Filippine: non solo mare, viaggio tra le dimore storiche

Redazione Lonely Planet
5 minuti di lettura

Le Filippine presentano un affascinante connubio di stili architettonici, con chiese in pietra vecchie di secoli, case in legno che coniugano elementi nativi ed europei e palazzi storici che sono stati convertiti in musei o incantevoli hotel. Gran parte dell’architettura coloniale spagnola sta gradualmente venendo demolita, ma nei barangay più remoti si incontrano a volte alcuni edifici pregevoli.

Las Casas Filipinas de Acuzar, dove sono state ricostruite fedelmente ville coloniali di tutto il paese ©hijodeponggol/Shutterstock
Las Casas Filipinas de Acuzar, dove sono state ricostruite fedelmente ville coloniali di tutto il paese ©hijodeponggol/Shutterstock
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Las Casas Filipinas de Acuzar

La meta ideale per gli appassionati di architettura è Las Casas Filipinas de Acuzar, dove sono state ricostruite fedelmente ville coloniali di tutto il paese.  Las Casas Filipinas de Azucar a Bagac è un complesso di decine di splendide ville coloniali spagnole, smantellate in tutta Luzon e ricostruite alle spalle di un’ampia spiaggia rivolta verso il tramonto. Il pass giornaliero costa (P2500), quindi valutate l’idea di pernottare in una delle case.

La magnifica architettura di Vigan

È praticamente impossibile andare a Vigan e non scattare almeno qualche foto degli splendidi edifici storici. Iniziate l’esplorazione dal Mestizo District, chiamato ‘dove vivono i cinesi’ nel dialetto locale. Questo dedalo di vie e vicoli inizia nella bella Plaza Burgos e si estende verso sud fino a Liberation Blvd, con case magnificamente conservate che spesso presentano elementi asiatici. Anzi, con i loro balconi sporgenti al 2° piano e i pannelli di legno scuro, sarebbero perfette come set per un film ambientato in Cina. Purtroppo molti edifici sono in rovina, con tetti di tegole fatiscenti o finestre sprangate. Tuttavia anche questi hanno un’aria di nobile, maestosa, persino fotogenica decadenza. Passeggiare per le strade del Mestizo District è per molti viaggiatori il fiore all’occhiello della visita. L’altra piazza principale è Plaza Salcedo, dove si trovano non solo edifici d’epoca ma anche statue, fontane e monumenti, oltre a cordiale ed estroversa gente del posto che spesso rivolge la parola ai turisti. La città sta restaurando la Magic Fountain, un gioco di luci e zampilli che non sfigurerebbe a Las Vegas. Fate una sosta alla St Paul’s Cathedral, le cui mura possenti non sono state progettate solo per resistere ai terremoti, ma anche per isolare la chiesa dalla calura estiva.

Tra le strade di Vigan  ©Joseph Oropel/Shutterstock
Tra le strade di Vigan ©Joseph Oropel/Shutterstock
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Uno spaccato dell’alta società del primo Novecento a Silay

Conosciuta con il nome di ‘Pink House’, la Bernardino Jalandoni Ancestral House (1908) consente di scoprire come vivevano i ceti abbienti di Negros all’inizio del XX secolo. Al piano terra è esposta una collezione di foto architettoniche e vecchi ritratti di personalità della società civile, rivoluzionari e gente di mondo. Sul retro ci sono vetrine con decine di bambole Ken e Barbie in costumi tradizionali filippini, tra cui un Ken con gli occhiali da sole del generale MacArthur prima dello sbarco a Leyte. Al piano superiore, dove il verde menta è protagonista, farete un viaggio nel tempo in un’altra epoca. Splendidamente allestita, la casa vanta molti pezzi unici, tra cui l’elaborato letto a baldacchino appartenuto al rivoluzionario Marciano Lacson nel 1898, oltre a un salotto con un’arpa, un pianoforte verticale e sedie a dondolo in paglia di Vienna che facevano parte degli arredi originari della casa.

