Viaggi per vincere l'ansia

Redazione Lonely Planet
4 minuti di lettura

Come si vince l'ansia? E se fosse un grande viaggio il rimedio giusto per questo disturbo?  Date un'occhiata alla nostra nuova Guida per salvarsi la vita viaggiando: c'è sempre una destinazione da raggiungere per stare meglio.

Pubblicità

Siamo fatti di geografie ricorrenti: la nostra identità si compone dei luoghi che attraversiamo ogni giorno, le latitudini in cui cresciamo ci condizionano. Così, è inevitabile, anche le nostre ansie hanno un legame con i posti che frequentiamo, e i più o meno fastidiosi sintomi e disturbi correlati, di natura psichica (costante stato d’allarme, irrequietezza, nervosismo, negatività) o  fisica (tachicardia, tensioni muscolari, problemi digestivi, sensazione di soffocamento), spesso si dissolvono nel momento stesso in cui li disorientiamo, raggiungendo destinazioni inedite. Anche il tipo di viaggio fa la differenza: l’ansia si colloca in una specifica condizione temporale, quella dell’attesa (a volte di qualcosa di indeterminato), per cui sono di sicuro raccomandabili le esperienze in cui la dimensione programmatica scivola in secondo piano e si prova ad affidarsi al caso; da tenere in grande considerazione anche i luoghi particolarmente rilassanti, dove la più tenace apprensione soccomberà alla bellezza, all’emozione, alla poesia. Perciò, non abbiate dubbi in proposito, partire costituirà certamente una cura efficace. Ma non iniziate a pensarci con troppo anticipo. Dove andare? Ecco cinque mete tra quelle raccolte nella nostra Guida per salvarsi la vita viaggiando

1. Uluru, Australia

Vero, forse è un po’ banale, ma allontanarsi dalle proprie ansiogene abitudini è un rimedio di comprovata affidabilità per contrastare le esperienze più infauste. E allora perché non andare dall’altra parte del mondo, inseguendo l’arcana corrispondenza tra distanza geografica e rinnovamento emotivo? Ayers Rock, la roccia più grande del mondo, si trova nel centro esatto dell’Australia. Volate su Alice Springs e puntate verso il cuore dell’outback nel Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta. Fermatevi per qualche giorno nel campeggio del villaggio di Yulara, subito fuori, e avrete la possibilità di demolire il vostro tran tran quotidiano a colpi di introspettivi trekking (il giro intorno al monolite dura circa quattro ore), silenzi d’altri tempi, distensivi paesaggi fatti di arbusti e terra bruciata dal sole. Probabilmente Uluru non diventerà un luogo sacro per voi, come per gli aborigeni, ma un luogo di pace e serenità sì, senza dubbio.

Pubblicità

2. Oman

Il ricorso incondizionato agli ansiolitici è una delle abitudini più nefaste che la nostra società ha maturato, e non solo per il rischio di sviluppare una dipendenza o per gli eventuali effetti collaterali, ma soprattutto per l’inibizione del contatto con se stessi che essa promuove. Vi consigliamo allora un tour dell’Oman, dove l’importazione di tali farmaci è pressoché proibita, e il cui uso è sconosciuto alla popolazione. È vero, godendo dello spettacolo di montagne a picco sull’Oceano Indiano, fortezze portoghesi in mezzo a palmeti e oasi incontaminate, tuffandovi vestiti in una pozza d’acqua turchese del Wadi Shab o andando indietro nel tempo nell’affascinante città di Nizwa, una volta crocevia delle carovane sulla Via dell’Incenso, l’ansia, almeno un pochino, continuerà ad accompagnarvi. Ma con essa anche tutte le emozioni scintillanti che un viaggio può regalare, quando si sceglie di non spegnersi a colpi di medicine.

3. Derweze, Turkmenistan

Anche un viaggio può essere fonte di ansia quando si hanno troppi posti da visitare, ci sono turisti a tonnellate e i venditori di souvenir si nascondono persino in bagno. Andate in Turkmenistan, allora, uno dei paesi meno visitati al mondo. Qui non ci sono destinazioni di grido, e pure la capitale, Aşgabat, ha poco da offrire. Tuttavia, i suoi panorami immensi e semidesertici, interrotti solo da fortezze diroccate e minareti, vi ispireranno di certo serene introspezioni. Perciò, fate scorta di viveri, puntate dritti verso la ‘Porta dell’inferno’, a Derweze nel Deserto del Karakum, e piantate la tenda. Almeno per qualche giorno, nei dintorni di questo cratere da cui fuoriesce gas naturale infuocato, immersi in una distensiva solitudine, vi sentirete imperturbabili come le sue fiamme perpetue e vi riconcilierete con lo spazio e con il tempo.

4. Monastero di Drepung, Tibet

Nel vasto pantheon del buddhismo tibetano, Manjushri è il bodhisattva della saggezza, rappresentato con una spada infuocata con cui squarcia l’ignoranza, ossia la causa principale dell’affannarsi dell’uomo. Perciò, una gitarella in questo imponente monastero, 8 km a ovest di Lhasa (fino alla rivoluzione culturale il più grande del mondo, con 10.000 monaci) e in cui è presente un tempio a lui dedicato può risultare particolarmente indicata alle persone ansiose. In alternativa, veniteci per il rasserenante scenario in cui è collocato, sul versante di una brulla montagna su cui da lontano sembra scintillare, con i suoi edifici bianchi, come cumuli di riso al sole (Drepung significa mucchio di riso). O ancora, per fare il pieno di sorrisi, cortesie e premure da parte dei giovani monaci che qui studiano. Comunque sia tornerete a casa con un po’ di ristoro nel cuore.

Pubblicità

Iscriviti alla nostra newsletter! Per te ogni settimana consigli di viaggio, offerte speciali, storie dal mondo e il 30% di sconto sul tuo primo ordine.

5. Osaka, Giappone

Nei momenti d’ansia è facile avvertire con particolare sensibilità e apprensione lo scorrere del tempo. Dunque, per modificare questa disposizione può essere utile focalizzarsi su uno dei simboli della calma e della misura: il bonsai. Vi consigliamo, perciò, di visitare il Fujikawa Kouka-en, il grande giardino di Osaka dedicato ai bonsai. Provate a contattare un insegnante e non temete, gli istruttori saranno pazienti con voi quanto con le loro a ascinanti piante, addestrandovi in breve a una metodica serenità. Dopo aver conosciuto il Bonsai Empire, vi gusterete la seconda città del Giappone, con il suo centro storico dominato da un castello del XVI secolo, il suo acquario supermoderno e lo strepitoso Shitenno-ji, il tempio buddhista più antico del paese. Per offrire a se stessi la stessa cura richiesta dai vegetali.

Pubblicato nel
Condividi questo articolo
Pubblicità