Nell’Indonesia nascosta (anche dai vulcani): viaggio nel Kalimantan

Redazione Lonely Planet
7 minuti di lettura

Le fitte giungle equatoriali del Kalimantan offrono epiche avventure nelle foreste pluviali. Questo angolo di Indonesia non ha vulcani ed è protetto dagli tsunami, il che ha permesso alle sue antiche foreste di crescere rigogliose e di ospitare specie animali fra le più memorabili del mondo. Il nobile orangutan condivide le chiome degli alberi con acrobatici gibboni, mentre nel cielo volteggiano i buceri. 

Kalimantan Indonesia
Lungo il fiume su una zattera di bamboo nel Kalimantan ©PitGreenwood/Getty Images
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Da sempre le popolazioni native, chiamate collettivamente dayak, vivono in comunione con l’ambiente naturale, qui tanto esuberante quanto ostico. Le loro longhouse punteggiano le rive dei numerosi corsi d’acqua, creando un senso di comunità unico in questo paese, già noto per l’ospitalità dei suoi abitanti. 

Le risorse naturali del Kalimantan sono un obiettivo di sfruttamento intensivo; un quarto delle foreste del Borneo è stato distrutto e la sua fauna, un tempo abbondante, e le tradizioni culturali, stanno rapidamente scomparendo. Visitate questo paradiso, finché potete: per farlo ecco in nostri consigli sui luoghi più belli del Kalimantan.

Cross-Borneo Trek

Il Borneo offre uno degli itinerari escursionistici più lunghi e appassionanti del mondo.
I due Kalimantan, l’Est e l’Ovest, sono divisi dalla Catena dei Muller, dove sgorgano anche le sorgenti dei due fiumi (sungai) più lunghi dell’Indonesia. Pertanto, risalendo uno dei due fiumi, valicando la Catena dei Muller e scendendo lungo l’altro fiume, potete attraversare da un capo all’altro la terza isola più grande del mondo. Tenete ben presente, tuttavia, che il Cross-Borneo Trek comporta pericoli insidiosi, da rapide micidiali a tratti in zone remote e molto accidentate dove il minimo passo falso può avere conseguenze che vi cambieranno la vita. Non dovreste affrontarlo prima di aver avuto altre esperienze di trekking nella foresta pluviale. 

Una barca tradizionale klotok nel Parco Nazionale di Tanjung Puting 
©Alvaro Candia/Shutterstock
Una barca tradizionale klotok nel Parco Nazionale di Tanjung Puting ©Alvaro Candia/Shutterstock
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Parco Nazionale di Tanjung Puting

Il Tanjung Puting è la meta più popolare del Kalimantan, e per buone ragioni. L’altissima probabilità di vedere gli orangutan scorrazzare liberamente nella foresta, la suggestiva risalita di un fiume che si snoda nella giungla e la possibilità di arrivarci con voli diretti per Surabaya e Jakarta, creano le condizioni per un’avventura affascinante e accessibile a tutti. 

Il modo migliore per esplorare il parco è a bordo di un klotok, un romantico battello a due piani che risale il Sungai Sekonyer fino a Camp Leakey. Durante il giorno ve ne starete seduti sul ponte superiore scoperto a sorvegliare la giungla con un binocolo in una mano e un drink nell’altra, mentre il battello procede scoppiettando lungo lo stretto canale. Quel lampo di colore giallo-turchino è un martin pescatore che sfreccia sulle rive, dove potrebbero sbucare le fauci di un falso gaviale attirato dal profumino dei piatti preparati dal cuoco. La sera vedete le scimmie nasiche che si preparano un riparo notturno fra le chiome degli alberi, con il fiume alle spalle come protezione. Questi curiosi primati dal pelo dorato, il ventre prominente e il grosso naso pendulo vivono solo nel Borneo e a volte sono chiamati monyet belanda (scimmie olandesi). Di notte, gettata l’ancora, vi sistemerete sul ponte con materasso e zanzariera per sprofondare nel più dolce dei sonni, cullati dal mormorio della giungla. 

