Riscoprire la propria dimensione nel Salar de Uyuni

Visitare il Salar de Uyuni, in Bolivia, permette di far pace con se stessi. Nel mezzo di questa infinita distesa bianca, dove l’orizzonte scompare e le nuvole diventano un tappeto su cui camminare, ti senti piccolo, minuscolo come un granello di sale. Guardandoti attorno, percepisci sulla pelle la finitezza dell’essere umano. Per un momento la mente si svuota: davanti agli occhi c’è qualcosa di molto più grande di noi. E tutto torna ad avere una dimensione corretta. Un’esperienza che merita essere fatta almeno una volta nella vita.

Il Salar de Uyuni, in Bolivia, è la più grande distesa di sale al mondo ©Gabriele Orlini
Il Salar de Uyuni, in Bolivia, è la più grande distesa di sale al mondo ©Gabriele Orlini
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Camminare sulle nuvole

Con i suoi 12.106 kmq il Salar de Uyuni è la più grande distesa di sale al mondo. Un paesaggio che definire surreale non gli rende giustizia. È qualcosa di molto di più, capace di toccare corde intime e fortemente personali in chiunque si avventuri nel suo infinito orizzonte. Siamo a un’altitudine di 3653 m. Arrivando dal vicino paese di Uyuni si possono intravedere sui lati della strada chiazze di bianco. Ma è solo quando si lascia la strada principale che ci si rende conto della magia di questo posto. Un bianco abbacinante domina ogni angolo. Gli occhiali da sole non sono un’opzione se non si vuole rimanere accecati. Lo spettacolo, poi, aumenta se si ha la fortuna di andarci dopo che ha piovuto. In questo caso, la distesa bianca lascia posto direttamente all’azzurro del cielo e a nuvole che sembrano fatte di panna. È talmente suggestivo che, camminandoci sopra, il terreno sembra essere più morbido e pannoso.

Dopo la pioggia, cielo e terra si uniscono nel Salar de Uyuni, in Bolivia ©Lisa Zillio
Dopo la pioggia, cielo e terra si uniscono nel Salar de Uyuni, in Bolivia ©Lisa Zillio

Quando ci si trova immersi in questo spettacolo si può fare solo una cosa: fermarsi ad ammirarlo, lasciando la mente libera di vagare. È una sensazione bellissima. Ci si sente leggeri e parte di qualcosa molto più grande di noi. Sono stata due volte al Salar de Uyuni. Entrambe in moto, come passeggera. Entrambe entrando da Colchani, il punto di accesso più facile per entrare nel Salar. Non ci sono strade nel Salar, almeno non come ce le immaginiamo. Ci sono però delle piste. Si vedono le tracce di pneumatici che quotidianamente solcano sempre gli stessi percorsi, una transumanza di anime sospesa nella meraviglia di questo luogo.

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Il Salar de Uyuni, Bolivia ©Lisa Zillio
Il Salar de Uyuni, Bolivia ©Lisa Zillio

Per visitare il Salar de Uyuni è consigliato affidarsi a uno dei tantissimi tour con partenza da Uyuni, Tupiza o anche da San Pedro de Atacama, in Cile. Durano qualche giorno, dipende da cosa si sceglie, e permettono di visitare i posti più rinomati come, per esempio, l’Isla Incahuasi o il Playa Blanca Salt Hotel. Vicino a questo edificio si trova anche la famosa piattaforma delle bandiere e il monumento al Dakar Rally. Questa storica gara ha fatto più volte tappa qui, l’ultima nel 2016 e, anche nella cittadina di Uyuni, si possono trovare diversi riferimenti al rally. Molti tour, poi, permettono di visitare anche le spettacolari lagune circostanti e altri luoghi d’interesse del circuito sud-occidentale come, per esempio, il grande campo di geyser chiamato Sol de Mañana o la selvaggia Los Lípez.

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Visitare in autonomia il Salar de Uyuni è possibile ma va fatto con cognizione di causa. Si tratta pur sempre di una zona remota in cui è facile perdere l’orientamento, il terreno può essere imprevedibile e la logistica difficile da organizzare. È vivamente consigliato avvalersi di una guida locale, se si decide di procedere con i propri mezzi, e pianificare con cura il percorso. Essere sprovveduti può costare caro da queste parti. Oltre che per la propria sicurezza, una guida locale è fondamentale anche per poter capire meglio il posto che si sta visitando, la sua storia, la sua geografia, la sua cultura. 

La piattaforma delle bandiere nel Salar de Uyuni, Bolivia ©Lisa Zillio
La piattaforma delle bandiere nel Salar de Uyuni, Bolivia ©Lisa Zillio

Uyuni: un avamposto di frontiera

Questo paese, nato nel 1889 come avamposto militare, si trova in una regione che, nonostante lo sviluppo turistico, rimane ancora oggi pressoché isolata. Il clima non è per nulla amichevole e il freddo la fa da padrone per gran parte dell’anno. In questo angolo della Bolivia una volta c’erano solo miniere e piccoli insediamenti. E in realtà, a parte un aumento dei turisti, il resto sembra essersi cristallizzato nel tempo da quanto sembra uguale ai racconti del passato.

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Uyuni vive del turismo legato al Salar, e grazie all’industria mineraria. Lo si può notare dalla quantità di hotel e agenzie turistiche che si vedono passeggiando per le sue strade, e dai camion carichi che formano lunghe file nei due distributori di benzina della cittadina. Non c’è molto da vedere qui. Non ci si ferma a lungo a Uyuni, se non il tempo necessario per fare tappa verso il Salar. È comunque un’esperienza interessante da fare perché qui si può ancora assaporare il fascino di stare in un posto di frontiera, dove le strade sono per la maggior parte bianche o in pietra e la polvere si solleva a ogni folata di vento. 

Nel 2016 la Dakar Rally è passata per Uyuni ©Lisa Zillio
Nel 2016 la Dakar Rally è passata per Uyuni ©Lisa Zillio
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Il cimitero dei treni di Uyuni

A circa tre chilometri dal centro si trova il Cementerio de Trenes. Si tratta di un deposito in cui giacciono abbandonati locomotive a vapore e vagoni risalenti al XIX secolo. È un luogo molto suggestivo da visitare. Non si trovano informazioni, non è un museo. Semplicemente, si lasciano andare le briglie della fantasia per immaginarsi un tempo che non c’è più.

Il  Cementerio de Trenes a Uyuni, Bolivia ©Gabriele Orlini
Il Cementerio de Trenes a Uyuni, Bolivia ©Gabriele Orlini

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