Yoga a Silver Island, un’isola privata nel mare della Grecia
Quando mi è stata data la possibilità di soggiornare per una settimana su un’isola privata nel Mar Egeo, quasi non potevo crederci. Si trattava di un ritiro di yoga, disciplina che mi affascina ma che non pratico abitualmente: sarei riuscita a decidermi per ben due volte al giorno a salire sul tappetino e piegarmi davanti al sole, invece di sdraiarmi semplicemente al suo cospetto? Devo dire che questa domanda me la sono posta tardi, dopo che l’emozione per partire verso uno dei migliori yoga retreat d’Europa era già alle stelle. Innanzi tutto, il nome, Silver Island, così evocativo, e poi il fatto che nessuna delle persone che conoscevo in Grecia ne avesse sentito parlare, hanno reso questa meta non solo esclusiva, ma quasi misteriosa.
Eppure, quando sono arrivata su quest’isoletta a mezz’ora di battello da Orei, nell’Eubea settentrionale, le mie alte aspettative si sono rivelate inadeguate. Intanto, la mia immaginazione in merito a un’isola privata si limitava a fiction velate da un’ombra di mistero, magari con intreccio giallo pronto a dipanarsi. Non potevo immaginare che il sentimento primario sarebbe stato il sollievo, la sensazione costante di sentirsi protetti, privati delle piccole ansie che vanno dal timore di perdersi tra i sentieri o di dover nascondere il portafoglio in spiaggia prima di una nuotata. Ho scoperto ben presto che su un’isola privata ci si può lasciare andare per davvero, senza le preoccupazioni meschine e automatiche che ci tengono in vita sulla terra ferma, messe a distanza da quel mare che circonda e protegge, piatto a sud e spazzato dal vento a nord.
Così come non potevo immaginare che ritrovarmi a fare una settimana intensa di kundalini, lo yoga forse più spirituale di tutti, sarebbe stata una prova intensa e mai scontata per una ferma materialista come me. Del resto, Freideriki (una gentile e spumeggiante signora che tornava nel suo paese natale e che ho conosciuto in traghetto per l’Eubea) mi aveva avvertito: “laggiù ci sarete soltanto voi e gli dèi.”
Arrivare a Silver Island
Ma iniziamo dal principio, dal viaggio che da Atene, in bus fino ad Orei. Volendo, lo si può spezzare con una sosta al centro termale di Loutrá Edipsoú. Le virtù terapeutiche delle sue acque sulfuree erano note già dall’antichità, ma solo verso la metà del XX secolo sono diventate popolari. Qui si sono bagnati Aristotele, Strabone, Plutarco, Plinio, Silla e Churchill, quindi perché non provare? Oltre all’hotel con spa Thermae Sylla, ci si può bagnare anche direttamente in mare, dove sfociano le acque calde. Così ha fatto Pathwan, l’insegnante di yoga che sale sul bus alla fermata delle terme, portando con sé una nuvola di positività che pone subito ottime basi per la settimana a venire.
Una volta ad Orei arriva Lissa, una piccola donna di cui si intuisce subito la grande forza. Lei è una delle eredi dell’isola, ma non indossa un lungo abito bianco e un grande cappello di paglia come nei migliori stereotipi. Porta con sé un’energia scattante e accogliente, non c’è tempo da perdere perché tutto è studiato nei dettagli. Boat taxi, arrivo all’isola e ci troviamo presto attorno al grande tavolo che affaccia sul lato sud dell’isola. Qui si fissa subito un punto fermo: la cucina vegetariana di Lissa è una bomba, fatta di prodotti locali e di quella passione casalinga che ci si tramanda di generazione in generazione insieme alle ricette che continuano a migliorare senza neppure farlo apposta.
