Trekking, viaggiare vivendo se stessi. Intervista a Linda Cottino

Redazione Lonely Planet
3 minuti di lettura

C'è qualcosa nel fare trekking che riesce a coinvolgere ogni fibra del nostro corpo e che ci mette in comunicazione con la parte più intima di noi stessi. Senza dimenticare, certo, l'incontro con alcuni degli scenari più entusiasmanti del pianeta.

Linda Cottino in Sardegna, lungo il sentiero Selvaggio Blu © Mario Verin
Linda Cottino in Sardegna, lungo il sentiero Selvaggio Blu © Mario Verin
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Sono solo alcuni degli spunti che ci regala in questa intervista Linda Cottino, giornalista, esperta camminatrice, consulente dell'edizione italiana di Trekking intorno al mondo e ospite al Trento Film Festival.

Linda, raccontaci la tua top five di trekking da non perdere...

I primi tre li ho percorsi, gli altri due sono ancora nei miei sogni. Il trekking del Fitz Roy, nella Patagonia argentina, vi rimarrà nel cuore per la spettacolarità dei panorami e per la potenza della natura in cui siete immersi. Come monumenti di pietra, il Fitz Roy, il Cerro Torre, l'Aguja Poincenot svettano al fondo di infinite distese battute dai venti: una visione che vi lascerà senza fiato. Diversissime le sensazioni che si provano sul GR20 della Corsica, uno dei sentieri leggendari d'Europa, che dall'alto delle cime e delle creste vi offrirà sempre anche scenari di mare. Sembra di star dietro casa, ma non sottovalutate l'impegno, perché due settimane sono lunghe, i dislivelli tutt'altro che banali e i passaggi talora scoscesi e delicati. Infine, il grande Nord, con il suo sole estivo perenne e la vastità primordiale dell'ambiente. Il Sentiero del Re, o Kungsleden, è il più antico della Svezia, passa per le terre dei Lapponi e porta fino ai piedi della cima più alta del paese, il Kebnekaise. Uno spettacolo naturale indimenticabile.

I due trekking dei miei sogni, invece, sono l'Overland Track, la traversata delle terre alte della Tasmania, dall'altra parte del mondo, tra lagune, cascate e foresta tropicale, e il mitico John Muir Trail nella Sierra Nevada: 11 giorni fra passi rocciosi e praterie, attraverso alcuni dei più famosi parchi nordamericani, uno per tutti lo Yosemite National Park.

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L'approccio giusto per un trekking: che cosa portare, come prepararsi, quali sono gli errori da non

Non esiste un approccio "giusto", valido per tutti, perché ciascuno ha esigenze e gusti diversi. Ci sono però alcune regole che è bene fare proprie, almeno all'inizio, poi con l'esperienza si possono adattare e modificare. Il primo passo è senz'altro studiare il percorso sulla carta, pianificando spostamenti e tempi di percorrenza, nonché punti di approvvigionamento: è molto importante per iniziare a entrare anima e corpo nel trekking. Dopodiché, fate una lista delle cose da mettere nello zaino. E poiché tendiamo a portare sempre troppo, il consiglio è: riducete il peso al massimo, non abbiate paura di togliere il superfluo, perché quando sarete in marcia da ore e per giorni, ogni fibra del vostro corpo ve ne sarà grata.

Che cosa significa "camminare"? Perché è un modo di muoversi così affine al nostro tempo?

Camminare è il nostro movimento più naturale, quello che ci fa sentire interi e vivi, che ci dà il senso della scoperta. Ed è sempre stato il modo usuale di spostarsi; solo con la modernità mettersi in cammino non è più un obbligo, ma una scelta. Affogati in un mondo che va di fretta e che ci propina l'alta velocità come l'apice del progresso, scegliere di camminare, e andare lenti, è un gesto rivoluzionario. Così facendo ascoltiamo il mondo attorno, lo annusiamo, ci ascoltiamo, ed è come tornare un po' a noi stessi. Una sorta di meditazione in movimento.

Qual è il rapporto degli italiani con il trekking? Perché sono sempre più interessanti a questo modo

Gli italiani non sono stati mai degli appassionati camminatori. Forse per l'indole mediterranea, che con il sole e il caldo si guarda bene dall'andarsi a cercare "inutile" fatica... Negli ultimi anni, però, assistiamo a una scoperta dell'andare a piedi che coinvolge un numero sempre maggiore di persone. Che sia dovuto al fatto che camminare non costa, o che invece ci stiamo aprendo a esperienze nuove, o che stia semplicemente nascendo una moda, o tutte queste cose insieme, fatto sta che pullulano associazioni e movimenti che fanno del camminare il proprio scopo, e libri che sul camminare costruiscono il loro plot narrativo. È comunque positivo che si stia affermando un modo sano e semplice di vivere se stessi e il territorio che abitiamo. Chissà mai che proprio camminando non ci riesca di diventare tutti insieme più rispettosi del pianeta che ci ospita.

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