Le cose da non perdere durante un weekend a Perugia
Sulla scia dell'incremento del turismo lento in Umbria, anche l’opzione di visitare Perugia piace sempre più ai viaggiatori, come dimostra il successo del weekend dell’Eurochocolate appena trascorso. E anche in assenza di eventi in programma, un weekend a Perugia porta alla scoperta di una città incredibile: angusta e luminosa al tempo stesso, fatta di grandi monumenti e di pietre etrusche, tanto viva nelle piazze quanto nel suo mondo sotterraneo e misterioso. Il tutto sotto un cielo che pare dipinto, e che del resto è lo stesso cielo immortalato dal Perugino e dal Pinturicchio.
Cosa vedere a Perugia in due giorni
Visitare Perugia, e i suoi dintorni, è come mettersi in viaggio a bordo di una macchina del tempo: concentrato di arte e storia, scrigno di pittura e architettura, labirinto di pietre antiche su cui svettano architetture moderne, il capoluogo umbro è ancora racchiuso da tre cinte murarie – una etrusca, una romana e una rinascimentale, ciascuna con le proprie porte – che raccontano, come anelli sul tronco di un albero, le fasi di sviluppo di una città che è cresciuta nei secoli conservando una spiccata vitalità. E a conquistarvi sarà proprio la sensazione che qui la storia non appartenga al passato ma riviva in un dialogo incessante con il presente, animato dalle note del jazz durante il festival cittadino più noto, l’Umbria Jazz, dal chiacchierio degli studenti all’università e nelle osterie e dal frusciare della carta dei cioccolatini scartati con impazienza tanto dai golosi quanto dai romantici curiosi di leggere una frase d’amore: questa è anche la città che nel 1922 ha inventato i baci perugina, oggi omaggiati da un museo, la Casa del Cioccolato Perugina. Il legame cittadino con il cioccolato si rinsalda in occasione di Eurochocolate, un appuntamento imperdibile per chi ha sviluppato una dipendenza dai derivati delle fave di cacao, che potranno lanciarsi in degustazioni e assistere più compostamente a incontri e dibattiti.
Il tessuto urbano alterna tortuose vie etrusche che paiono scavate tra le case, strade regali lunghe e rettilinee e ampi spazi ottenuti dalle sistemazioni ottocentesche. Il centro di Perugia ha approssimativamente la forma di una stella a cinque punte. Dovreste cercare di immaginare una stella marina, adagiata su uno scoglio, che è il colle sul quale è sorta la città. A ognuno dei ‘tentacoli’ corrisponde uno dei Rioni (o Borghi) nei quali Perugia è suddivisa sin dall’XI secolo e che prendono nome dalle porte medievali. Il corpo centrale della stella è Piazza IV Novembre, mentre la via principale è Corso Vannucci, una sorta di scenografica passerella che congiunge il cuore antico a Piazza Italia (panoramico intervento postunitario). Sarà però necessario abbandonare la via maestra per scoprire le bellezze nascoste nelle strade secondarie. Le distanze non sono grandi, ma tra un saliscendi e l’altro farete molta strada; e comunque ne varrà la pena.
Primo giorno: il cuore civile e religioso di Perugia
La scoperta delle tante cose da vedere a Perugia non può che partire da Piazza IV Novembre, il cuore pulsante di Perugia, e quindi dell’Umbria. Vi si passa e si ripassa e non viene mai a noia. Anzi: ci si ferma ogni volta. Ad ammirare i dettagli della sua architettura, a riposarsi seduti sui gradoni della cattedrale, a intrattenersi in chiacchiere come fanno molti studenti. Con le sue numerose attrattive, da sola vi impegna quasi un’intera giornata. Innanzitutto perché potreste incantarvi a decifrare le sculture della fontana al suo centro, composta da due vasche: quella superiore riproduce storie di vita cittadina, separate da 24 statuette di personaggi dell’Antico Testamento e della storia perugina, mentre quella inferiore raffigura il ciclo dei mesi e i vari mestieri, i segni dello zodiaco, episodi biblici e storici, le sette arti liberali, la filosofia, il leone, che rappresenta i guelfi, e il grifo, antichissimo simbolo di Perugia. La Fontana Maggiore, proprio per la sua ricca simbologia, è considerata una sorta di enciclopedia del Medioevo e ha una lunga storia che si intreccia con la leggenda: costruita alla fine del XIII secolo, si dice sorga su un percorso sotterraneo che collega il Pozzo Etrusco all’Acquedotto Medievale… nessuno però l’ha mai visto davvero! Inoltre, collocata a metà strada tra i due edifici che si fronteggiano nella piazza, si pone idealmente come punto d’incontro fra il mondo laico e civico incarnato dal Palazzo dei Priori e quello religioso e spirituale della cattedrale.