Lissa, sudafricana, vive qui da 13 anni con suo marito Corné, della Namibia. In questi anni hanno lavorato costantemente per rendere accogliente quello che era un terreno agricolo. L’isola appartiene alla famiglia di Lissa e di sua sorella Claire da tre generazioni, da quando il nonno, emigrato in Sudafrica, chiese allo zio, rimasto in Grecia, di comprare un pezzo di terra da coltivare nella sua terra natale. All’inizio non fu una bella sorpresa per il nonno scoprire di aver acquistato un’isola senza acqua corrente, senza strade e senza neppure un porto, ma con il tempo questo luogo è stato trasformato in un luogo fertile, in un prezioso rifugio di famiglia e poi in uno dei migliori luoghi in Europa dove scappare dalla vita quotidiana e praticare lo yoga.
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Un primo minitour dell’isola ci introduce le spiagge principali (Jetty beach a sud, Pebble beach a nord), un faro risalente al 1899 in punta a Est e la grande quercia ad ovest. Se saremo fortunati potremo avvistare una esemplare maschio di foca, detto Rob, che abita gli scogli vicino al porticciolo. La mia missione, durante la settimana a disposizione, sarà esplorare tutti i cinque chilometri di costa, un po’ a piedi, un po’ in kayak. Non farò spoiler ma le piccole spiagge che vi aspettano sono molte di più, e ognuna ha in sé quel misto di confort dato dagli ombrelloni e dalle sdraio che ogni giorno i collaboratori preparano per gli ospiti, ma anche lo spirito selvaggio di un’isola dalla storia che affonda nell’antichità la sua ragione d’essere.
Il nome Silver Island, infatti, pare derivare dai santi Cosma e Damiano che qui risiedevano e che curavano i malati senza chiedere denaro in cambio. Venivano detti i senza soldi (senza argenti) da cui il nome Argonisos, l’isola d’argento. A loro è dedicata una piccola chiesa vicino alla casa principale dell’isola. Se questo aneddoto sembra incastonare il presente dell’isola in un passato di tradizione verso la guarigione e il benessere, siamo solo all’inizio. Del resto, this is Greece baby, e prima del passato c’è il concretissimo mondo della mitologia.
L’isola di Argonisos in antichità aveva un altro nome, Deucalione. Secondo la leggenda, Deucallione (figlio di Prometeo) e sua moglie Pirra avrebbero ricreato la razza umana dopo un grande diluvio. Zeus, adirato con Prometeo (dio del fuoco) per aver dato in dono agli immeritevoli uomini le fiamme riservate agli dèi, scatenò un terribile diluvio per sterminare l’umanità. Prometeo riuscì però a incaricare Deucallione e Pirra di fabbricare una grande arca proprio ad Argonisos, da cui salparono e navigarono per nove giorni e nove notti, ritrovandosi sul Monte Parnaso. Qui fecero delle offerte a Zeus chiedendo di lasciar nascere una nuova generazione e il dio, placata la sua furia, acconsentì: i due sentirono una voce che ordinava loro di “gettare alle loro spalle le ossa della madre” - le pietre della madre terra. Così fecero e dalle pietre lanciate da Deucallion nacquero gli uomini e da quelle lanciate da Pirra nacquero le donne. Al di là delle similitudini con il mito di Noè e delle varie nobili letture possibili, tutto quel che sento è di essere in un luogo speciale, in qualche modo destinato a prendersi cura dei suoi ospiti, che si tratti di salvare la razza umana o di versarmi un bicchiere di vino biologico al tramonto introno al fuoco.
Cosa fare a Silver Island
Non so bene in che momento il tempo abbia smesso di avere il senso che aveva prima ed è diventato un anello. Un cerchio, come il sole che nasce oltre il faro e si pianta nel mare tra gli scogli scoscesi di Peter’s Place. Un tondo un po’ allungato come il perimetro del mio nuovo piccolo mondo.
