 esemplari di elefanti che vivono in libertà ©Shutterstock
Il Botswana è casa di oltre 200.000 esemplari di elefanti che vivono in libertà ©Shutterstock

I risultati non si sono fatti attendere. Oggi il Botswana è un punto di riferimento per il turismo sostenibile in Africa. Il 37% del suo territorio è protetto e sono stati creati diversi santuari per la protezione della fauna selvatica a rischio estinzione come, per esempio, i rinoceronti. Inoltre il paese è impegnato nella lotta contro il bracconaggio, in particolare nella protezione delle ultime grandi mandrie di elefanti in libertà. Il Botswana, infatti, è oggi casa di oltre 200.000 esemplari di elefanti, una delle più grandi popolazioni di elefanti di uno Stato africano.

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La maggior parte delle strutture ricettive del Botswana, soprattutto quelle che si trovano all’interno delle aree protette, è eco-friendly. Questo significa che i veicoli sono al 100% elettrici e solo il 5% dei rifiuti viene smaltito in una discarica locale. Inoltre, i camping sono alimentati quasi esclusivamente da impianti solari. A questo si aggiunge il fatto che i prodotti freschi sono acquistati da produttori locali.

Baobab sotto un cielo stellato, Botswana © 2630ben / iStockphoto / Getty Images
Baobab sotto un cielo stellato, Botswana © 2630ben / iStockphoto / Getty Images

Questo approccio al turismo ha portato anche un ingente beneficio per la popolazione locale. Oggi il turismo è la seconda industria del paese e il Botswana è riuscito a trasformarsi da uno dei paesi più poveri del mondo a un paese a medio reddito. Nonostante i risultati già raggiunti, l’attenzione rimane alta. I progressi verso gli obiettivi di sostenibilità vengono continuamente valutati, misurati e monitorati per migliorare e ottenere uno standard sempre più sostenibile.

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Pitture rupestri a Tsodilo Hills, Botswana ©Radek Borovka/Shutterstock
Pitture rupestri a Tsodilo Hills, Botswana ©Radek Borovka/Shutterstock

Cosa fare in Botswana

Ovvero, immergersi nella natura e nella storia dei nostri antenati. Il Botswana ospita una varietà straordinaria di ecosistemi e di fauna selvatica. Solo per citarne alcuni: il Delta dell’Okavango e il deserto del Kalahari. In questo territorio si possono trovare esemplari rappresentativi della grande fauna selvatica dell’Africa meridionale. Parliamo di leoni, leopardi, ghepardi, giraffe, zebre, ippopotami, bufali africani, iene e ben 22 specie di antilopi. E poi ci sono quelle che vengono chiamate il “Louvre del deserto”: le Tsodilo Hills. Qui si possono ammirare più di 4.500 pitture rupestri preistoriche e osservare un resoconto cronologico delle attività umane e dei cambiamenti ambientali susseguitisi in un arco di tempo che va indietro di almeno 100 000 anni.

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