Come trascorrere una giornata perfetta nella città imperiale di Meknès
Ogni sera, quando scende il tramonto, a Meknès gli ultimi raggi del sole danzano sulla porta imperiale della città, Bab El Mansour. Per alcuni minuti l’imponente porta si accende come la sabbia del Sahara davanti a un pubblico di gente del posto che, invece della macchina fotografica, tiene in mano le borse della spesa. I turisti sono pochi e sparsi qua e là. Questa città imperiale che un tempo fu la capitale del Marocco, non avendo una grande medina medievale come la vicina Fès o un fiorente panorama fusion come Marrakesh, non è riuscita a conquistarsi un posto in molti itinerari di viaggio.
Grazie alla sua relativa oscurità, Meknès è una ventata d’aria fresca. I ristoranti costano meno, anche se sono un po’ tutti uguali, e negli ultimi anni i riad di fascia media hanno conosciuto un vero e proprio boom, offrendo un fascino e una classe in grado di competere con quelli di Fès e Marrakesh, ma a prezzi dimezzati. Il fiore all’occhiello della città sono le tracce lasciate dal regno di Moulay Ismail nel XVII secolo: tre fortificazioni ancora parzialmente inserite nel paesaggio urbano e molte splendide vestigia. Visitate Meknès e non rimarrete delusi.

Mattina
L’unico sito di Meknès dove ci si può imbattere in molti turisti è il Mausoleo di Moulay Ismail, quindi iniziate la giornata da qui per evitare la folla. Il mausoleo è un trionfo dell’artigianato marocchino, come si addice a un sultano la cui famiglia discendeva dal profeta Maometto, che corteggiò la figlia del re di Francia Luigi XIV e che condusse spietate campagne militari per assoggettare il Marocco al suo pugno di ferro. Ismail (1672-1727) trasferì la capitale da Marrakesh a Meknès, avviando un fiorente periodo di sviluppo culturale che si sgretolò rapidamente dopo la sua morte. Nel 2018 il mausoleo dovrebbe emergere più splendido che mai da un restauro di due anni.
Di fronte al mausoleo di Moulay Ismail, tra le mura della città imperiale originale, la Koubbat As Sufara offre un assaggio di ciò che si può vedere più tardi nel corso della giornata a Heri Es Souani: una rete di ambienti sotterranei che si dice fossero utilizzati come magazzini alimentari oppure, a seconda della vostra guida, come prigione per gli schiavi cristiani di Ismail. Prima di pranzo andate a Place El Hedim, nel centro di Meknès, per vedere il Museo Dar Jamaï, un palazzo ottocentesco dal fascino trasandato che è stato convertito in un museo di tessuti, oggetti artigianali in legno di cedro e gioielli tradizionali. Il suo giardino in stile andaluso pieno di uccelli è un posto piacevole per una pausa.

Pomeriggio
Meknès non è una città per buongustai, quindi invece di un pranzo completo fermatevi sulla piazza per mangiare un semplice panino con kofta grigliate e poi prendete un calèche (calesse trainato da cavalli) per Heri Es Souani. I granai e le scuderie reali si trovano 2 km a sud-est lungo una strada chiusa tra due antiche e massicce fortificazioni. Il posto merita il viaggio perché le immense volte dei granai farebbero colpo anche sui nani di Moria. Le scuderie erano in grado di accogliere oltre 12.000 cavalli in file e file di edifici che, riportati alla luce da un terremoto nel XVIII secolo, oggi sbiadiscono sotto il sole cocente. Negli angoli bui dei granai ci sono gigantesche porte in legno di cedro che marciscono a terra, mentre è ben conservata la stanza della noria (ruota dell’acqua), in cui i cavalli issavano secchi d’acqua dal sottosuolo.
Per fare una pausa dalle visite turistiche, andate nella medina nel tardo pomeriggio per gustarvi dei dolci marocchini (Dh30) accompagnati da un tè alla menta o un café noir al Ryad Bahia. Questa casa di famiglia riadattata è la struttura ricettiva di fascia media più suggestiva della città, ma i cordiali proprietari locali – che fanno parte della stessa famiglia che un tempo possedeva il Dar Jamaï – aprono la loro casa per il tè pomeridiano anche a chi non soggiorna da loro.

Tramonto
Il tramonto è il momento della Bab El Mansour. L’imponente porta imperiale fu concepita da Moulay Ismail per esibire la potenza della sua nuova capitale davanti a Fès e Marrakesh, e in effetti sminuisce qualsiasi altro posto delle città imperiali più visitate. La porta fu però completata solo dopo la sua morte. Quando saccheggiò Marrakesh, Ismail depredò le pietre romane della vecchia capitale per costruire la Bab El Mansour, e le due colonne corinzie di marmo bianco situate ai lati della porta provengono da un palazzo di Marrakesh.
Il posto migliore per ammirare il tramonto sorseggiando un tè alla menta è il Cafe Restaurant Place Lehdime,nell’angolo settentrionale di Place El Hedim, che offre un posto privilegiato su una cascata di terrazze panoramiche. Osservate la luce ambrata che mette in risalto l’iscrizione in arabo sulla sommità della porta, che dice: “Sono la porta più bella del Marocco. Sono la luna nel cielo. Proprietà e ricchezza sono scritte sul mio lato anteriore”.

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Sera
È praticamente impossibile trovare il Riad Meknès da soli (chiamate la reception e chiedete a un membro dello staff di venirvi incontro), ma questo è il posto più suggestivo della città per una cena a base di tajine. Le pareti decrepite del palazzo nei cortili interni sono illuminate in modo splendido, e la sala da pranzo è una foresta di cactus, zellij (mattonelle tradizionali con motivi decorativi) e ceramiche locali in cui sono disposti alcuni tavoli. Vicino a Place Lalla Aouda, la comunità di Dar El Kbir che circonda il riad ferve di attività nelle prime ore della sera; visitatela e scoprirete un lato autentico di Meknès che i turisti non vedono.
Trovare alcol nella medina è facile quasi come trovare acqua nel deserto, quindi cercare un bar è uno sforzo inutile. Il fulcro della vita notturna locale è Place El Hedim, dove le coppie passeggiano, le famiglie fanno giocare i bambini su macchine giocattolo telecomandate e musicisti-cantastorie richiamano il pubblico con le loro esibizioni.

Idee per un secondo giorno
Meknès può essere una buona base d’appoggio alternativa per esplorare il Medio Atlante se non vi sorride l’idea di pernottare nelle viscere della medina di Fès. Frequenti treni giornalieri collegano le due città, e inoltre Meknès è più vicina alle rovine romane di Volubilis e alla meta di pellegrinaggio di Moulay Idriss dalle case imbiancate. A Meknès vale la pena di dare un’occhiata alla Medersa Bou Inania, il cui stile ricorda quella di Fès, ma che è leggermente più modesta e tranquilla. I Giardini Lahboul, adiacenti all’esterno delle mura orientali della medina e disseminati di colonne provenienti dal sito romano di Volubilis, sono un’oasi piacevole, e il fatiscente Palais Al Mansour del XVII secolo, in un sobborgo di Meknès, merita una visita per assistere a un progetto di restauro in corso.