Islanda, l’entrata per il centro della Terra

Oggi partiamo per un viaggio nell’isola più selvaggia d’Europa, l’Islanda. Ci sposteremo tra realtà e fantasia, tra ghiacciai, vulcani e un romanzo d’avventura.

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“Discendi nel cratere dello Jokull di Sneffels

che l'ombra dello Scartaris viene a lambire prima delle calende di

luglio,

viaggiatore audace, e perverrai al centro della Terra.

La qual cosa io feci. Arne Saknussemm”

Così recitano le parole di un immaginario scienziato islandese del XIV secolo, secondo un celebre romanzo scientifico per ragazzi. Se immaginario è lo scrittore, il luogo descritto è assolutamente vero: incastonata fra l’Atlantico e il Mar di Groenlandia, solo pochi chilometri più a sud del Circolo Polare Artico, si trova l’isola che da qualche anno popola i sogni di tantissimi turisti e viaggiatori italiani: l’Islanda.

Art, Wind & Fire

L’Islanda è una terra giovane, e perciò dall’animo inquieto, vittima di cambiamenti improvvisi e repentini sbalzi d’umore: un’isola adolescente. Tutto in Islanda è in continuo movimento e contrasto, dal ribollire del suolo agli sbuffi dei geyser, dall’esplosivo ruggito dei suoi vulcani al placido scorrere degli iceberg nelle lagune glaciali. Sospesa sul margine fra la placca americana e nordeuropea, in soli 100.000 km² (circa un terzo dell’Italia) conta ben 31 vulcani, e più di duecento ghiacciai. Questo suo essere geologicamente viva, unito alla natura selvaggia e a condizioni di vita spesso proibitive, ha determinato nel tempo un fascino irresistibile, per autori di epoche e provenienza totalmente differenti. Pensiamo al nostro Leopardi e al suo Dialogo della natura e di un islandese, o più recentemente al numero impressionante di artisti moderni nati su quest’isoletta, che vanta meno della popolazione di Firenze: l’avanguardia di Björk, il post-rock dei Sigur Rós, i Kaleo con le loro tinte blues e folk, gli Of Monsters and Men, fra i pochi capaci di creare hit mondiali con pezzi indie-folk. Non a caso, in Islanda una persona su dieci pubblicherà almeno un libro nell’arco della propria vita. Forse fu proprio questo vento d’arte e malinconia a investire Jules Verne, quando scelse l’Islanda come il luogo per il suo Viaggio al centro della Terra: ll professor Otto e suo nipote Axel, protagonisti del celebre romanzo scientifico, inizieranno il viaggio verso il cuore del mondo all’interno del vulcano Snæfellsjökull, situato sulla penisola di Snæfellssnes, sulla costa ovest islandese.

La penisola Snaefellsnes, sulla costa occidentale islandese © Alberto Montemurro
La penisola Snaefellsnes, sulla costa occidentale islandese © Alberto Montemurro
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Snæfellssnes, una fotografia dell’artico

Questa regione è fra le più selvagge e incontaminate del paese, oltre a offrire alcuni dei paesaggi più spettacolari ai viaggiatori che scelgono di avventurarvisi. Fra i luoghi più inseguiti, oltre al ghiacciaio che circonda il già citato vulcano, spiccano la particolarmente fotogenica chiesa di Búðakirkja, e il monte Kirkjufell, anche noto come “la montagna più fotografata d’Islanda”, dall’inconfondibile profilo a punta di freccia. Ogni anno, questo piccolo monte il cui nome significa “cattedrale”, attira fotografi di paesaggio da tutto il mondo, oltre a migliaia di turisti ansiosi di replicare la tipica immagine che lo ritrae incorniciato dalle omonime tre piccole cascate, magari sotto il verde brillante dell’aurora boreale.

