La scena del clubbing a Berlino sta cambiando

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Dai rave alla luce del sole alle discoteche che celebrano la libertà sessuale, fare clubbing a Berlino è senza dubbio un'esperienza unica nel suo genere. Berlino è famosa in tutto il mondo per la musica elettronica con oltre 1600 residenze artistiche e culturali da scoprire tra i meandri della sua giungla di cemento (conteggio della principale piattaforma dedicata al clubbing: Resident Advisor). Visitatori di ogni nazionalità vengono a sperimentare la scena musicale unica, eterogenea, inclusiva e vibrante. È una delle più grandi fonti di attrazione della città.

Donna, clubbing, Berlino
Nonostante le continue pressioni, la scena dei club di Berlino rimane un paradiso inclusivo per l’arte © Hinterhaus Productions/Getty Images
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Eppure, io che vivo qui da oltre dieci anni e faccio la DJ in alcuni club della città, devo a malincuore segnalare che le cose sono cambiate negli ultimi tempi. Alcuni locali, come l’Energizer Bunny (occhiali da sole scuri e bassi martellanti), sono ancora validi, ma molti altri stanno peggiorando sotto vari aspetti. Gli effetti della gentrificazione, come gli affitti sempre più cari a causa della speculazione immobiliare, e gli strascichi della pandemia hanno significativamente intaccato la forza creativa berlinese.

Circa 100 locali notturni sono già stati flagellati da queste orribili tendenze. I media tedeschi hanno battezzato il fenomeno Clubsterben ("la morte dei club") e l’associazione per la vita notturna di Berlino Clubcommission ha incolpato la gentrificazione come principale colpevole.

La posta in gioco è alta: il ruolo di città di riferimento per gli stili di vita alternativi e la controcultura è a rischio. Eppure, qualche speranza rimane in pista grazie ad alcune nuove mosse. Dal 2020, diversi edifici storici in disuso sono stati trasformati in luoghi di intrattenimento di grande capacità. Le ultime due aperture nel 2023 hanno i riflettori puntati contro. Con lo spazio per ospitare centinaia, persino migliaia, di festaioli e un focus sulla musica elettronica, queste iniziative mirano a inaugurare una nuova era del clubbing per Berlino, sperando di ritrovare l’eclettismo e la gioia necessari a debellare la maledizione del Clubsterben.

I rave all’aperto e le feste pop-up rimangono i pilastri della scena musicale berlinese © Christian Ender / Getty Images
I rave all’aperto e le feste pop-up rimangono i pilastri della scena musicale berlinese © Christian Ender / Getty Images

Alzare i bassi della creatività

Trovare posti a Berlino per organizzare serate è diventato più difficile che mai, ma ciò non significa che gli appassionati di vita notturna si siano arresi. I rave illegali negli Spätis (minimarket), nei parchi e nelle foreste cittadine (una moda sbocciata in pandemia) sono più diffusi che mai, sebbene siano limitati a chi ha accesso ai passaparola e spesso vengano denunciati alla polizia.

Senza più spazi per feste su larga scala, il budget per fare le cose fatte bene e gli impianti audio adeguati, la scena cesserà di attirare gli appassionati, ostacolando socialmente ed economicamente la comunità di artisti locali che tenta di esercitare il proprio mestiere e di guadagnarsi da vivere. Berlino sarebbe piena di edifici industriali in disuso che aspettano solo di essere trasformati in iconici locali shabby-chic, ma finché non arriveranno i soldi da investire e le agevolazioni sui permessi, il problema rimane.

La comunità creativa sta collaborando gomito gomito per smuovere la situazione. Con 3747 metri quadrati e una capacità di 700 persone, il nuovo club Turbulence è il risultato degli sforzi di varie associazioni culturali locali che si sono alleate. Situato nella mensa dell’ex aeroporto di Tegel, ovvero un eccentrico edificio arancione brillante che fa tanto Berlino, questo club dal nome azzeccato sta decollando come centro dedicato alla cultura underground, alla musica elettronica, alle arti visive e performative. Il Turbulence incarna il nuovo mantra di creare spazi sociali accessibili e inclusivi, ospitando anche molte start-up tecnologiche e incarnando la filosofia "work hard, play hard".

Un altro club, lo Zita, ha aperto quest’anno in un’ex fortezza a Spandau. La cittadella rinascimentale è stata un tesoro di guerra imperiale e poi un laboratorio di armi chimiche nazista. Oggi ospita serate musicali che attirano anche 2000 persone nelle sue cavernose sale di mattoni con il soffitto ad archi. Finora, il programma è incentrato su musica più commerciale (house e techno) piuttosto che sui suoni più prelibati della scena elettronica berlinese.