Orangutan nel Parco Nazionale di Tanjung Puting, Kalimantan. ©Francois-Olivier Dommergues/Getty Images
Orangutan nel Parco Nazionale di Tanjung Puting, Kalimantan. ©Francois-Olivier Dommergues/Getty Images

Le foreste e i villaggi de Kapuas Hulu

Il Sungai Kapuas, il fiume più lungo dell’Indonesia, inizia dalle pendici dei Monti Muller e si snoda per 1143 chilometri passando accanto ad alcuni dei più antichi, amichevoli e vivaci villaggi di longhouse del Kalimantan e costeggia il Parco Nazionale di Danau Sentarum, un paradiso per i fotografi, con la perenne visione del Bukit Raya, la vetta più alta del Kalimantan, in lontananza. Tra i villaggi da non perdere vi segnaliamo:

Sintang Si trova alla confluenza del Sungai Kapuas e del Sungai Melawi, dove la vetta del Bukit Kelam si erge come una sentinella fra voi e il Kapuas Hulu. Una magnifica galleria di tessuti artigianali allestita in una longhouse appositamente costruita e un museo molto interessante rendono questa località un buon punto di sosta durante il viaggio in autobus fra Pontianak e Putussibau. Partite da qui per le escursioni nel Parco Nazionale di Bukit Baka–Bukit Raya e per il trekking di sette giorni fino alla sommità della montagna più alta del Kalimantan. 

Putussibau Nei dintorni di Putussibau non si può agitare un mandau (machete) senza colpire una betang (longhouse). Alcune di queste tradizionali abitazioni dayak arrivano a ospitare 30 e più famiglie; se vi mettete a un’estremità del portico anteriore comune, l’altra estremità scompare in una serie di linee convergenti interrotta soltanto da un cane che dorme o da bambini che giocano. Ci sono diversi tipi di betang, da quelle storiche tutte decorate, costruite sopra robusti pilastri di legno, a quelle più anonime formate da una fila di case che sembrano caserme. 

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Lo spettaxolo lungo il fiume Mahakam, Kalimantan, Indonesia © Rafal Cichawa
Lo spettaxolo lungo il fiume Mahakam, Kalimantan, Indonesia © Rafal Cichawa

In barca sul Sungai
Mahakam

Il maestoso Mahakam, il secondo fiume più lungo dell’Indonesia, è come un microcosmo del Kalimantan. Risalendo il fiume alla ricerca del ‘Cuore del Borneo’, incrocerete innumerevoli chiatte che ne trasportano le risorse naturali, vedrete villaggi secolari che resistono alle vicine miniere di carbone, e poi aree fitte di alberi dal fusto altissimo accanto ad altre che vengono progressivamente disboscate per estendere le piantagioni di palme da olio. E quando scenderete a terra, vedrete SUV smaglianti parcheggiati davanti agli imponenti uffici governativi, a un passo da un venditore di mandau (macheti) intagliati a mano che riesce a malapena a sfamare la famiglia. Questo è il Kalimantan, con tutte le sue contraddizioni e la sua struggente, disarmante e potente bellezza. E il modo migliore di viverla fino in fondo è proprio un viaggio lungo il Mahakam: un’esperienza che ricorderete per tutta la vita. 

Bella vita a Balikpapan

Essendo l’unica città cosmopolita del Kalimantan, Balikpapan può essere una meta interessante di per sé. Nel corso degli anni, i proventi dell’industria petrolifera e la presenza di lavoratori stranieri hanno alterato profondamente la fisionomia di questa città portuale, conferendole un aspetto decisamente occidentale. Pulita e vivace, ha diverse e vaste zone commerciali e alcune spiagge discrete. Gli alberghi di categoria elevata abbondano e i prezzi sono estremamente ragionevoli, per non parlare della sorprendente vita notturna. L’abitato si sviluppa in ogni direzione, ma il cuore pulsante della vita cittadina è nella zona centrale vicino a Jl Sudirman, che la sera è estremamente animata. Nel complesso, Balikpapan è un posto perfetto per trascorrere un weekend di relax o per fare una sosta prima o dopo un viaggio più avventuroso. 

