Vegetariani in viaggio tra paradiso & inferno - 1° parte

Redazione Lonely Planet
2 minuti di lettura

Il mondo può essere un paradiso per i vegetariani, ma anche un inferno. Ecco qualche consiglio per scegliere consapevolmente la propria destinazione. Per la seconda parte di questo articolo, clicca qui.

Mezze & tajine © Maurizio Pani
Mezze & tajine © Maurizio Pani
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Vegetariani in viaggio tra paradiso & inferno - 1° parte

Singapore: paradiso
Tra mercati frenetici e ristorantini sofisticati, a Singapore non mancano di certo le opportunità per chi ha detto no alla carne. Senza contare che la cucina locale interpreta al massimo gli apporti di quelle asiatiche, dalla Malaysia alla Cina con incursioni nella tradizione nyonya, e quindi: uso raffinato di limone, cocco e tamarindo. I piatti non sono tutti vegetariani, ma andrete in estasi ordinando un laksa lemak (una zuppa di tagliolini al cocco con spezie). Roba da Nirvana.
>> Destinazione: Singapore

India: paradiso
Due parole: thali e dosa, due dei migliori contributi dell'India del Sud alla felicità del mondo. Il primo è una specie di festa all-you-can-eat, con portate che variano dal semplice riso con lenticchie e curry a sontuosi banchetti di un numero non precisato di portate. Il secondo è lo snack più ghiotto che si possa trovare in giro per il Subcontinente: crespelle con riso e lenticchie aromatizzate con la cipolla da inzuppare in una saporita zuppa sempre di lenticchie. Non c'è pane per i denti dei carnivori da queste parti.
>> Destinazione: India

San Francisco: paradiso
La città ha ospitato per più di un decennio il World Vegetarian Festival (di solito in ottobre) ed è un posto perfetto per essere iniziati a questa filosofia di vita. Il merito è della controcultura degli anni '60 e di pionieri della gastronomia alternativa come Alice Waters. Massima libertà di scelta, da un semplice burrito a una cena di cinque portate dal nome eloquente di "Aphrodisiac Dinner" in un posto raffinato come il Millennium (580 Geary Street San Francisco).
>> Destinazione: San Francisco

Marocco: paradiso
I colori delle spezie che si incontrano a spasso per i souq sono ipnotici. Attento, quindi: non tutti i piatti "vegetariani" sono del tutto privi di carne, anche se i tajine cotti con frutta nei tipici cocci a forma di cono sono sublimi. Anche l'harira, la zuppa nazionale del Marocco, può contenere della carne: chiedi la variante vegetariana con ceci e lenticchie e sarai in paradiso anche in quest'angolo del nord Africa. Se una cultura gastronomica si giudica dal pane poi... beh, il khubz è fantastico!
>> Destinazione: Marocco

Germania: inferno
Mangiare vegetariano (e bene) in Germania sembra una cosa facile, ma attenzione: anche nei migliori ristoranti di Berlino è facile che alla tua zuppa di verdura il cuoco aggiunga all'ultimo momento un po' di pancetta - così, per una forma di passione nazionale. Al contrario, i piatti di carne sono ottimi: la cucina tedesca, da questo punto di vista, merita più considerazione di quella di cui gode. I würstel, per esempio. I tedeschi conoscono almeno 1500 salse per mangiarli e andare in estasi, non solo senape e ketchup.
>> Destinazione: Germania

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