Viaggio nei luoghi dello sbarco in Normandia

Seguiteci lungo questo emozionante itinerario sulla costa della Normandia, tra spiagge tranquille e monumenti toccanti: una lezione di storia vivente della Seconda guerra mondiale.

Mulberry harbours, ad Arromanches-lesBains;© olrat /Shutterstock
Mulberry harbours, ad Arromanches-lesBains;© olrat /Shutterstock
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Oggi le spiagge e le scogliere ventose della costa della Normandia sono silenziose. Al di fuori dell’estate, a parte qualche trampoliere e alcune foche, sono desolatamente silenziose. La penetrante solitudine stimola la quiete interiore e rende ancora più inquietante il pensiero dell’incongrua cacofonia dei cannoni, degli spari e del terrore umano che squarciò questi lidi pacifici durante la Seconda guerra mondiale.

Lo sbarco in Normandia (nome in codice Operation Overlord) fu la più grande invasione via mare della storia. Nelle prime ore del 6 giugno 1944, le spiagge del nord della Normandia furono raggiunte da schiere di mezzi da sbarco che facevano parte di un’armata di oltre 6000 navi da guerra e cacciatorpediniere. I soldati alleati, carichi di pesanti zaini, cinture di salvataggio e armi, si riversarono sul suolo francese. Circa 160.000 sbarcarono su cinque spiagge sabbiose – chiamate in codice Sword, Juno, Gold, Omaha e Utah – lungo il tratto di costa di 90 km tra Ouistreham e Sainte-Marie-du-Mont. Paracadutisti britannici e statunitensi si lanciarono nell’entroterra. 

Il cimitero americano © Joop Zandbergen /Shutterstock
Il cimitero americano © Joop Zandbergen /Shutterstock

La prospettiva del nemico

Iniziate il vostro viaggio nel D-Day a Caen, capoluogo della Normandia, oggi ricostruita dopo essere stata quasi completamente distrutta nelle accanite battaglie seguite allo sbarco. Le interessanti esposizioni del Caen-Normandie Mémorial, 3 km a nord-ovest del centro, offrono un’eccellente panoramica di tutta la guerra. Solo nei 76 giorni della battaglia di Normandia, gli Alleati contarono 210.000 caduti, tra cui 37.000 fanti; durante questi scontri morì anche un terzo di tutti i civili francesi uccisi durante la Seconda guerra mondiale. Filmati, animazioni e testimonianze audio offrono spunti di riflessione sulla realtà della guerra, le tribolazioni dell’occupazione, la gioia della liberazione e la fragilità della pace.

Dal museo, una corsa in auto di 20 minuti verso nord lungo la D515/D514 offre il primo scorcio sul mare nel porto peschereccio di Ouistreham. Dopo il faro e il porto dei traghetti si trova Le Grand Bunker – Musée du Mur de l’Atlantique, un imponente e minaccioso vecchio bunker nazista che faceva parte delle fortificazioni tedesche del Vallo Atlantico, create per difendere 4000 km di costa dalla Norvegia alla Francia meridionale. Salite sulla postazione telemetrica per ammirare il panorama sull’estuario dell’Orne, il porto di Le Havre, la Baie de Seine e la distesa dorata delle cinque spiagge dello sbarco. È impossibile immaginare cosa abbiano pensato i soldati tedeschi guardando il mare da qui il 6 giugno.

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Eroi ignoti

Un breve tragitto in auto o una passeggiata meditativa in riva al mare verso ovest vi porterà a Sword Beach. Su questa splendida spiaggia, alle 7.25 del 6 giugno 1944, le truppe britanniche – sostenute da consistenti unità canadesi, del Commonwealth, della Francia libera e della Polonia – sferrarono l’attacco. La resistenza tedesca fu rapidamente sopraffatta e in poche ore la spiaggia fu conquistata. Tra i circa 29.000 uomini che scesero da imbarcazioni da sbarco a fondo piatto, attraverso acque profonde e sotto il fuoco nemico, su sabbie infide disseminate di pali con trappole esplosive, filo spinato e mine, c’era anche Lord Lovat, comandante dei British Commandos della 1st Special Service Brigade. Il Lone Piper Memorial a Sword Beach rende omaggio al suonatore di cornamusa personale di Lovat, William ‘Bill’ Millin, che – disarmato – suonò sul campo di battaglia mentre intorno a lui esplodevano le granate e i suoi compagni venivano uccisi.

Il Musée du Débarquement a Utah Beach© Pim Kraster  /Shutterstock
Il Musée du Débarquement a Utah Beach© Pim Kraster /Shutterstock
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Il ricordo dei caduti

Le famiglie in vacanza che in estate si godono il sole, la sabbia e il mare nella graziosa Courseullessur-Mer, 16 km a ovest di Sword Beach, sono un altro pianeta rispetto a questa storia drammatica. I battaglioni canadesi sbarcarono veloci a Juno Beach durante il D-Day, ma poi dovettero affrontare i soldati tedeschi trincea per trincea prima di spostarsi verso l’interno. Le mine causarono gravi perdite. I 381 soldati canadesi morti quel giorno, insieme ai 5500 caduti nella battaglia di Normandia, vengono commemorati nelle esposizioni del Juno Beach Centre, affacciato sulla spiaggia.