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Una spiaggia tropicale nell'arcipelago Derawan © Sony Herdiana
Una spiaggia tropicale nell'arcipelago Derawan © Sony Herdiana

Arcipelago Derawan

Questo arcipelago di isole tipicamente tropicali è un luogo completamente diverso dal resto del Kalimantan. Qui non troverete giungle e orangutan, ma spiagge e mante. Delle 31 isole principali, le quattro più facili da raggiungere sono Derawan, che è la più affollata nei weekend, il placido paradiso dell’atollo di Maratua e poi Sangalaki e Kakaban, caratterizzate da un fascino selvaggio. Le immersioni e lo snorkelling in quest’area sono fra i migliori dell’Indonesia, offrendo una gran varietà di specie pelagiche e di barriera che includono barracuda, squali, mante, tartarughe e un’infinità di creature più piccole. Dato che il trasporto da un’isola all’altra costa parecchio, pianificate il viaggio con cura e magari trovate qualche amico con cui dividere la spesa. Tenete presente che sulle isole non ci sono bancomat e che in gennaio e febbraio il mare è agitato, quindi le possibilità di effettuare immersioni sono limitate e il viaggio è più rischioso. 

i dintorni di Loksado, Kalimantan © Bambang Wijaya
i dintorni di Loksado, Kalimantan © Bambang Wijaya
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L’incantevole villaggio di Loksado

Annidato ai piedi dei Monti Meratus nel punto in cui finisce la strada, Loksado è il luogo più paradisiaco del Kalimantan. Il villaggio principale sorge nell’ampia ansa di un torrente limpido e gorgogliante che lo protegge come un fossato dagli attacchi del mondo moderno. Ci sono numerosi sentieri escursionistici – alcuni asfaltati – che collegano villaggi remoti con insediamenti ancora più remoti, rendendo questa zona una meta ideale per chi ama avventurarsi in luoghi in cui il tempo sembra essersi fermato. Una mountain bike sarebbe il mezzo ideale per esplorare questi splendidi scenari, ma purtroppo, almeno finora, nessuno in città ne noleggia. Fate base qui per i trekking fino alle vette montuose, alle cascate o ai remoti villaggi dayak. Oppure godetevi semplicemente il ritmo tranquillo della vita in un sereno villaggio di montagna del Kalimantan.

Tatung all’annuale festa a Singkawang di Cap Goh Meh © Muslianshah Masrie
Tatung all’annuale festa a Singkawang di Cap Goh Meh © Muslianshah Masrie

Celebrazioni a Singkawang per Cap Goh Meh

Singkawang sprigiona un’energia che non si trova in altre parti del Kalimantan. Questa città a maggioranza cinese ricorda la Shanghai degli anni ’50; ci sono alcune classiche shophouse (edifici a due piani con un negozio al piano terra e sopra l’abitazione del proprietario), antiche fornaci per cuocere le ceramiche, un pittoresco mercato notturno (Pasar Malam Hongkong) e un migliaio di templi. La città si trasforma in una grande festa all’aperto in occasione del Cap Goh Meh, che celebra il 15° giorno del calendario lunare cinese, quando le strade si riempiono di draghi e leoni che ballano insieme ai tatung (santoni posseduti da spiriti che si perforano il corpo con oggetti appuntiti e praticano sacrifici animali) cinesi e dayak. Uno spettacolo luar biasa (straordinario). 

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Guide e prodotti consigliati:

Libro fotografico

Atlante delle avventure

Quando andare

Dicembre - marzo I frutti, inclusi rari tipi di durian, portano allo scoperto gli orangutan. 

Luglio – settembre La stagione è secca, ma il fumo degli incendi può offuscare l’aria. 

Agosto – settembre Condizioni ideali per le immersioni nell’Arcipelago del Derawan. 

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Indonesia
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