Ci sono gli orari fissi delle lezioni di yoga e dei pasti, a cui si è richiamati dal rintocco della campana della vecchia chiesetta, ma tutto il resto va in equilibrio con le energie sviscerate dalla pratica, con i bisogni che si sono portati fin qui, e con quelli che si impara a non ascoltare. Io arrivo con l’idea di esplorare il perimetro in kayak, ma le correnti sembrano testate la mia volontà. E così condivido il programma con un compagno di avventure e insieme ci facciamo forza sia per remare quando le onde sembrano alzarsi un po’, sia per mettere in pausa la missione e riprenderla il giorno successivo. Non c’è spazio per l’agonismo e la competitività in questo cerchio magico, ma solo per l’accettazione dei propri limiti.
Felice della mia circumnavigazione in due tappe dell’isola, proseguo l’esplorazione a piedi, andando un giorno a leggere sulle altalene appese alla grande quercia, un altro isolandomi su una spiaggia a leggere e un altro ancora chiacchierando su un’altra spiaggia con gli altri partecipanti al retreat.
Del resto, gran parte della forza di quest’esperienza sta nelle persone. Lissa e Corné fanno tutto il possibile per far sentire gli ospiti come a casa propria (ma con cibo, vista e pulizie migliore). In cambio chiedono di condividere rispetto e ironia, lasciando sulla terra ferma pregiudizi, rigidità e atteggiamenti fastidiosi. Qualcuno a Silver Island direbbe che solo le persone che il destino vuol portare qui si troveranno qui, ed è a questo che si deve la sintonia e la pace del luogo. Io penso sia merito di Lissa, Corné e Claire che nel tempo sono riusciti a creare una comunicazione e un passaparola che unisce persone di spirito simile. No intransigenze, no yoga nazi, no persone senza senso dell’umorismo (anche perché sarebbe un peccato lasciar cadere nel vuoto le battute di Lissa).
Mentre il mare, le albe, i tramonti e la tavola imbandita sono sempre lì ad aspettarvi, le possibilità di fare yoga cambiano, andando dal kundalini, all’ashtanga, con integrazioni di raccolta di erbe spontaee e chiudendo l’anno con la raccolta delle olive, sancendo il legame con questa piccola terra che per una settimana sentirete anche vostra. E sarebbe forse un errore di pigrizia scegliere l’opzione più famigliare e conosciuta: questo setting paradisiaco e accogliente è perfetto per lanciarsi in qualcosa di nuovo e spingersi un po’ oltre, parola di chi ha felicemente compiuto una settimana di kundalini scoprendo nuovi modi di vedere se stessa e lasciandosi andare davanti a perfetti sconosciuti.
Sostenibilità e benessere
Se avete bisogno di un digital detox o semplicemente di riempirvi gli occhi di natura, lasciando spenti gli schermi il più possibile, Silver Island è il posto giusto. Niente Wi-fi, ma cuscini, sdraio e amache che sbucano su un prato o un patio per poter leggere o semplicemente riposarsi.
Tutte le stanze e gli spazi comuni sono stati ricavati dagli edifici originari, restaurati con semplicità e grande cura, recuperando gli oggetti trovati sull’isola e trasformandoli in piccole opere d’arte che rendono ogni stanza diversa dall’altra. E, soprattutto, l’isola è ecosostenibile, con un impianto solare per l’illuminazione, mentre l’acqua viene raccolta e conservata durante i mesi invernali. Vengono utilizzati solo prodotti da bagno naturali e biodegradabili di produzione locale e sull’isola c’è anche una fattoria che produce olive biologiche.
Potrete quindi dedicare una settimana al vostro benessere fisico e mentale, alla riconnessione con la terra e alla creazione di nuovi bellissimi rapporti con chi condividerà con voi questa bellissima esperienza, nel pieno rispetto dell’ambiente, circondati dalla bellezza spiazzante dell’Egeo, mentre gli echi del mito troveranno infiniti modi di raggiungervi. Per me, per lo meno, è andata così.
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Giulia è stata ospite di Silver Island. I collaboratori di Lonely Planet non accettano gratuità in cambio di recensioni positive.