Il meglio dell’Uzbekistan: cinque mete da non perdere

Redazione Lonely Planet
5 minuti di lettura

Culla di civiltà da oltre due millenni, l’Uzbekistan può vantare un suggestivo patrimonio architettonico e artistico, profondamente permeato dalla storia crudele e affascinante dell'antica Via della Seta. Viaggiare in Uzbekistan vi porterà dritti nel paese più ricco e straordinario dell’Asia centrale. 

Bukhara
La moschea Poi Kalon al tramonto, Bukhara, Uzbekistan
Pubblicità

Le cose da vedere in Uzbekistan non mancano: Samarcanda, Bukhara e Khiva conquistano e stupiscono i visitatori con le loro favolose moschee, le medressa e i mausolei, ma non mancano attrattive più insolite come il Lago d’Aral, che sta rapidamente scomparendo, le fortezze del remoto Karakalpakstan, la fiorente capitale Tashkent e le iniziative di ecoturismo avviate tra i Monti Nuratau. Tra così tanta bellezza ecco 5 attrattive da non perdere quando si è in viaggio in Uzbekistan.

Samarcanda
La medrassa Sher-Dor illuminata, Samarcanda ©Dinozzzaver/Shutterstock

1. Registan, Samarcanda

Non dovrebbe neppure esserci il bisogno di scriverlo, ma un viaggio a Samarcanda per ammirare il complesso di capolavori architettonici timuridi più spettacolare dell’Asia centrale è d’obbligo. Con la sua profusione quasi esagerata di maioliche, mosaici azzurri e vasti spazi armoniosi, il Registan, un complesso di maestose e imponenti medressa, costituisce il fulcro della città e con ogni probabilità il luogo più straordinario di tutta l’Asia centrale. I tre maestosi edifici che lo compongono sono tra le medressa più antiche del mondo giunte fino a noi, dal momento che quelle risalenti a epoche precedenti furono distrutte da Gengis Khan. 

Il Registan ‒ nome che in tagiko significa ‘luogo sabbioso’ ‒ era il centro commerciale della Samarcanda medievale, quando la piazza era con ogni probabilità interamente occupata dal bazar. Nel corso dei secoli le tre medressa sono state gravemente danneggiate dai frequenti terremoti che hanno colpito la regione e il fatto che siano ancora in pie-di dimostra la straordinaria abilità dei loro costruttori. 

Situata nel lato occidentale, la Medressa di Ulugbek è la più antica e fu terminata nel 1420 durante il regno di Ulugbek, Sotto le piccole cupole collocate agli angoli vi erano le aule, che oggi ospitano una mostra dedicata a Ulugbek. Sul retro sorge una grande moschea con un bellissimo interno dipinto di blu, fiancheggiata da un’aula dall’aspetto austero. A volte i poliziotti di guardia si offrono di scortare clandestinamente i visitatori sulla sommità del minareto della medressa per circa US$10. 

Non mancate di visitare la moschea situata nel lato sinistro del cortile e ornata da elaborate decorazioni in blu e oro, che simboleggiano la ricchezza di Samarcanda. Il raffinato soffitto della moschea ‒ coperto di la- mine d’oro ‒ è piatto, ma il motivo affusolato crea dall’interno l’impressione che si tratti di un soffitto a cupola. Il risultato è magnifico. 

Pubblicità

2. Bukhara

Città più sacra dell’Asia centrale, Bukhara (Buxoro) ospita edifici millenari e un centro storico compatto e intensamente vissuto, che non è cambiato molto nel corso degli ultimi due secoli. Si tratta di uno dei luoghi migliori dell’Asia centrale per farsi un’idea dell’aspetto che aveva il Turkestan prima dell’arrivo dei russi. 

Nel centro della città ‒ in gran parte sotto tutela architettonica ‒ si trovano numerose medressa, minareti, una poderosa fortezza reale e i resti di un mercato un tempo molto vasto. I restauri attuati dal governo sono stati più sobri e meno invasivi di quelli compiuti nella più sfarzosa Samarcanda e le strutture ricettive della città sono di gran lunga le migliori e più pittoresche del paese. 

