Una passeggiata notturna per il centro Roma come ne La Dolce Vita
Piazze vuote, strade silenziose e una strana aria tiepida che anticipa l’estate. Quest’anno sono sessant’anni dall’uscita de La Dolce Vita e cento dalla nascita di Federico Fellini e mai come prima nelle strade di Roma, svuotate delle folle di turisti per la pandemia COVID-19, riecheggia l’eco di un passato splendore.
“Roma è una specie di giungla, tiepida, tranquilla, dove ci si può nascondere bene” dice Marcello in una delle scene di apertura del film e questa frase sembra vera come non mai. Alle piazze brulicanti di vita, bar e ristoranti si è sostituita una nuova normalità straniante fatta di piccoli gruppi di giovani in bicicletta e monopattino che si riappropriano del territorio, nel silenzio assordante di una città che apparteneva ai turisti. Se non fosse giugno, sembrerebbe una qualsiasi tranquilla sera di fine agosto in cui romani sono in vacanza e le notti in città oscillano tra malinconia di fine estate, movida e stupore nel godersi i luoghi amati con un po’ di tranquillità. Sono sere perfette per rincorrere l’estetica inebriante de La Dolce Vita, ripercorrendo i luoghi che l’hanno resa iconica.
San Pietro
Sin dai primi fotogrammi la cupola michelangiolesca si erge imponente tra i palazzi mentre la statua del Cristo viene trasportata in elicottero su Roma. San Pietro, ricostruita a Cinecittà, è anche il luogo del primo incontro tra Marcello (Mastroianni) e Sylvia (Anita Ekberg) che euforica sale le scale della cupola di San Pietro per ammirare il panorama, circondata dagli onnipresenti paparazzi. La cupola e la piazza, purtroppo, rimangono momentaneamente chiuse ai turisti (la Basilica invece ha riaperto il 18 maggio ai fedeli ndr.) ma nulla vieta di ammirare il colonnato del Bernini e quest’eterna meraviglia passeggiando per via della Conciliazione.
Piazza del Popolo
A bordo dell’automobile che lo conduce in una deserta e malinconica Piazza del Popolo, il protagonista e Maddalena (Anouk Aimée) si imbattono in una prostituta dalla voce stridula e l’accento marcato, che decideranno di accompagnare a casa in periferia per avere un momento di intimità. La piazza oggi è semi-vuota, illuminata solamente dall’insegna del bar Canova e qua e là sulle panchine geometricamente distanziate giovani e coppie si riuniscono per celebrare una ritrovata e tranquilla libertà.
Terme di Caracalla
Il complesso termale di Caracalla, amato dell’autore che lo incluse anche in Le notti di Cabiria (1957), è il palcoscenico di una delle scene più allegre e movimentate del film in cui Sylvia balla a piedi nudi sulle note di Ready Teddy cantata da un giovanissimo e timido Adriano Celentano. Allo spettacolo notturno che regalano le terme di Caracalla, impreziosito nelle sere d’estate dagli spettacoli all’aperto del Teatro dell’Opera rinviati quest’anno al 2021, si sostituisce una pensosa passeggiata lungo i resti del complesso, illuminato con i colori della bandiera italiana fino al termine dell’emergenza sanitaria.
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Da Via Veneto a Piazza Barberini
L’elegante e attraente via Veneto di Fellini esiste ormai solo nella pellicola. La via degli hotel e dei bar di lusso degli artisti negli anni Sessanta, ricreata negli studi di Cinecittà dal regista, conserva ben poco del fascino senza tempo che aveva nel film vincitore della Palma d'oro al Festival di Cannes del 1960. Pandemia o meno, la strada che conduce in pochi minuti da Porta Pinciana alla splendida piazza Barberini, famosa per la fontana del Tritone, incanta per la sua mesta bellezza notturna che esplode alla vista di uno dei capolavori del Bernini, soprattutto quando la si può apprezzare in solitudine (o quasi) per contemplarne i dettagli.
Fontana di Trevi
“Marcello, come here!” la gioia contagiosa nella voce di Sylvia che lo chiama dalla fontana di Trevi riecheggia per le strade fatiscenti di una Roma degli anni Sessanta. Vagando tra i vicoli con un gattino in mano, l’attrice cerca Marcello prima di rimanere estasiata dalla vista della fontana ed entrarci, per poi invitare il protagonista a raggiungerla.
Quest’atmosfera raramente pervade il turista che si trova a passeggiare per il centro, travolto da una folla di luci e rumori. Sembra di essere tornati, invece, indietro nel tempo a una Roma elegante e altera, lussuosa e popolare al tempo stesso. Tra il buio e il silenzio dei vicoli, che fino a pochi mesi fa erano illuminati da costellazioni di bar, ristoranti e negozi pieni di turisti, da lontano si inizia a sentire lo scorrere dell’acqua. Nella quiete della sera, le luci al neon fioche dei monopattini guidano idealmente per le vie del centro in una passeggiata che potrebbe recare nei titoli di coda: regia di Federico Fellini.