Riaprono 10 siti di immersione nelle isole Phi Phi, in Thailandia

Il Parco Nazionale Hat Noppharat Thara-Mu Ko Phi Phi, situato nella provincia di Krabi, nel sud della Thailandia, ha annunciato la riapertura di 10 siti per lo snorkeling e le immersioni che erano stati chiusi un anno fa a causa dello sbiancamento dei coralli. Le isole Phi Phi, rese celebri dal film The Beach, sono note tra i subacquei e gli amanti dello snorkeling di tutto il mondo per le acque cristalline, gli spettacolari fondali marini, i crateri calcarei e le barriere coralline

Maya Bay, Hat Noppharat Thara-Mu Ko Phi Phi, Thailandia ©frank60 / Shutterstock
Maya Bay, Hat Noppharat Thara-Mu Ko Phi Phi, Thailandia ©frank60 / Shutterstock
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Lo sbiancamento dei coralli

La chiusura, avvenuta nel maggio 2024 per decisione del Parco Nazionale Hat Noppharat Thara–Mu Ko Phi Phi, ha riguardato aree frequentate dai visitatori come Koh Kai, Koh Poda, Koh Daeng, Ao Railay e Koh Yawasam. La causa è stata un fenomeno chiamato coral bleaching, cioè lo sbiancamento dei coralli. Questo fenomeno, causato da stress ambientali, porta i coralli a perdere il loro brillante colore naturale, diventando appunto bianchi. I coralli vivono in simbiosi con delle microscopiche alghe chiamate zooxanthellae. Queste alghe sono fondamentali per la fotosintesi e il nutrimento dei coralli. E sono proprio loro a dare ai coralli il loro caratteristico colore. Quando la temperatura dell’acqua aumenta anche solo di 1 o 2 gradi rispetto alla media stagionale, la fotosintesi delle zooxanthellae è compromessa. Per proteggersi, il corallo espelle le alghe e diventa bianco. Si tratta di un meccanismo di difesa che funziona bene nel breve periodo ma che, se prolungato, può portare alla morte dei coralli perché senza le zooxanthellae rimangono privi di nutrimento. Lo sbiancamento è un segnale di allarme per questi ecosistemi marini e riflette anche gli impatti del cambiamento climatico.

Nui Beach a Koh Phi Phi Don, Thailandia ©ltdedigos / Shutterstock
Nui Beach a Koh Phi Phi Don, Thailandia ©ltdedigos / Shutterstock

Alla ricerca di maggiore rispetto

Durante questo anno di pausa, le autorità del parco hanno implementato una serie di interventi per dare alla barriera corallina il tempo di rigenerarsi. Oggi i coralli si sono del tutto ripresi e così si è deciso di riaprire questi siti al turismo. Per proteggere i coralli e l’ecosistema di queste splendide isole sono state implementate nuove regole di comportamento tra cui il divieto di gettare rifiuti o scarti alimentari in mare; ancorare le imbarcazioni sulle barriere coralline; toccare o calpestare coralli e fauna marina. Queste si sommano a regole già esistenti in alcune zone del parco. Nella famosa Maya Bay, per esempio, è obbligatorio usare creme solari reef-safe, c’è il divieto assoluto di alimentare i pesci, raccogliere conchiglie, sabbia e altri organismi marini, e usare contenitori in polistirolo.

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Nello specifico, i siti che hanno riaperto sono: il lato settentrionale di Koh Gai, il lato orientale di Koh Gai, il lato settentrionale di Koh Poda, Ao Pu Ya, Koh Daeng, Baia di Railay, Koh Yawasam, Baia di Loh Ba Gao, la Viking Cave, la baia di Pi Leh. Rimane invece ancora chiuso il lato occidentale di Koh Gai (Ao Khang Khao).

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