Varsavia, la stella del food dell'Europa orientale

Redazione Lonely Planet
5 minuti di lettura

Localini d’epoca sovietica convivono con ristoranti stellati nella capitale del food più chic e innovativa dell’Europa orientale. Varsavia – cuore politico ed economico della Polonia – è spesso trascurata dai visitatori che preferiscono la più elegante Cracovia. Tuttavia, se si considerano altri aspetti della città e non ci si lascia influenzare dall’impressione non sempre accattivante che se ne può avere, si rimane letteralmente conquistati da una scena gastronomica in fermento, che ricorda la New York degli anni ‘90. 

Ristorantini nel centro storico di Varsavia ©Marc Venema/Shutterstock
Ristorantini nel centro storico di Varsavia ©Marc Venema/Shutterstock
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Durante la rivolta di Varsavia del 1944 i nazisti rasero al suolo la città. Il centro, laboriosamente ricostruito nell’arco di cinque anni, oggi è un sito patrimonio dell’Unesco nonché simbolo della determinazione della Polonia a mantenere la memoria storica. Dal 1945 al 1989 la Polonia entrò sotto l’influenza comunista sovietica, per giungere infine, nel 1991, all’indipendenza.

Dal 2004, anno dell’ingresso nell’Unione Europea, l’economia del paese è decollata. Esplorate il centro a piedi per ripercorrere le orme dei duchi vissuti nel XIII secolo e dei partigiani della Resistenza della seconda guerra mondiale. In Polonia il passato è importante quanto il presente, vibrante e ottimista: chef creativi reinventano la tradizione, migranti dal Vietnam servono forse il pho più autentico d’Europa, persino la vodka è reinterpretata ed è l’abbinamento perfetto per ottimi piatti. I polacchi potranno confermarvi che la wódka è nata qui prima che in Russia; ne esistono decine di varianti, proprio come il whisky in Scozia e il vino in Francia. La cucina polacca è calorica contro il freddo inverno: patate, carne, pane e vodka. Gustatela nei bar-latteria d’era sovietica - servono pieroghi, cotolette e altri classici - oppure nei ristoranti stellati, i cocktail bar in stile speakeasy, le panetterie artigianali e i pub dove abbondano ottima birra e hipster. 

Il Palazzo della Cultura e della Scienza a Varsavia ©mikolaj_knapik/Shutterstock
Il Palazzo della Cultura e della Scienza a Varsavia ©mikolaj_knapik/Shutterstock

Dove mangiare a Varsavia

Hala Koszyki

Inaugurato nel 1909 come mercato cittadino, Hala Koszyki è stato restaurato e convertito in una destinazione trendy e moderna per chi ama l’enogastronomia. All’interno di questo imponente edificio storico vi sono una decina di ristoranti e bar che servono quasi ogni tipo di cucina che un viaggiatore potrebbe desiderare. Provate ad esempio la kiełbasa, la tradizionale salsiccia polacca, accompagnata da una birra artigianale da Kiełba w Gębie, o concedetevi un piatto di pasta o una pizza al Ristorante Semolino. Per i vegani c’è Mango Vegan Street Food, dove la carne viene sostituita da falafel in una gran varietà di wrap e burger. Un consiglio: se volete un posto a sedere tranquillo e una vista sui ristoranti del piano inferiore scegliete il primo piano.

Bar Bambino

I bar-latteria sono una vera istituzione in Polonia. Si tratta di caffetterie che hanno avuto il loro momento di gloria in epoca socialista, quando servivano pasti economici e nutrienti ai lavoratori. Da allora la scena culinaria di Varsavia ha fatto grandi passi avanti, ma una sosta in un bar mleczny è d’obbligo. Bar Bambino è considerato uno dei migliori e vanta un’ottima posizione centrale. Sedetevi accanto a famiglie del luogo e studenti e godetevi i classici della cucina polacca come pierogi (ravioli di carne, funghi o formaggio fresco), kotlet schabowy (cotoletta di maiale impanata) e zurek e (tradizionale zuppa di farina di segale) a prezzi stracciati. Troverete anche opzioni vegetariane.

