Il Lago d’Aral, dove la fantascienza va in scena dagli anni ‘60
È una scena di desolazione assoluta: poche barche arrugginite - tutto ciò che resta della lotta peschereccia di Monyaq, in Uzbekistan - adagiate su un letto di saline punteggiate di arbusti. Al di là si estende una vasta area desertica, mentre ciò che resta del lago dista ormai più di 200 km. Un viaggio al Lago d’Aral, dall’Uzbekistan o dal Kazakistan, insegna come l’abuso delle risorse naturali possa avere ripercussioni durature.
Negli anni ’60 il Lago d’Aral - all’epoca il quarto lago d’acqua salata più grande del mondo - alimentava una fiorente industria della pesca e forniva un quarto del pesce dell’Unione Sovietica. In seguito, gli scellerati piani sovietici di monocoltura determinarono la deviazione dei fiumi Amu-Darya e Syr-Darya, che alimentavano il lago, per irrigare i campi di cotone - una pianta che ha notoriamente un grande fabbisogno d’acqua - in Uzbekistan e Turkmenistan. Questo diede il via a una catastrofe ecologica irreversibile. Oggi il turismo fornisce un piccolo reddito alle comunità i cui storici mezzi di sostentamento sono stati spazzati via.
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Perché andare al Lago d’Aral?
Come un paesaggio uscito da un film di fantascienza distopico, il cimitero delle navi a Moynaq e i rottami delle chiatte da pesca che giacciono nelle acque poco profonde dell’Aral settentrionale sono una vista tremenda e indimenticabile. E questo disastro causato dall’uomo è ora più attuale che mai, visto che l’umanità sta lottando contro il cambiamento climatico. La fatiscente città kazaka di Aral, porta d’accesso al suo omonimo specchio d’acqua, ha visto il ritorno di una modesta industria della pesca grazie alla costruzione della diga di Kok-Aral nel 2005, che ha portato a un lento innalzamento dei livelli dell’acqua. Oggi è una base per le visite guidate dalla ONG al singolare paesaggio desertico che circonda l’Aral settentrionale.
In Uzbekistan la città di Nukus, porta di accesso all’Aral meridionale, merita una visita per i campeggi gestiti dalla comunità, le esplorazioni delle tombe e le avventure all’aperto. Inoltre riserva una sorpresa, il Museo Savitsky, che ospita la seconda collezione d’arte contemporanea per importanza dell’ex Unione Sovietica dopo il Museo Statale Russo di San Pietroburgo.
Come arrivare al Lago d’Aral
Una volta ottenuto il visto per l’Uzbekistan, arrivare a Nukus è semplice. Quasi tutti i viaggiatori stranieri volano a Tashkent, la capitale, e poi abbinano le visite alle città della Via della Seta di Samarcanda, Bukhara e Khiva con un lungo viaggio in treno verso nord per Nukus. Sul lato kazako, Aral si raggiunge in treno da Almaty in 30 ore.
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Quando andare
Aprile-giugno e settembre sono i mesi più gradevoli per il viaggio, in modo da evitare il caldo torrido estivo. In primavera il deserto nei pressi del lago, in particolare sul versante del Kazakistan, è tappezzato di fiori selvatici.