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La Citadel di Spandau veste i nuovi panni dello Zita a Berlino © Shutterstock / Drone-Photography
La Citadel di Spandau veste i nuovi panni dello Zita a Berlino © Shutterstock / Drone-Photography

"Riciclo" degli spazi abbandonati

Nel Treptower Park, il parco accarezzato dal fiume Sprea dove sorge il memoriale ai soldati dell’Armata Rossa, lo Zenner, aperto dal 2021, offre numerosi spazi interni ed esterni dove si tengono performance all’avanguardia. Distribuito tra un’elegante villa, una birreria all’aperto e una sala concerti, ha già ospitato feste memorabili, con grandi nomi e performer di fama internazionale che salgono sul palco per offrire musica ambient live, dj set italo-disco in vinile e molto altro ancora. Accanto, il birrificio trasformato in club techno Revier Südost e il Baergarten offrono musica elettronica di ogni genere ed eventi pensati per la comunità e le famiglie, come poetry slam e serate di bingo.

Chiaramente, questi nuovi club sono ispirati a roccaforti iconiche ospitati in altri edifici riconvertiti, come il Sisyphos (un’ex fabbrica di croccantini per cani), il KaterBlau (un’ex fabbrica di sapone) e il Renate (un ex condominio su più piani in condivisione con lo Zenner). Eppure dovranno avere una marcia in più per attirare le folle, visto che quasi tutti sono lontani dal centro città.

Dal bunker di epoca nazista trasformato in museo d’arte all’ex aeroporto diventato parco urbano, Berlino è maestra nel reinventare gli spazi abbandonati spesso macchiati da un passato travagliato e destinarli a nuovi scopi. Le opere di rinnovamento urbano l’hanno resa la capitale mondiale della musica elettronica negli anni ’90, quando club come il Tresor e il Berghain (allora chiamato Ostgut) occuparono gli ex edifici della DDR, icone fino a oggi.

La techno è diventata il mezzo musicale per inneggiare alla libertà e all’unità dopo l’oppressione e la separazione del Muro di Berlino, ma il suo successo ha avuto anche un inno cannibalizzante. Generando 1,48 miliardi di euro di incassi ogni anno (statistiche di Clubcommission), la vita notturna ha reso la capitale tedesca così affascinante e ha scatenato il boom di expat benestanti che vi si sono trasferiti. I critici si schierano contro il "business della techno", ovvero contro i club che antepongono i profitti all’emancipazione delle persone emarginate attraverso l’arte, chiedendo prezzi sempre più alti per l’ingresso alle serate senza tra l’altro aumentare la retribuzione degli artisti.

Le proteste del popolo della notte berlinese contro l’espansione dell’autostrada  © Fabian Sommer / picture alliance via Getty Images
Le proteste del popolo della notte berlinese contro l’espansione dell’autostrada © Fabian Sommer / picture alliance via Getty Images
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La minaccia dell’autostrada

Un nuovo preoccupante pericolo incombe sulle notti berlinesi. La proposta di estendere l’autostrada A100 a un costo di 1,5 miliardi di euro comporterebbe la demolizione di numerosi club e siti culturali, tra cui i tanto amati Renate e //:about blank, entrambi ospitati da edifici storici dell’ex DDR.

Raver e attivisti per il clima hanno unito le forze per protestare contro l’autostrada, anche se le sorti rimangono poco chiare. Comprendendo l’importanza della cultura del clubbing e dell’architettura storica, pare che alcuni politici terranno conto dell’istanza. La legge introdotta di recente dal Parlamento tedesco propone nuove misure di protezione per i luoghi della cultura, club compresi, e potrebbe proteggere i luoghi nel centro, risolvendo al contempo i problemi relativi alla quiete pubblica attraverso nuovi finanziamenti e sostegno.

Il mio punto di vista: la vita notturna di Berlino è ancora viva. Con tutti i cittadini vestiti in appariscenti abiti di pelle e lattice che ancora fanno la coda per entrare nei locali, alcuni visitatori non si renderanno neanche conto della precarietà della situazione attuale. Eppure, a mio modesto parere, la perdita di edifici storici è solo un dettaglio nel quadro più ampio che ritrae il fascino sbiadito di Berlino. Una volta persi gli spazi sociali della controcultura, perderemo le persone uniche e libere che li animano. Sono loro l’anima della città.

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