Torino: 5 ritratti d'autrice

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Abbiamo chiesto a Sara Fiorillo, autrice della nuova Torino Pocket, di parlarci di cinque volti di questa città da amare, visitare e se possibile da far conoscere in giro per l'Italia e per il mondo. Seguiamola in questo tour tra le sue esperienze predilette, dalla cascata di luci del Regio di Mollino a un nuovo locale di San Salvario.

Torino, Piazza Vittorio Veneto © Lonely Planet Italia
Torino, Piazza Vittorio Veneto © Lonely Planet Italia
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Il mio cielo preferito

Lo so, pensate che il mio cielo preferito sia Son et lumière, che proietta luci e ombre sulla cupola della Mole, mentre ve ne state sdraiati sulle (decine di) chaises longues. E invece no. Anche il mio fa da guscio a (migliaia di) poltrone rosse e gioca con la luce (che casca attraverso fiammiferi trasparenti) e con le forme (in veste optical bianco e viola), ma è un altro cielo. Dunque accomodatevi e alzate lo sguardo. In un batter d'occhio verrete ipnotizzati e catturati nellaconchiglia semiaperta progettata da quel genio di Carlo Mollino con il preciso scopo di disorientarvi e farvi perdere l'equilibrio. Quindi mi raccomando, qui al Teatro Regio, prima di tutto, sedetevi!

L'atteso sabato mattina

Sarà di certo colpa nostra se ci dividiamo tra lavoro e weekend, ma aspettando tempi migliori Torino il sabato mattina se lo gode. Tanto per cominciare si sveglia tardi. Quindi va a sfogliare La Stampa in un caffè (storico, se vuole specchiarsi vanitosamente tra le boiseries, o popolare, se si sente scapigliata). Poi un salto al mercatino delle pulci del Balon, la spesa nel 'suq' di Porta Palazzo, e infine da Ranzini, per un piattino di acciughe al verde, un bicchiere di Barbera e due chiacchiere con gli avventori, in una saletta autentica e genuina tra bottiglie, quadretti e tavolini in legno.

Un luogo di culto

Chi lo sa se a Berlino o a Parigi c'è uno spazio rivoluzionario come il Teatro della Caduta (Via Bava 39): una compagnia che ha sposato con coraggio la vera arte dello spettacolo, ovvero che offre agli artisti la possibilità di salire sul palco senza fare pagare un biglietto ma facendo cappello in sala. Prima era soltanto un teatrino in miniatura di 4x3 metri e 45 posti, oggi è anche Caffè della Caduta con un piacevolissimo foyer open bar dove intrattenersi prima e dopo gli eventi, a sbevazzare emangiucchiare qualcosa e scambiare due parole con gli artisti.

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Torino sarà anche grigia ma si può colorare

Io non lo sapevo che il Fiordaliso fosse una tonalità di blu. O che il Persiano lo fosse del verde. L'ho scoperto nell'atelier di Mariateresa Grilli (Via Martiri della Libertà, 27), dove ci sono una quantità di colori insoliti, e una quantità di materiali pregiati e rigorosamente naturali (la morbidissima canapa e la pelosissima superkid moher, per esempio). Fateci un salto: è l'occasione per rinnovare il guardaroba con qualche pezzo unico sopraffino, e per dare un po' di colore a una città dove la luce, non di rado, è un po' misera.

La ciliegina sulla torta

Inutile che il locale di Luca, Giustino, Carlo e Davide lo cerchiate in Torino Pocket perché non c'è - è stato inaugurato una manciata di ore dopo la nostra deadline. Ma ciò non toglie che dal 30 ottobre 2013 la ciliegina sulla torta della movida di San Salvario sia l'Anselmo Vermouth (Via Belfiore 14). Una splendida idea: quella di ricostruire la storia dello storico marchio Anselmo Vermouth, di contattare la famiglia, di scovare le ricette originali, di fare tutti gli esperimenti del caso, di recuperare il marchio, e di rimettersi a fare il Vermouth (nelle versioni classica e riserva). Uno splendido posto: tutto legno, cemento e cotto, con cucina a vista, con laboratorio con le erbe, e con un mood un po' anni Trenta e un po' fabbrica, ma per niente americano, piuttosto molto... torinese. A cominciare dall'aperitivo doc della città, ribattezzato "vermouttino".

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