Il Kirkjufell, con il suo inconfondibile profilo a punta di freccia © Alberto Montemurro
Il Kirkjufell, con il suo inconfondibile profilo a punta di freccia © Alberto Montemurro

Il freddo e le strade Islandesi

Verrebbe da chiedersi come possono arrivare migliaia di turisti in un luogo all’apparenza così inaccessibile e inospitale, se non fosse che l’Islanda è molto meno inospitale di quanto ci si possa immaginare. Qui le temperature non sono mai così proibitive come ci si aspetterebbe a simili latitudini: attraversata interamente dalla corrente del Golfo, mantiene anche d’Inverno delle minime attorno ai -2, -3 gradi. Questo potrebbe rincuorare i turisti più freddolosi, mentre chi si sente titubante ad affrontare le strade islandesi con un mezzo proprio, può sempre scegliere di affidarsi ad uno dei tanti bus che partono da Reykjavík, e portano ai luoghi più suggestivi dell’isola. Infatti, pur non essendo particolarmente rigido, il clima sa essere inclemente, guidare con il vento islandese sull’asfalto morso dal ghiaccio richiede esperienza, così le condizioni delle strade vengono costantemente monitorate e rese pubbliche tramite il sito road.is.

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Un esemplare dei robustissimi cavalli Islandesi © Alberto Montemurro
Un esemplare dei robustissimi cavalli Islandesi © Alberto Montemurro

L’Islanda oggi

Purtroppo, se da un lato la relativa accessibilità dell’Islanda ha rappresentato l’Eden per chi cerca il brivido dell’artico, e contribuito a trainare l’Islanda fuori dalla crisi del 2008, è però inevitabile il rovescio della medaglia: il turismo è aumentato oltre ogni previsione, i grafici dell’ultimo decennio hanno assunto un andamento verticale, fino a toccare quota due milioni di visitatori nel 2017. Il governo islandese ha cercato di far fronte a questo improvviso boom con nuove norme, infrastrutture, ampliando l’offerta di strutture ricettive, e cercando di salvaguardare le proprie bellezze naturali con una campagna di responsabilizzazione del turista straniero, con opuscoli disponibili già all’aeroporto di Keflavík. Nonostante questo, fra il popolo islandese si comincia a rumoreggiare, e c’è chi già rimpiange l’antica tranquillità precedente al 2010, quando il vulcano dal nome impronunciabile Eyjafjallajökull bloccò i voli di mezza Europa, ricordando al mondo l’esistenza di questa piccola isola nel nord del continente. Eppure, nulla sembrava frenare la voglia d’Islanda nei turisti esteri, almeno sino al fallimento della low cost islandese WOW Air, che ha segnato nel 2019 la prima battuta d’arresto di un trend apparentemente irreversibile, seguito dal Covid-19 e all’attuale incertezza del turismo internazionale.

Il Toro e la Cintura di Orione brillano sul passo attorno allo Snaeffelsjökull © Alberto Montemurro
Il Toro e la Cintura di Orione brillano sul passo attorno allo Snaeffelsjökull © Alberto Montemurro
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Ma una volta passata l’emergenza globale, cosa resterebbe di paesaggi deserti e natura selvaggia, della malinconia e del romanticismo, se l’Islanda dovesse tornare a essere una calamita per turisti?

Fortunatamente, nonostante resti impressionante rapportare 300mila abitanti con 2 milioni di visitatori annui, va sottolineato come questi si distribuissero prevalentemente nell’area di Reykjavík e nel vicino Circolo d’Oro, o comunque su una superficie decisamente estesa (ad esempio, la sola Milano ne accoglie ogni anno circa dieci). Così, oggi l’Islanda offre ancora un territorio libero e meraviglioso, e la Snæfellssnes resta incorrotta e pura come il colore delle sue montagne. 

Tuttavia, il suo cuore più selvaggio resta lì nascosto fra il ghiaccio e la neve, e sarà offerto solo al "viaggiatore audace" che accoglie il compromesso con il vento artico, sfuggendo alle rotte comuni.

Ma per quello bisogna essere come Alex e il professor Otto e inseguire rune e avventure viaggiando liberi ai margini della Terra.

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