Tutto il meglio dell’Asinara

Redazione Lonely Planet
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L’estrema punta nord-occidentale della Sardegna non è soltanto un remoto lembo di terra da osservare sulla cartina, nel suo esile e suggestivo protendersi verso la Corsica: è uno scrigno di tesori naturalistici e ambientali tutto da visitare e scoprire. Vi troverete l’Isola dell’Asinara, selvaggia e sperduta quanto basta da risultare già per questo suggestiva, e la spiaggia della Pelosa, con l’incantevole borgo di Stintino. Due mete che da sole valgono il viaggio e che diventano veri tesori della corona quando si amplia lo sguardo verso le mete da non perdere che vi aspettano nei dintorni.

Stintino e l'Asinara sullo sfondo. Credits poludziber / Shutterstock
Stintino e l’Asinara sullo sfondo. Credits poludziber / Shutterstock
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Il Parco Nazionale dell’Asinara: da carcere a paradiso per tutti

Il Parco Nazionale dell’Asinara, che prende il nome dal suo abitante più famoso, l’asino bianco (o albino), comprende 51 kmq di macchia mediterranea, costa rocciosa e spiagge sabbiose e remote. L’isola, seconda della Sardegna per dimensioni, è oggi un parco nazionale, ma per anni qui si trovava una delle più note prigioni di massima sicurezza italiane. L’unico modo per raggiungere l’isola è partecipare alle escursioni proposte dagli operatori autorizzati di Stintino o Porto Torres; una volta sbarcati potrete esplorare l’isola in modo indipendente, anche se non ci sono mezzi pubblici e l’accesso ad alcune aree è limitato.

Il più piccolo dei tre parchi nazionali della Sardegna, l’isola è un paradiso per quanto riguarda la fauna selvatica ed è l’habitat naturale per una popolazione di asini compresa tra 50 e 70 esemplari, oltre che per 80 altre specie animali, tra cui il muflone (una pecora selvatica dal vello setoso) e il falco pellegrino. Sparsi nel paesaggio brullo vi sono diversi edifici abbandonati che un tempo facevano parte del famoso carcere.

Costruita nel 1885 insieme a una stazione di quarantena per le vittime del colera, la prigione era una sorta di Alcatraz italiana in cui furono rinchiusi molti dei più pericolosi criminali, tra cui il camorrista napoletano Raffaele Cutolo e il boss mafioso Totò Riina. Il penitenziario fu definitivamente chiuso nel 1997.

Asinelli e quiete: Isola dell’Asinara
Asinelli e quiete: Isola dell’Asinara

Come organizzare la visita?

Stintino, insieme a Porto Torres, è il principale porto di imbarco per le escursioni all’Isola dell’Asinara. L’accesso all’isola è rigorosamente controllato ed è possibile unicamente rivolgendosi a un operatore autorizzato. A Stintino, i traghetti con autorizzazione operano da Porto Mannu, e in genere partono per l’isola all’incirca alle 9 per fare ritorno tra le 17 e le 18. I servizi sono abbastanza regolari da maggio a ottobre, mentre al di fuori di questo periodo le imbarcazioni salpano soltanto se c’è un numero di passeggeri sufficiente a giustificare la traversata.

Le agenzie turistiche di Stintino offrono una buona scelta di escursioni guidate, che di solito comprendono la traversata in barca andata e ritorno e i trasporti sull’isola, in autobus oppure in fuoristrada. Gli itinerari variano ma, per lo più toccano la prigione a Fornelli e proseguono per Cala d’Oliva, il punto panoramico di Punta della Scomunica e la spiaggia di Cala Sabina.

Indicativamente, calcolate di spendere una cifra di circa €55 per persona. In alternativa è possibile partecipare a escursioni in barca, oppure si può visitare l’isola in maniera autonoma. Una volta sbarcati sull’isola con il traghetto si è liberi di esplorare i sentieri e le strade asfaltate a piedi oppure, ancora meglio, in bicicletta. Con sede a Stintino, l’Agenzia La Nassa noleggia biciclette e dispone di una cartina dei sentieri dell’isola che è possibile scaricare dal sito web dell’agenzia. Tenete presente che molte escursioni non comprendono il pranzo, perciò dovrete organizzarvi acquistando provviste per un picnic oppure prenotare un pasto al ristorante SognAsinara, a Cala Reale. Se avete intenzione di trascorrere la notte sull’isola, il ristorante offre anche sistemazioni spartane in ostello.