Un tuffo nel passato nella città coloniale spagnola di Taal

Questa incantevole città a sud del Lake Taal è famosa per le sue strade tranquille fiancheggiate da edifici risalenti all’epoca coloniale spagnola (XIX e inizio XX secolo). Essendo stati dichiarati patrimonio storico, sono perfettamente conservati e molti sono stati convertiti in musei, B&B e ristoranti. Domina il centrale Taal Park l’imponente Basilica of St Martin of Tours in stile barocco, eretta in origine nel 1759, distrutta e infine ricostruita tra il 1849 e il 1865. Diversi n gozi vendono i ricami e balisong (coltelli a farfalla) per cui la città è famosa; sappiate però che questi coltelli sono illegali in molti paesi.


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Edifici art déco e beaux arts a Escolta

Negli anni effervescenti che precedettero la prima guerra mondiale Escolta St, al margine sud dell’odierna Chinatown di Manila, era la zona glamour della capitale, costellata di splendidi edifici che ospitavano prestigiosi grandi magazzini, caffè e teatri. Molti sopravvissero alla guerra, ma nonostante ciò la stella di Escolta si spense e la zona cadde in declino.

Negli anni precedenti alla pandemia, però, lungo Escolta St sono state aperte gallerie d’arte, musei, caffè e spazi creativi, spesso per iniziativa di una cooperativa di artisti, scrittori e registi chiamata 98B. Ben presto sono sorti grandi complessi residenziali e la zona è improvvisamente ridiventata ‘cool’.

Per un veloce giro a piedi, attraversate il Jones Bridge sul Pasig e cercate il Commercial Bank & Trust Company Building (1969), simile a un’astronave, all’angolo di Nueva St (oggi è una filiale della BPI). Camminando verso nord-est lungo Escolta St, passerete davanti al Calvo Building (1938) in stile beaux-arts, che ospita il piccolo Calvo Museum, in cui sono esposti fotografie e cimeli antecedenti alla seconda guerra mondiale.

Proseguite oltre il Burke Building degli anni ’20 (sulla sinistra) fino al First United Building in stile art déco: fulcro della rinascita di Escolta, ospita alcuni caffè, un piccolo museo, il 98B, Fred’s Revolucion e un gruppo di negozi vintage al piano terra chiamato HUB Make Lab. Di fronte al First United Building c’è un altro gioiello beaux-arts, il Regina Building. Subito a est, più o meno di fronte alla Santa Cruz Church, si trova il Don Ramon Santos Building, palazzo neoclassico costruito nel 1894 e ampliato nel 1957.

La Jaro Cathedral ©Joeben Lingat /Shutterstock
La Jaro Cathedral ©Joeben Lingat /Shutterstock

Jaro Cathedral, un’icona cittadina

Uno degli edifici più fotografati di Panay  è la Jaro Cathedral, proprio di fronte a Plaza Rizal. Nota ufficialmente come Metropolitan Cathedral of St Elizabeth of Hungary, la chiesa coniuga elementi gotici e romanici. Le ristrutturazioni successive sono state il risultato di danni causati da vari terremoti, tra cui una devastante scossa che nel 1948 quasi distrusse l’edificio. Bisogna usare la fantasia per immaginare come appariva la chiesa quando fu costruita intorno al 1870, ma gran parte dei visitatori non la visita per l’architettura, bensì per le immagini dei santi. La chiesa custodisce una venerata statua in pietra calcarea della Vergine con in braccio il Bambin Gesù, risalente al 1587. Secondo i fedeli, la scultura avrebbe proprietà miracolose, e migliaia di persone affluiscono qui in occasione della festa della Candelora il 2 febbraio. La statua è visibile salendo le scale all’esterno dell’ingresso principale. Nelle fessure intorno alla statua sono infilati dei foglietti con preghiere scritte a mano. Nella piccola sala suggestiva adiacente alla cattedrale i fedeli accendono candele in segno di supplica o di ringraziamento per le preghiere esaudite. Le candele sono in vendita presso le bancarelle all’esterno. Stranamente, il campanile della cattedrale si trova dall’altra parte della strada ed è uno dei pochi campanili al mondo non collegati a una chiesa. Costruito nel 1744, fungeva anche da torre di avvistamento per la difesa della costa; danneggiato dai terremoti, è stato ricostruito nel corso degli anni.

 

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