Confine nord-coreano: viaggio nel posto peggiore sulla terra
Obbedendo agli ordini dei soldati americani, ci mettemmo in fila e restammo a guardare verso la linea nemica. Pensai alla liberatoria che avevo appena firmato e che mi informava: "La visita all'Area di Sicurezza Congiunta di Panmunjom significa l'accesso a una zona di guerra e la possibilità di essere feriti o uccisi per l'azione diretta del nemico".
All'improvviso mi ero sentito un facile bersaglio, sotto il tiro di militari nord-coreani armati di tutto punto e in grado di controllare ogni mia mossa con i loro binocoli. Mi era sembrato di essere finito nel plot di un film di spionaggio di serie B.
Il posto peggiore sulla terra
Eppure non era il set di un film, ma quello che Bill Clinton definì "il posto peggiore sulla terra". Benvenuto nella Zona Demilitarizzata Coreana (ZDC), forse il luogo meno adatto a un turista. Qui si trova la linea di confine militarizzata che separa la Corea del Sud dal suo poco gradito paese confinante, la bad land Corea del Nord. Questi due nemici mortali, formalmente ancora in guerra, si tengono d'occhio dal confine, e lo fanno da quando la guerra guerreggiata ha avuto termine, ovvero circa 60 anni fa.
Questo dramma si svolge ad appena due ore d'autobus da Seoul: può essere avvicinato solo prendendo parte a un tour organizzato. Io viaggiavo con il Panmunjom Travel Center, che ci mise in contatto con un disertore nord-coreano per farci avere notizie sulla vita dall'altra parte.
L'incontro con il disertore nord-coreano
Non avevo aspettative precise - forse immaginavo di incontrare qualcuno vestito come Kim Jong Il -, ma rimasi stupito che il disertore fosse una donna. A metà della trentina, aveva un'aria elegante. C'era anche qualcosa di incredibilmente triste in lei, e aveva un'espressione gelida nello sguardo mentre raccontava la durezza della vita in Corea del Nord. La sua fuga da Pyongyang non aveva richiesto solo una serie di trattative con intermediari e molte miglia a nuoto prima dell'ingresso in Cina, ma anche, come accaduto ad altre donne, il matrimonio con un uomo cinese mai visto prima. Tutto questo per poi trovarsi in Corea del Sud, a distanza di anni, a pagare il caro prezzo di essere sola, lontana dal proprio figlio, dalla famiglia e dai propri cari, e nell'impossibilità di dare notizie. Tuttavia, era stata ancora tra i più fortunati.
Alcune interessanti soste lungo la strada furono il nostro bel preludio alla ZDC. Ci inoltrammo nelle profondità del Terzo Tunnel di Infiltrazione (una delle quattro gallerie segrete scavate in direzione sud dai nord-coreani, con il pretesto di estrarre carbone), visitammo una stazione ferroviaria deserta che aspettava il giorno in cui i treni avrebbero proseguito per Pyongyang, e trovammo un punto panoramico con ampie vedute della Corea del Nord.
Verso il confine
Ciò che tutti eravamo venuti a vedere, però, era l'Area di Sicurezza Congiunta di Panmunjom. Arrivati a Camp Bonifas, la postazione militare del comando delle Nazioni Unite prima del confine, un soldato americano si avvicinò al nostro autobus per controllare i passaporti e darci le istruzioni di base: nessun cenno o altra forma di comunicazione con i soldati nord-coreani, niente ombrelli, penne o azioni che potessero anche solo lontanamente essere scambiate con il brandire un'arma.
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Ma soprattutto, e questa fu la cosa più interessante, evitare jeans strappati. Perché in passato la propaganda nord-coreana ha usato le immagini di occidentali vestiti in modo "sciatto" per dimostrare che negli Stati Uniti non ci si può permettere un paio di calzoni.
Dopo i ragguagli, eravamo pronti a procedere verso la linea di confine. Un breve tragitto in auto ci condusse attraverso la foresta più incontaminata della Corea del Sud, habitat di animali e piante impossibili da trovare altrove nel paese. Al confine vedemmo le famose stanze da incontro color blu chiaro che punteggiano la linea di demarcazione. Dal nostro lato, i soldati della Corea del Sud stavano in piedi fermi come statue da ogni lato dell'edificio indossando elmetti e Ray Ban e tenendo le braccia distese lungo il corpo e i pugni chiusi.
Intanto, dalla parte nord-coreana i soldati marciavano agitando le braccia mentre un alto ufficiale ispezionava il tutto. Osservammo incuriositi alcuni graduati con cappelli dalle tese assurdamente alte mettersi in posa per degli scatti. Quindi la mia attenzione fu attratta da un certo movimento nelle sale da incontro nord-coreane. Vidi le cortine aprirsi e poi subito chiudersi, e capii che ci stavano spiando.
Guerra psicologica
Poi fu il momento di accedere all'edificio in cui le Nazioni Unite avevano sistemato il loro checkpoint. Mentre passeggiavamo per la stanza, compiaciuti di essere sul lato nord-coreano del confine, e posando per alcune foto con i soldati sud-coreani, i nord-coreani si diedero da fare per metterci in difficoltà psicologica: si avvicinarono alla finestra e iniziarono a lanciarci occhiatacce tamburellando con le nocche in modo non troppo amichevole. Fu un momento di grande teatro, nonché una fine memorabile del nostro viaggio.
Realizza l'esperienza
Molte agenzie organizzano visite nella Zona Demilitarizzata, ma è importante sceglierne una che comprenda Panmunjom - senza dubbio il "da non perdere" del giro. La più popolare è la USO, associata con l'esercito americano, ma Panmunjom Travel Center è un ottima opzione per incontrare un disertore nord-coreano (che si manifesterà solo per gruppi di almeno 20 persone). Dovrai prenotare con almeno una settimana d'anticipo e mettere in preventivo di spendere 80-100 US$ per una giornata completa di visita.