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Stintino: il paesino e il porticciolo. Credits Paolo Giuseppe Alessio
Stintino: il paesino e il porticciolo. Credits Paolo Giuseppe Alessio

Stintino e la Spiaggia della Pelosa

La remota punta nord-occidentale della Sardegna comprende splendidi paesaggi selvaggi e incontaminati e una delle spiagge più famose dell’isola, la favolosa Spiaggia della Pelosa. L’unico centro abitato degno di nota è Stintino, un ex villaggio di pescatori di tonni trasformato in ariosa località di villeggiatura estiva e principale punto di accesso all’Isola dell’Asinara. Questa isola, oggi parco naturale e riserva faunistica, fu per anni sede di una delle più famigerate prigioni italiane. A nord di Stintino la strada prosegue fino a Capo Falcone, un aspro promontorio disseminato di alberghi e case di villeggiatura, dove si estende la splendida Spiaggia della Pelosa. Al di fuori della stagione estiva la zona è piuttosto deserta. Il paesaggio vuoto è avvolto nel silenzio, e il gelido maestrale soffia sulla macchia mediterranea e sulle rocce spoglie.

Colpo d’occhio della Pelosa. Credits DaLiu / Shutterstock
Colpo d’occhio della Pelosa. Credits DaLiu / Shutterstock
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Circa 2,5 km a nord di Stintino, la Spiaggia della Pelosa è la classica spiaggia perfetta da cartolina: una striscia di sabbia candida lambita da acque basse e turchesi, fronteggiata da insolite lingue di terra rocciosa dall’aspetto quasi lunare. A completare il quadro, sull’isolotto frastagliato di Isola Piana si erge una torre di guardia catalano-aragonese.

Nei mesi di luglio e agosto la spiaggia è sempre molto affollata, ma è frequentata tutto l’anno, specialmente dagli appassionati di windsurf e di kitesurf, che vengono qui quando soffia forte il maestrale. Per far sì che la sabbia non si attacchi all’asciugamano, è necessario mettergli sotto una stuoia di paglia; la vendono i negozi locali.

Il comprensorio dell’Argentiera. Credits BBP76000 / Shutterstock
Il comprensorio dell’Argentiera. Credits BBP76000 / Shutterstock

Una digressione insolita: verso l’Argentiera

La suggestiva zona isolata di Argentiera, una baia naturale situata circa 11 km a nord del Lago Baratz, è dominata dalle spettrali rovine di una miniera d’argento, un tempo la più importante di tutta la Sardegna. L’argento veniva estratto qui già in epoca romana, e l’attività proseguì fino agli anni ’60 del secolo scorso, quando la miniera fu abbandonata.

Gli edifici in mattoni scuri della miniera, oggi tenuti insieme da impalcature di legno, formano un complesso caotico affacciato su una piccola spiaggia di sabbia grigia. Le strutture non sono visitabili, ma con la loro atmosfera malinconica costituiscono un elemento di forte impatto visivo. Oggi la zona Argentiera-Nurra-Gallura è una delle otto aree di interesse del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna.

Dalla strada che conduce alla miniera è anche possibile accedere a un’altra spiaggia, più graziosa. Argentiera si trova alla fine della SP18; seguite i cartelli da Palmadula.

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Castelsardo, splendida e arroccata. Credits Balate Dorin / Shutterstock
Castelsardo, splendida e arroccata. Credits Balate Dorin / Shutterstock

Verso oriente e la Gallura: impronta ligure a Castelsardo

La suggestiva cittadina di Castelsardo, meta di numerose escursioni in giornata, sorge sull’alto sperone di un promontorio proteso nel Mediterraneo. Lo scenografico centro storico, arroccato in posizione elevata in cima a un colle, è un insieme di vicoli e palazzi medievali in pietra che sembrano fondersi con la roccia grigia.

Castelsardo venne fondata nel XII secolo come fortezza difensiva da una famiglia genovese. Chiamata Castel Genovese, fu teatro di numerosi scontri e nel 1448 cadde nelle mani degli spagnoli, che la ribattezzarono Castel Aragonese. In seguito entrò a fare parte del Regno di Sardegna sotto i Savoia, e nel 1767 assunse il nome attuale di Castelsardo. Nell’entroterra, le verdi colline della regione rurale dell’Anglona ospitano diversi luoghi interessanti, tra cui una famosa formazione rocciosa lungo la strada che ricorda un elefante.

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Sardegna
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