Jeju-do, l’isola coreana delle haenyeo (donne di mare)

Redazione Lonely Planet
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Jeju-do, l’isola più grande della Corea del Sud, è dominata da Halla-san, la montagna più alta del paese (1950 m) e unico vulcano a scudo dell’Asia. Le origini vulcaniche dell’isola risultano ancora evidenti dal gran numero di formazioni laviche che la caratterizzano, cosa che rende un viaggio fin qui estremamente interessante da un punto di vista paesaggistico. Ma sarà la cultura di Jeju-do a conquistarvi del tutto.

L’alba sulla spiaggia di Jeju-do, in Corea del Sud ©Noppasin Wongchum/Shutterstock
L’alba sulla spiaggia di Jeju-do, in Corea del Sud ©Noppasin Wongchum/Shutterstock
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A bassa quota Jeju-do ha un clima umido sub-tropicale, il che l’ha resa negli anni una delle mete turistiche più frequentate della Corea del Sud; milioni di visitatori vi giungono ogni anno, tanto da guadagnarsi il soprannome di ‘Isola delle lune di miele’. Jeju-do fu in passato un regno indipendente, conosciuto come Tamna (Isola Paese) fino al X secolo, quando divenne un protettorato del regno coreano di Silla. Oggi mantiene ancora un po’ dell’antica indipendenza, perché è l’unica provincia autonoma della Corea del Sud. 

La cascata di Cheonjiyeon sull’isola di Jeju-do ©Mix and Match Studio/Shutterstock
La cascata di Cheonjiyeon sull’isola di Jeju-do ©Mix and Match Studio/Shutterstock

Chi sono le Haenyeo

Un vecchio detto coreano sostiene che Jeju-do ha tre cose in abbondanza, una ricchezza nota collettivamente come samda: la pietra (un’altra eredità del vulcano); il vento, che spazza l’isola quasi costantemente; e le donne, visto che in passato gli uomini finivano spesso dispersi in mare. 

Ecco, forse, perché le donne qui si sono specializzate nella pesca ai molluschi. (Il Giappone è l’unico altro paese al mondo con una radicata cultura di pescatrici sommozzatrici). Non è certo un lavoro facile: le haenyeo (donne di mare) trascorrono ore sott’acqua, rimanendo in apnea fino a tre minuti consecutivi e tuffandosi fino a 30 metri di profondità per pescare orecchie di mare, ricci, ostriche e altri molluschi. Oggi indossano mute, cinture zavorrate e maschere, ma un tempo si immergevano in abiti di cotone. 

Quando riemergono emettono un lungo fischio, che aiuta l’organismo a liberarsi dell’anidride carbonica in eccesso. In alcune comunità le haenyeo erano le principali fonti di sostentamento per la famiglia, e questo comportò un rovesciamento, a volte anche completo, dei tradizionali ruoli maschili e femminili. 

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Cosa vedere a Jeju-do

Gotjawal Una foresta che ammanta i versanti rocciosi di Halla-san e che, data l’inaccessibilità, rimane priva di insediamenti umani. 

Manjang-gul Il più grande tunnel di lava al mondo, lungo 13,4 km, e ricco di magnifiche formazioni laviche (e pipistrelli!). 

Sanbang-san Formatasi a seguito di un’eruzione vulcanica, questa cupola lavica domina la costa sud- occidentale di Jeju-do e offre magnifiche vedute sul mare. 

Yongmeori Stratificazioni di arenaria accumulatesi nell’arco di millenni che formano, con un po’ di fantasia, una testa di drago che guarda il mare. 

Museo del folclore e di storia naturale di Jeju Qui vi attendono mostre sulla geologia di Jeju-do, manufatti, reperti tradizionali relativi anche alle haenyeo. 

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