La sorpresa continua delle Marche

Redazione Lonely Planet
7 minuti di lettura

Ecco una regione dai mille splendidi volti in cui si viaggia senza fretta tra bellezze artistiche, tesori naturali ed eccellenze gastronomiche.

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Lo spirito del viaggio

Chiariamolo subito: la fretta qui non serve. Le strade che si inerpicano lungo i crinali dei monti, o che serpeggiano tra le colline, invitano ad abbandonare il ritmo e le ansie cittadine. Un viaggio nelle Marche sarà per certi versi anche faticoso, da una città d'arte a una collina di girasoli, da un borgo dell'entroterra a una spiaggia sabbiosa, ma tra i più emozionanti e memorabili che vi capiterà di vivere. Allora partiamo!

Vita di città e profumi d'oriente: Ancona

Crocevia di culture millenarie e straordinario amalgama di architetture e stili, la città più grande e cosmopolita delle Marche vi conquisterà con il suo porto indaffarato e caotico, la decadente magnificenza dei palazzi medievali, il fascino orientale delle chiese bizantine e le tracce della storia antica sopravvissute alle bombe della seconda guerra mondiale. Ma non sarà amore a prima vista. Perché per apprezzare davvero Ancona dovrete far sedimentare per bene i colori, i profumi, le immagini e le emozioni che vi investiranno non appena ci arriverete. Non lasciatevi scoraggiare se troverete qualche museo chiuso, aree archeologiche desolate e chiese in restauro. Godetevi piuttosto la vivace Piazza del Plebiscito, circondata dai locali dove si tira tardi tutte le notti, il panorama mozzafiato dalla splendida Cattedrale di San Ciriaco, i portali goticheggianti del centro e le incredibili Grotte del Passetto. Perdetevi tra le stradine alle spalle del porto, tra l’odore pungente del mare, i polverosi magazzini traboccanti di merci e le trattorie dove per secoli si sono incontrati i commercianti provenienti da ogni angolo del Mediterraneo: Ancona vi si svelerà così in tutta la sua multiforme e contrastante bellezza, rimarrete stregati dal suo fascino un po’ decadente e vorrete tornarci il prima possibile.

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Il successo del Rinascimento: Urbino

Incastonata tra fitti boschi e difesa da una cinta di inespugnabili rocche medievali, Urbino è un gioiello rinascimentale prezioso ed elegante. Sedetevi a un tavolino sotto i portici di Piazza della Repubblica, organizzate un picnic alla Fortezza Albornoz, fatevi rapire dalla genialità di Raffaello e Piero della Francesca a Palazzo Ducale, disorientatevi senza mai perdervi davvero negli stretti e ripidi vicoli lungo le mura, che vi condurranno alla scoperta di tesori inaspettati. Di sera, dopo il tramonto, fatevi contagiare dalla frizzante vita notturna seguendo le comitive di studenti universitari nei loro vagabondaggi tra osterie e locali. Urbino è così, come Giano bifronte. C’è quella rinascimentale, sognata, progettata e realizzata da Federico da Montefeltro, e quella caciarona, chiassosa e sregolata delle migliaia di studenti che frequentano l’università, grazie ai quali, però, qui non c’è mai da annoiarsi tra eventi, feste, festival e spettacoli. 

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Paesaggi perfetti e prestigio di corte: il Montefeltro

Quest’ampia area montuosa e verdeggiante è probabilmente la più conosciuta e rinomata dell’entroterra marchigiano. La sua fama è legata principalmente alla signoria dei Montefeltro, i duchi di Urbino e Gubbio che nel Quattrocento conquistarono tutta Europa con la raffinatezza e il prestigio della loro corte. Non c’è un altro posto, nelle Marche, nel quale l’uomo e la natura hanno lavorato così bene fianco a fianco come nel Montefeltro. Qui, in un paesaggio dominato da aspre colline verdeggianti, si trovano le rocche, i borghi e i castelli più belli di tutta la regione: a Sassocorvaro c’è una fortezza dalla bizzarra forma a tartaruga; a Pietrarubbia, tra le rovine del maniero, si celano le opere dello scultore Arnaldo Pomodoro; a Frontino, in un pugno di case in pietra, trovano posto inestimabili capolavori d’arte. Scoprite questa terra con calma: ve ne innamorerete in fretta.

La varietà dell'Adriatico

La vera perla marina della costa marchigiana è il Conero. Qui, la spiaggia più bella è anche la più inaccessibile (ci si arriva solo via mare): le Due Sorelle; mentre la spiaggia dei Sassi Neri (in realtà bianchissima) e la spiaggia di Mezzavalle si raggiungono solo camminando un po’.

Per molti le Marche sono una lunga distesa di sabbia punteggiata da migliaia di ombrelloni dove fino al tramonto si prende il sole e che di sera si trasforma in un’enorme discoteca a cielo aperto in cui fare le ore piccole. È la Riviera delle Palme, ma anche qui troverete una preziosa infilata di piccoli borghi sopraelevati da cui si godono panorami mozzafiato, un insieme di castelli eretti a difesa della costa, arte e cultura. 