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Hala Koszyki è un vecchio mercato restaurato e ricco di ristoranti ©ilolab/Shutterstock
Hala Koszyki è un vecchio mercato restaurato e ricco di ristoranti ©ilolab/Shutterstock

Elixir by Dom Wodki

Secondo questo ristorante, la vodka sta alla Polonia come il whisky sta alla Scozia e il formaggio alla Svizzera. Elixir nasce da un’idea di Dom Wodki, un’istituzione di Varsavia che celebra i sei secoli di distillazione nel paese. Situato proprio accanto al Museo della Vodka e raccomandato anche dalla Guida Michelin, Elixir vi invita a sfidare i vostri pregiudizi sul famoso superalcolico abbinando ogni portata del pranzo o della cena con una vodka selezionata ad hoc. In cucina gli chef rielaborano classici nazionali donando loro un tocco moderno. Provate il de volaille (pollo alla Kiev) sommerso da tartufi bianchi e abbinato a una vodka Belvedere Heritage 176 o andate sul sicuro con una tradizionale aringa con purea di barbabietola, caviale di mela e un bicchierino di Dwór Sieraków Superior.

Weles Bar

Dopo una cena robusta e generosa assaggiate un cocktail in questo locale alla moda. Per trovarlo dovrete percorrere una stradina secondaria deserta e salire i gradini di quella che sembra un’entrata di servizio. La segretezza è voluta: superata una porta priva di insegne, e una scalinata che scende in un seminterrato, vi attenderà un locale con eleganti lampadari, pareti scure e intenditori di alcolici che sorseggiano Manhattan, Martini, Old Fashion preparati con grande maestria. L’arredo e l’ambiente ricordano proprio la New York dell’epoca del proibizionismo, e capirete quanto l’odierna Varsavia abbondi in stile e creatività. Mi raccomando, però: mantenete il segreto.

Oh My Pho

La Polonia conta una popolazione vietnamita stimata intorno alle 50.000 persone che si sono formate qui per via dei programmi di scambio culturali per studenti organizzati dai governi comunisti dei due paesi tra gli anni ‘50 e gli anni ‘80. Per questa ragione la Polonia è uno dei luoghi migliori in Europa per assaporare un pho (ciotola fumante di brodo di manzo speziato che spazzerà via anche i peggiori postumi da eccesso di vodka) davvero autentico. Piccolo, discreto e genuino al 100%, Oh My Pho offre esattamente ciò che il nome suggerisce. I più esperti correggono la loro zuppa con salsa piccante Siracha e la accompagnano con una birra Saigon.

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Ciastko z Dziurką

Se chiedete ai polacchi che vivono all’estero cosa gli manchi di più del loro paese, molti vi risponderanno il pączki, una sorta di brioche fritta farcita fino all’orlo con formaggio cremoso, crema o composta di frutta. Per la gente del posto questo dolce è il tipico dolce di casa. Convenientemente situato sulla stessa strada di Oh My Pho (ci sono però anche altre sedi) Ciastko z Dziurką vende (a quanto si dice) i migliori pączki di Varsavia, assieme ad altri prodotti da forno come scones con ribes rosso e cioccolato bianco o jagodzianki (gustose brioche ai mirtilli) che rendono questo posto l’ideale per recuperare le energie dopo un lungo pomeriggio di passeggiate e visite turistiche.

Cuda na Kiju

Dal 2013 questo locale occupa gli uffici dell’ex quartier generale del Partito Comunista, e ha inaugurato la rivoluzione della birra polacca artigianale. Evitando accuratamente le lager della grande distribuzione che un tempo dominavano il mercato, Cuda na Kiju (nome che significa letteralmente ‘miracolo su un bastoncino’, un’espressione polacca che indica qualcosa di inatteso e formidabile) spilla birre locali e internazionali, tra cui alcune Session ale e IPA polacche, prodotte con luppolo importato dalla Nuova Zelanda. Troverete anche un ristorante che serve ottime pizze preparate in modo quasi scientifico per favorire il consumo di birra. Qui passato e presente si fondono - in terrazza, gli hipster siedono all’ombra dei palazzi di uffici d’epoca sovietica parlando di calcio. 

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