Per vedere le attrattive principali di Bukhara vi occorreranno almeno due giorni. Cercate di trovare il tempo necessario per gironzolare senza meta nella Città Vecchia, in quanto soffermandosi troppo sui circa 140 edifici protetti si rischia di perdere di vista l’insieme.  E non partite senza aver ammirato (e magari acquistato) i famosi tappeti di Bukhara.

Bukhara
Le cupole blu della medrassa a Bukhara, Uzbekistan ©Ozbalci/Getty Images

3. Khiva

A Khiva incontrerete i fantasmi dell’ultimo khanato indipendente dell’Asia centrale, rimasto immutato tra le sue mura di mattoni crudi in mezzo al deserto di Kyzylkum. Nel corso del XIX secolo il nome di Khiva, che evocava immagini di carovane di schiavi, crudeltà barbariche e terribili viaggi attraverso deserti e steppe infestati da tribù di predoni turkmeni, incuteva paura a tutti, fuorché ai più temerari. 

Oggi Khiva (Xiva) è un’accogliente cittadina storica votata al turismo lungo la Via della Seta. Il centro storico è talmente ben conservato che potrebbe addirittura sembrare poco autentico, una sorta di ‘città museo’. Tuttavia, dopo aver varcato le porte cittadine e aver percorso le strade della celebre Ichon- Qala (città interna fortificata), splendida nella semplicità monocromatica della sua cinta muraria di mattoni crudi, avrete l’impressione di avere fatto un tuffo nel passato. 

Cercate di fermarvi qui almeno una notte: la Città Vecchia è particolarmente suggestiva all’alba, al tramonto e alla sera, quando i profili illuminati dalla luna dei minareti inclinati e delle medressa, visti dai vicoli tortuosi, sprigionano tutta la loro magia. 

Pubblicità

Iscriviti alla nostra newsletter! Per te ogni settimana consigli di viaggio, offerte speciali, storie dal mondo e il 30% di sconto sul tuo primo ordine.

Khiva
Il mercato a Khiva, Uzbekistan ©eFesenko/Shuttersto

4. Museo Savitsky

L’isolata Nukus è una delle città meno affascinanti dell’Uzbekistan ed è poco visitata dai turisti, ma è qui che troverete la collezione di opere d’arte più importante dell’Asia centrale. Circa metà dei dipinti fu portata a Nukus in epoca sovietica dall’artista ed etnografo Igor Savitsky, che riuscì a preservare un’intera generazione di opere d’avanguardia, che nelle altre repubbliche del paese venivano messe al bando e distrutte, perché non conformi al realismo sovietico in vigore all’epoca. 

I quadri trovarono un nascondiglio sicuro in questa cittadina remota e isolata (l’ultimo posto al mondo dove ci si sarebbe aspettati di trovarli) ed è interessante scoprire come questo museo anticonformista sia riuscito a sopravvivere in epoca sovietica. La visita guidata in inglese è molto utile per inquadrare storicamente la collezione e fornisce un’interessante introduzione alle affascinanti storie che si celano dietro molti dipinti. 

Nukus
Nukus al tramonto, Uzbekista
Pubblicità

5. Margilon

Se viaggiando lungo la Via della Seta vi siete chiesti da dove provenga veramente questo tessuto così famoso, Margilon (Marg’ilan), località situata a 16 chilometri da Fergana, vi fornirà la risposta. L’Uzbekistan è il terzo produttore di seta del mondo e il centro di questa industria si trova tradizionalmente a Margilon, sede del grande setificio Yodgorlik e di molti altri laboratori più piccoli a conduzione familiare. 

Sebbene conservi poche testimonianze del suo passato, Margilon ha origini molto antiche e con ogni probabilità fu fondata nel I secolo a.C. Per secoli le corporazioni locali dei mercanti ‒ che ricoprivano un ruolo fondamentale nel commercio dell’Asia centrale e in quello della seta in particolare ‒ non seguirono altra legge che la propria, al punto che la città fu il cuore del mercato nero uzbeko fino agli ultimi anni del regime sovietico. Margilon è anche una delle città del paese più devote all’islam. 

Pubblicato nel e aggiornato nel

Destinazioni in questo articolo:

Uzbekistan
Condividi questo articolo
Pubblicità