Berlino, gira tutto intorno al Muro

Redazione Lonely Planet
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Sembra un paradosso, ma il protagonista principale della commemorazione non sarà presente, se non per qualche tratto. Parliamo ovviamente del Muro di Berlino, il più inquietante simbolo della Guerra Fredda che per quasi 28 anni divise non solo la città, ma anche il mondo. Il 9 novembre 2009 è una data da segnare sul calendario, perché sarà il culmine della grande festa organizzata a Berlino per celebrare i vent'anni della Mauerfall, la caduta del Muro.

Il bacio tra Breznev e Honecker al museo del Check Point Charlie - foto di E. Rossi
Il bacio tra Breznev e Honecker al museo del Check Point Charlie - foto di E. Rossi
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Berlino, gira tutto intorno al Muro

Da almeno sei mesi a questa parte la città è tutta un fermento di mostre, eventi, visite guidate, retrospettive e tagli di nastro, il tutto condito con una buona dose di amarcord. Il DDR Museum, per esempio, ha realizzato una mostra interattiva dedicata agli anni foschi ed eroici della Germania Est. Sedere sulla vecchia Trabant fa venire i brividi, soprattutto perché da qualche tempo circola la voce che la mitica auto stia per tornare in produzione (rivista e aggiornata, per fortuna).

C’è però un aspetto che rende ancora più evidente (e scusate l’ennesimo paradosso) l’assenza del protagonista. Qualche mese fa, con l’avvicinarsi dell’estate, le autorità cittadine hanno avuto l’idea geniale di fare ciò che molti di noi si propongono in vista della bella stagione: hanno deciso di imbiancare ciò che resta del muro per rimediare ai danni causati ai murales da inquinamento e vandalismo. Alcuni degli autori sono insorti, ma poi hanno accettato la proposta di tornare a riprodurre quei pezzi di storia. Il caso più celebre è quello di Dmitri Wrubel, che all’inizio degli anni Novanta consegnò al Muro l’ironico bacio tra Breznev e Honecker. Wrubel si è messo al lavoro e nel luglio 2009 ha portato a termine l’opera.

Al di là dei paradossi, nella Berlino del 9 novembre 2009 un dato emerge con evidenza. Ciò che resta del muro, ovvero quel chilometro e mezzo frammentario e discontinuo che è sopravvissuto alla storia (e ai restauri), è un filo rosso che collega molti punti di interesse in città, legati alla Guerra Fredda ma non solo. Abbiamo voluto percorrere quel filo segnalando i luoghi in cui il Muro è ancora visibile e lo abbiamo fatto con le fotografie dei viaggiatori che hanno condiviso la propria esperienza berlinese. Questo è il nostro modo di celebrare il 9 novembre 1989.


East Side Gallery a Friedrichshain

L’East Side Gallery è il tratto più lungo, meglio conservato e più interessante del Muro. Si trova nel cuore di Friedrichshain, il quartiere più camaleontico della città, quello dei bar alla moda, delle strutture industriali trasformate da punk e squatter e dei palazzi abnormi dell’ex DDR. Qui il Muro è diventato una tavolozza a cielo aperto perché decine di artisti di tutto il mondo (compreso il nostro amico Wrubel) vi hanno trasferito l’euforia e l’ottimismo del dopo Guerra Fredda. Il must assoluto da queste parti è il Café Sybille, lungo la celebre Karl-Marx-Allee. Non è solo un locale in cui sedersi per un caffé e una fetta di torta, ma anche una miniera di informazioni su questo angolo della città e un museo in continua evoluzione. Ci trovi anche un pezzo dei baffi di Stalin recuperato dalla statua che sorgeva lì vicino, distrutta nel 1961.


Potsdamer Platz e Tiergarten

Ci sono due Potsdamer Platz, quella che segue e quella che precede la costruzione del Muro. Nella prima (e siamo intorno al 1930) incontri Greta Garbo, un via vai continuo di auto e uomini d’affari impomatati, hotel di lusso e il primo semaforo d’Europa.

Nella seconda puoi camminare tu stesso, vicino a un brandello del muro e immerso in una quantità indescrivibile di stimoli culturali, fino a perderti negli spazi di vetro del Sony Center, un insieme di sette edifici costruito all’inizio del nuovo millennio che, visto da una certa prospettiva, ricorda la vetta del monte Fuji. I giapponesi non esportano solo high-tech ma anche un po’ del proprio spirito.

Uscendo dal Sony Center osserva con attenzione il manto stradale, perché vedrai una suggestiva traccia del percorso del muro che da qui proseguiva lungo Ebertstrasse fino alla Porta di Brandeburgo. La Brandenburger Tor, già: con questa straordinaria quinta scenica alle spalle, Ronald Reagan pronunciò la famosa frase: "Mr Gorbaciov, tiri giù quel muro". Era il 12 giugno del 1987 e forse nemmeno lui immaginava che la storia avrebbe corso tanto in fretta.


Checkpoint Charlie a Kreuzberg

Kreuzberg, a sud-est di Potsdamer Plaz, è un quartiere deliziosamente provocatorio, ambiguo, stravagante e imprevedibile. Non perdere una visita al Jüdisches Museum, viaggio rivelatore attraverso duemila anni di storia ebraica, e lo spirito bohémien di Bergmannstrasse, endroit perfetto per mangiar fuori e bere qualcosa.

Kreuzberg c’entra con il muro perché qui si trovava il famigerato Checkpoint Charlie. Alpha, Bravo, Charlie... l’alfabeto fonetico americano ispirò il nome del terzo posto di controllo degli Alleati nella Berlino del secondo dopoguerra.

Qui i carri armati americani e sovietici si fronteggiarono nell’ottobre del 1961, poco dopo la costruzione del Muro. A questo luogo sono legati alcuni degli episodi più dolorosi dell’ex DDR.

Non lontano, il 17 agosto del 1962 il diciottenne Peter Fechter, di professione muratore, fu colpito dalle guardie di confine e lasciato morire dissanguato. D’obbligo una visita al Mauermuseum, un museo privato che raccoglie l’attenzione dei turisti e i cimeli del Muro, come la riproduzione dell’opera di Wrubel che abbiamo scelto per introdurre questo tributo.


La memoria del Muro vicino a Reichstag

Il Muro correva proprio dietro il Reichstag, nel cuore del centro storico di Mitte. Ecco perché qui vicino si trovano molti monumenti in memoria di coloro che trovarono la morte nel tentativo di attraversarlo.

Accanto all’angolo nord-est del Reichstag, il Gedenkstätte Weisse Kreuze (Memoriale delle croci bianche) è un’opera costituita di sette croci bianche infisse proprio dove il Muro finiva nello Sprea.

Oltre il fiume, nei sotterranei della Marie-Elisabeth-Lüders-Haus, l’artista e attivista ambientalista Ben Wagin ha creato un’installazione raccogliendo alcuni frammenti originali del Muro, ognuno dipinto con una data e il numero delle persone uccise in quell’anno presso la cortina della vergogna.

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