E poi c’è Pesaro, che si risveglia in estate come una bella addormentata, offrendo musei, monumenti e vita notturna, oltre a essere la città natale di Gioachino Rossini, con relativa residenza da visitare e festival operistico annuale a lui dedicato. Infine, anche Fano negli ultimi anni si è popolata di locali, ristoranti e stabilimenti balneari comodi e alla moda, ma non è stata presa d’assalto dai turisti. Perciò si possono ammirare in santa pace la Chiesa di San Pietro in Valle e la Corte Malatestiana, oppure ordinare sontuose portate di pesce cenando con calma in una trattoria del porto. 

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Gola del Furlo: una strada millenaria al profumo di tartufo

Lungo l’antica Via Flaminia, tra alte falesie di roccia e foreste impenetrabili, la Gola del Furlo si apre all’improvviso con le sue acque placide e smeraldine. Qui, nel silenzio a volte spaventoso della natura, potrete vedere i caprioli, i daini, i cinghiali e, con un po’ di fortuna e attenzione, le aquile. Dovete vedere da vicino la galleria scavata nel 76 d.C. su ordine di Vespasiano, aperta con martello, scalpello e sudore, che era uno dei passi più importanti di tutto l’Impero Romano poiché permetteva i collegamenti tra Roma e il Nord Italia. La galleria antica, stretta e a strapiombo sul fiume, mostra ancora la strada lastricata segnata dalle ruote dei carri. I più golosi tra voi, dopo essersi ridestati da tanta meraviglia, potranno puntare verso Aqualagna, la capitale del tartufo bianco: la fiera è a novembre, ma ogni stagione e ogni occasione sono buone per gustare piatti decorati dal prezioso tubero.

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Grotte e cisterne, da Frasassi a Camerano

Città sotterranee, impressionanti cisterne romane, grotte senza fine: c’è un mondo intero sotto i vostri piedi. Nel 1971 un gruppo di giovani speleologi scoprì per puro caso la Grande Grotta del Vento delle Grotte di Frasassi, gigantesco complesso di cavità naturali nascosto tra le montagne, con enormi stalattiti, stanze che potrebbero contenere il Duomo di Milano e cunicoli che sembrano addentrarsi fino al cuore della terra. Sotto il paese di Camerano, scavata nella roccia c’è una città sotterranea lunga oltre 3 km che conserva miti e leggende incisi nella roccia. Nelle simili Grotte del Cantinone, a Osimo, si riunivano i Templari, come testimoniano fregi e sculture. Infine, le grandi cisterne di Fermo furono costruite in epoca romana per raccogliere l’acqua surgiva e rappresentano una sorprendente opera d’ingegneria antica.

Fortezze, abbazie, rocche e castelli

Sono tra gli edifici più frequenti e affascinanti di tutte le Marche e li vedrete ovunque: nelle grandi città e nei borghi più piccini, in mezzo ai boschi, a difesa delle vallate o in cima alle colline. Vedrete il Teatro dell’Aquila a Fermo, uno dei cento teatri costruiti nel XIX secolo nelle Marche che a detta di (quasi) tutti è il più bello: tra velluti, stucchi e dorature, c’è davvero da perderci la testa. L’Eremo di Fonte Avellana, all’inizio di una stretta vallata vicino a Pergola, è citato nella Divina Commedia ed è la meta ideale per ritrovarsi e meditare. La spettacolare Abbazia di San Vittore alle Chiuse anticipa le immense Grotte di Frasassi, il Moresco a sette lati domina il circondario dalla cima di una collina intatto da quasi mille anni. Il Castello di Gradara è un vero e proprio maniero uscito da una favola, con i suoi merli, le alte torri e il portone vi catapulterà in un altro mondo. Qui Paolo e Francesca si scambiarono un casto bacio divenuto leggenda, e nelle sue stanze visse la perfida Lucrezia Borgia.

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Le Marche in sintesi: Jesi tra cultura, storia, natura e gastronomia

Stretta su una collinetta accanto al fiume Esino nell’ondulato entroterra anconetano, Jesi ha un elegante e raffinato nucleo storico, un impianto urbanistico rinascimentale circondato da possenti mura quattrocentesche e una profusione di palazzi, chiese e musei. Poco visitata dai viaggiatori, e per questo ancora più bella e autentica, Jesi divenne famosa (e acquisì molta fortuna) in un giorno del 1173, quando per caso, nella sua piazza centrale, nacque sotto una tenda da campo Federico II di Svevia. Ospita una delle più belle pinacoteche di tutta la regione, nella quale sono esposti i massimi capolavori del pittore veneto Lorenzo Lotto ed è da non perdere, durante i mesi estivi, l’interessante festival lirico Pergolesi Spontini. Al di là di questo, Jesi è una cittadina ordinata e piacevole, piena di ristoranti, locali e negozi deliziosi; è il posto giusto dove bere un buon bicchiere di Verdicchio, il vino bianco che conquista appassionati da tutto il mondo e reso inconfondibile grazie alla bottiglia a forma di anfora: prenotate la visita a una cantina per apprezzarlo al meglio.

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