Sullo sfondo di cespugli erbosi e dune selvagge, una scultura in pietra tradizionale inuit inukshuk commemora i nativi canadesi che persero la vita durante i combattimenti. Guidando verso ovest lungo la D514 o percorrendo la ciclabile Voie des Français Libres si arriva al villaggio di Ver-sur-Mer. Verdi campi bucolici punteggiati di bocage – le siepi normanne che si rivelarono così difficili da attraversare per le truppe alleate – si estendono dal mare fino al British Normandy Memorial, nell’entroterra. Questo sito isolato, che reca incisi i nomi di 22.442 uomini e donne al comando britannico che furono uccisi nell’estate del 1944, è estremamente austero e toccante nella sua semplicità; 350 morirono durante il caotico sbarco nella vicina Gold Beach. Le loro storie personali, registrate da loro stessi o dai loro familiari sull’app per smartphone, stimolano il ricordo e la riflessione.

Mulberry harbours

Ad Arromanches-les-Bains, 7 km a ovest di Gold Beach, gli Alleati costruirono uno dei due porti artificiali chiamati Mulberry harbours per sbarcare truppe e rifornimenti senza essere ostacolati dalle maree. Esplorate la distesa di sabbia dorata con la bassa marea per vedere i pontili di cemento prefabbricati, le teste di molo e i frangiflutti galleggianti costruiti in Gran Bretagna e rimorchiati in sezioni attraverso la Manica.

Queste vestigia testimoniano la determinazione, l’ingegno e l’abilità tecnica degli Alleati. Per saperne di più su questa rischiosa operazione completata in soli 12 giorni, visitate il modernissimo Musée du Débarquement di Arromanches, affacciato sul mare. Proiezioni digitali immersive trasportano i visitatori nel frastuono e nel caos di un porto militare in tempo di guerra. Gli umili oggetti di uso quotidiano in esposizione, dalle borracce segnate da fori di proiettile agli occhiali stile Harry Potter in dotazione all’esercito, ci ricordano che i soldati erano innanzitutto uomini, e che lasciarono la famiglia, la vita civile, praticamente tutto, per combattere e morire.

Omaha Beach © Denise McLane  /Shutterstock
Omaha Beach © Denise McLane /Shutterstock
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Per non dimenticare

Percorrete la D514 in direzione ovest fino a Longuessur-Mer, dove una batteria tedesca scavata nella scogliera è una vista inquietante: i suoi mastodontici cannoni, ancora intatti, spararono proiettili di 45 kg su Gold Beach e Omaha Beach, 16 km a ovest. La vasta e magnifica Omaha fu teatro della battaglia più sanguinosa. La 1ª e la 29ª divisione di fanteria americane si riversarono su una spiaggia difesa da tre battaglioni tedeschi fortemente armati e coadiuvati da mine, ostacoli subacquei e vaste trincee. Alcuni soldati americani, sbarcati in acque profonde, annegarono sotto il peso dell’equipaggiamento; altri furono falciati dal fuoco dei mitra e dei mortai dislocati in alto sulle scogliere.

Osservate la distesa della spiaggia deserta, poi risalite il sentiero, oltre i bunker tedeschi, fino al Normandy American Cemetery. Nessuna parola può rendere giustizia allo struggente mare di croci bianche che onorano i 9386 soldati americani caduti in combattimento: è uno spettacolo di straordinaria intensità emotiva. Le granate piovvero su Omaha anche dai cannoni dell’artiglieria tedesca di Pointe du Hoc, a ovest.

In questo sito da brividi in cima alla scogliera, dove la terra è ancora disseminata di enormi crateri di bombe, è possibile esplorare i bunker tedeschi e le spettrali casematte sfregiate dai fori di proiettile e annerite dai lanciafiamme. Le truppe statunitensi sbarcate a Utah Beach, 50 km a ovest, se la cavarono meglio dei loro compagni di Omaha. La maggior parte dei mezzi da sbarco scese a terra in un settore relativamente poco difeso, ed entro mezzogiorno la spiaggia era stata sgomberata e i soldati della 4ª fanteria si erano uniti ai paracadutisti della 101ª aviotrasportata. Un bombardiere B26 e un mezzo da sbarco utilizzato in combattimento sono esposti al Musée du Débarquement di Utah Beach. Dal museo si può guardare la spiaggia dove, al tramonto del 6 giugno 1944, giunsero altri 20.000 soldati americani e 1700 veicoli. Quegli uomini non potevano sapere che nelle tre settimane necessarie per raggiungere Cherbourg, le forze americane avrebbero subito una vittima per ogni 10 m conquistati. Guardando l’ampia distesa di sabbia dorata di Utah, oggi così tranquilla, è più che mai importante ricordare i sacrifici compiuti qui in nome della libertà.

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Destinazioni in questo articolo:

Normandia
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