Una Lione inaspettata tra giochi di luce e labirinti segreti
Dall'8 all'11 dicembre, la città sarà illuminata a festa dall'emblematico gioco di luci conosciuta da tutti come la Fête des Lumières. Tradizione antica che affonda le sue radici nella simbologia religiosa ottocentesca, la festa delle luci di Lione è un ottimo motivo per mettersi all'esplorazione di una delle città più affascinanti della Francia meridionale.
Dopo l’annus horribilis dello scoppio della pandemia, Lione città delle luci torna a brillare. L’edizione del 2020 della Fête des Lumières sarà pure saltata, ma per l’anno della ripresa locals e turisti potranno ammirare il grande spettacolo di installazioni luminose, bagliori nel cielo e sugli edifici storici della città. Non senza precauzioni, vista l’attuale situazione pandemica, che pur continua a preoccupare. Ma, di nuovo, col naso all’insù, per ammirare le opere d’arte lucenti in Place de Jacobins, alla Saint Jean Cathedral e in Place Bellecoeur.
Sono 29 in tutto: così, dal giorno dell’Immacolata all’11 dicembre, la normalità ripristinata dopo lo stop forzato del 2020 avrà l’aspetto di edifici storici vestiti di accecante bellezza. Ha origini antiche, la Festa delle Luci di Lione, che affondano nelle tradizioni popolari e religiose del 1850 circa. All’epoca, l’8 dicembre, i cittadini ponevano sulle finestre una candela accesa per celebrare la statua della Vergine Maria in processione. I riflessi del fuoco creavano incredibili giochi di luce sulle facciate degli edifici. La tradizione è rimasta viva nei secoli, si è solo trasformata in uno degli eventi europei più mastodontici e scenografici di sempre. Modello per diverse altre città, Lione ha cristallizzato nelle luci la sua identità di città cosmopolita ma ben ancorata al passato, che si scopre nei vicoli labirintici della Vieux Lyon.
Da fare a Lione: esperienze gastronomiche e altre meraviglie
Quartieri di Lione: perdersi nei traboules
Un dedalo di vie chiamate traboules si snoda tra Vieux Lyon e Croix Rousse. Le traboules sono passaggi pedonali coperti tipici di alcune cittadine francesi: a Lione sono in tutto 315 i passages che collegano 230 vie per un totale di 50 chilometri.
Le traboules hanno una storia che si percepisce perdendocisi dentro. Alcuni risalgono all’epoca romana, mentre la maggioranza è frutto del lavoro dei tessitori di seta del XIX che avevano bisogno di passaggi veloci (anche in caso di maltempo) per giungere da un parte all’altra della città. Sono poi diventati, durante la II Guerra Mondiale, riparo per la Resistenza. A differenza delle traboules, le miraboules sono passaggi che finiscono in vicoli ciechi: da vedere quelli a Lione Vecchia in rue Boeuf (nr.16) e al n. 8 di rue Juiverie. Questa labirintica architettura la si scopre proprio nella parte storica della città: le traboules più belle collegano il n. 27 di rue SaintJean con il n. 6 di rue des Trois Maries e il n. 54 di rue Saint-Jean con il n. 27 di rue du Boeuf.
Mercati di Lione: scoprire le prelibatezze locali
Mangiare e farlo bene è un’esperienza che a Lione è impossibile non fare. Parchi e spazi all’aperto, sparsi in modo molto generoso in città, sono perfetti per fare picnic all’aperto e gustare le bontà acquistate nelle bancarelle. Il più famoso (e al coperto) è Les Halles de Lyon Paul Bocuse (aperto dalle 7 del mattino alle 19 nei giorni feriali e dalle 7 alle 13 in quelli festivi e alla domenica. ). Questo mercato è un concentrato di tradizione e innovazione: nato nel 1859, oggi accoglie il lavoro di oltre 60 commercianti. Parole d’ordine: qualità, convivialità e sapore. Da assaggiare, mentre ci si perde nel dedalo di profumi del mercato, la forma rotonda del morbidissimo Saint-Marcellin dalla leggendaria formaggiaia Mère Richard, un bitorzoluto salame Jésus de Lyon da Collette Sibilia. Imperdibile anche la mangiata di coquillages (molluschi) da consumare sul posto. Altri mercati di Lione da vedere: Marché de la Croix Rousse e il Marché Saint-Antoine, ciascuno con oltre 100 venditori