Abruzzo, tra montagne poco addomesticate e borghi romantici

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Sono numerosi i motivi che possono convincere un viaggiatore a esplorare le montagne poco addomesticate dell’Appennino abruzzese: il cuore selvaggio dell’Italia custodisce preziosi gioielli che si svelano lentamente e che imprimono nella memoria ricordi indelebili fatti di panorami intensi, borghi romantici, spazi aperti e incontri inconsueti. Il modo migliore per scoprirli è prepararsi a vivere un viaggio all’insegna delle attività outdoor per immergersi pienamente nella natura e assaporare tutte le sfumature di un territorio capace di sorprendere con la sua anima fiera e autentica come il popolo che lo abita. 

Il versante orientale del Gran Sasso visto da Prati di Tivo  © Denis Falconieri / Lonely Planet Italia
Il versante orientale del Gran Sasso visto da Prati di Tivo © Denis Falconieri / Lonely Planet Italia
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Alla scoperta del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

Il profilo inconfondibile della montagna più alta dell’Appennino caratterizza tutto il territorio: le sue pareti di roccia chiara si innalzano con una verticalità vertiginosa che culmina ai 2.912 metri di altezza della cima del Corno Grande. Il modo migliore per conoscere il massiccio è partire dal basso, dai borghi che punteggiano i suoi versanti. Iniziate il vostro itinerario da Civitella del Tronto, cittadina fortificata, caratterizzata da un labirinto di viuzze e scalinate che culminano della poderosa Fortezza, dalla quale la vista si inerpica sui Monti della Laga e sul Gran Sasso per poi scendere rapidamente fino alle acque placide dell’Adriatico. Proseguite poi verso Campli, borgo medievale famoso principalmente per due cose, la porchetta italica e la Scalinata Sacra: unite quindi il sacro e il profano prima salendo in ginocchio i gradini in legno di ulivo per ottenere l’indulgenza plenaria e poi ricompensandovi con un ottimo panino alla porchetta (imperdibile quello che preparano nella macelleria nella piazza centrale del paese). 

Il panorama dai 2.912 metri della vetta del Corno Grande © Denis Falconieri / Lonely Planet Italia
Il panorama dai 2.912 metri della vetta del Corno Grande © Denis Falconieri / Lonely Planet Italia

Il versante orientale del Gran Sasso

Lasciatevi alle spalle le colline che annunciano l’Appennino e salite fino a Pietracamela e Prati di Tivo, località di montagna che in inverno offre piste da sci vista mare, una vera rarità in Italia, e in estate punto di partenza ideale per scalare il Gran Sasso. Da qui, equipaggiati con scarpe da trekking, zaino e tutto l’occorrente, incamminatevi verso il Rifugio Franchetti, punto di appoggio ideale per attaccare la vetta: il sentiero che vi porterà sulla cima del Corno Grande non è molto impegnativo, anche se occorre avere un po’ di allenamento per poterlo affrontare. Lungo il tragitto vi imbatterete anche nel Ghiacciaio del Calderone, il ghiacciaio più a sud d’Europa, che a causa del surriscaldamento globale è ormai prossimo all’estinzione. Una volta giunti in vetta, ossigenate i vostri occhi con il panorama superbo che vi circonderà a 360 gradi: se la giornata è tersa riuscirete a vedere i due mari, l’Adriatico da una parte e il Tirreno dall’altra. 

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Una volta soddisfatte le vostre velleità alpinistiche, continuate a percorrere le strade tortuose che tagliano i fianchi della montagna: fate una tappa a Isola del Gran Sasso per vedere la Chiesa romanica di San Giovanni ad Insulam e poi fermatevi a Castelli per ammirare le botteghe dei ceramisti e l’incredibile soffitto maiolicato della Chiesa di San Donato, soprannominata la Cappella Sistina della maiolica. 

La Chiesa di Santa Maria della Pietà a Rocca Calascio © Denis Falconieri / Lonely Planet Italia
La Chiesa di Santa Maria della Pietà a Rocca Calascio © Denis Falconieri / Lonely Planet Italia

Il versante meridionale e i grandi spazi di Campo Imperatore

Passate quindi al versante meridionale del massiccio, dove verrete abbagliati dal fascino senza tempo di Castel del Monte e di Capestrano, e sarete rapiti dalla bellezza di Santo Stefano di Sessanio, rinato grazie a un grande progetto di recupero di un imprenditore italo-svedese che è stato un volano per l’intero borgo. Concedetevi una pausa a Rocca Calascio per ammirare il castello, monumento iconico dell’Abruzzo, prima di perdervi nei grandi spazi di Campo Imperatore. Questo altopiano, che va da 1600 fino a 2200 metri di quota, è spesso paragonato al Tibet e alla Patagonia, ma è affascinante soprattutto perché assomiglia a se stesso: abbracciato dalle vette del massiccio del Gran Sasso, è lungo circa venti chilometri e largo otto. Qui tradizionalmente i pastori transumanti portavano le greggi di pecore durante i mesi estivi, prima di ripartire lungo il tratturo verso il Tavoliere delle Puglie. Oggi, oltre alle mucche e alle pecore al pascolo, non è raro incontrare cavalli allo stato brado, camosci, caprioli, cervi e aquile, in uno spazio di wilderness che spesso è stato utilizzato come scenografia negli spaghetti-western (Lo chiamavano Trinità), ma non solo. 

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L’altopiano di Campo Imperatore è uno spettacolo naturale indimenticabile © Denis Falconieri / Lonely Planet Italia
L’altopiano di Campo Imperatore è uno spettacolo naturale indimenticabile © Denis Falconieri / Lonely Planet Italia

Percorrendo la lingua d’asfalto che attraversa l’altopiano vi imbatterete nella Macelleria Giuliani e nel Ristoro Mucciante, dove una tappa è d’obbligo: mettetevi in coda, acquistate gli immancabili arrosticini e la carne che più vi ispira e poi uscite a cucinarveli sulle braci sempre accese fuori dai locali. Una volta soddisfatto l’appetito, proseguite fino alla stazione di arrivo della funivia che sale da Fonte Cerreto, dove sorgono l’Albergo Campo Imperatore, famoso per aver ospitato la prigionia di Mussolini nel 1943, e l’Ostello Lo Zio, il più alto d’Europa, realizzato nell’edificio che ospitava la vecchia funivia, e l’Osservatorio astronomico d’Abruzzo. I sentieri che percorrono questa zona sono tantissimi, in base al vostro allenamento e al tempo che avete a disposizione potete organizzare diverse escursioni, a piedi o in mountain bike: una delle più facili e gettonate è quella al Rifugio Duca degli Abruzzi, punto panoramico che domina la piana di Campo Imperatore rivelando tutta la sua infinita bellezza. 

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