In origine sede delle assemblee del Libero comune di Perugia, Palazzo dei Priori si affaccia sul cuore cittadino con le sue eleganti trifore e i bei portali fin dal tardo XIII secolo, ma ha subito numerosi interventi architettonici nel corso dei secoli: i merli alla sommità dell’edificio, ad esempio, non sono quelli originali medievali, ma sono frutto di un restauro del 1860, che li ha ripristinati dopo che erano stati rimossi nel XVII secolo. Al suo interno ha sede l’imperdibile Galleria Nazionale dell’Umbria: Perugia si fregia infatti della pinacoteca più prestigiosa dell’Umbria – e fra le più importanti di tutta Italia. La raccolta pittorica e scultorea copre sette secoli di arte, con capolavori di Arnolfo di Cambio, Duccio di Buoninsegna, Gentile da Fabriano, Beato Angelico, Benozzo Gozzoli e una poderosa collezione di polittici dal Duecento al Cinquecento, come il Sant’Antonio (1467-9) di Piero della Francesca. Intere sale sono dedicate alla pittura di Benedetto Bonfigli, di cui si conserva una Adorazione dei Magi (1466) che lascia stupefatti per la lucentezza e l’armonia dell’insieme; c’è poi la grandiosa Pala di Santa Maria dei Fossi del Pinturicchio e non si contano le opere del Perugino, di cui si possono ripercorrere le fasi della pittura e il dolce rapporto tra la devozione religiosa e la vita quotidiana.
Con la visita alla Cattedrale di San Lorenzo, che dietro la maestosa facciata incompiuta cela un interno di una vastità che dà le vertigini, avrete concluso l’esplorazione del cuore cittadino e forse il vostro primo giorno di viaggio, ma le mete di Perugia si nascondono anche negli altri borghi e vi attendono per il giorno seguente.
Secondo giorno: i cinque Rioni
Nel Rione di Porta Sole, associato al sole perché esposto a est e al colore bianco, trovate l’unica opera certa che Raffaello lasciò in città: è la Trinità e santi (circa 1505-8), gelosamente custodita nella Cappella di San Severo. Dovrete invece camminare nel Rione di Porta Sant’Angelo, che si estende a nord, verso i boschi, e ha per colore il rosso, per ammirare la più monumentale delle porte perugine: l’Arco Etrusco, la porta orientata a nord delle poderose mura etrusche, nonché l’antico accesso all’acropoli. La sezione inferiore, risalente al III secolo a.C., è uno dei più significativi monumenti etruschi conservati in Umbria; la sezione superiore, di epoca romana, reca l’iscrizione ‘Augusta Perusia’, mentre la loggia che sormonta l’arco è un’aggiunta rinascimentale e con la sua leggerezza contrasta con la poderosa struttura.
‘Borgo bello’ è il soprannome del Rione di Porta San Pietro, a sud-est. Il colore del rione è il giallo perché dalla sua magnifica porta, aperta sulla pianura del Tevere e verso Roma, entrava il grano. È qui che sorgeva la Rocca Paolina, un’imponente fortezza abbattuta dopo l’Unità d’Italia. Sono però ancora intatti i sotterranei del vecchio forte, aperti al pubblico come ‘città sotterranea’, nella quale trovano anche spazio alcuni reperti e rovine antiche. Il luogo è ricco di fascino e suggestione. Proseguendo oltre la Porta San Pietro, all’estremo margine meridionale della città, si raggiunge il grande complesso della Basilica di San Pietro (X secolo), un antico convento benedettino che era l’antica cattedrale di Perugia. L’interno, riccamente decorato, è un tripudio di dorature, marmi e una quantità tale di tele e affreschi che non c’è un centimetro libero. In questo affollamento di opere troverete anche il Perugino e il Vasari, un coro ligneo cinquecentesco e il pavimento in maiolica di Deruta della sacrestia; ma in primo luogo l’Apoteosi dell’ordine dei benedettini (1592), una gigantesca tela di 90 mq circa, dipinta da Antonio Vassilacchi detto l’Aliense. Oggi il complesso è animato dal viavai continuo di studenti della Facoltà di Agraria, cui si deve la cura dell’Orto Medievale, immerso nella quiete monacale. Al tramonto è il Rione Porta Santa Susanna, orientato in direzione del Trasimeno e che ha per colore l’azzurro delle acque del lago, a regalare gli scorci migliori, mentre nel Rione di Porta Eburnea, il cui colore è il verde per la presenza di orti e giardini dal sapore medievale, sembra di essere in campagna.
Solo perdendovi tra i vicoli potete dire di conoscere Perugia.
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