La macchina del tempo di Pompei: guida moderna per un giorno nella città antica
Pochi parchi archeologici al mondo regalano ai viaggiatori un affresco sul mondo antico tanto vivo quanto Pompei. Ecco una guida completa per passare una giornata nei famosi scavi districandosi tra ville e botteghe, mosaici e affreschi senza perdere le attrazioni principali.
Partire preparati: come organizzare un viaggio a Pompei
Pompei è una città dalla doppia vita. La prima cominciò nel VII secolo a.C. e si spense nel 79 d.C.; la seconda iniziò nel 1748 – quando furono avviati gli scavi sistematici – un terzo dell’antica città è ancora sepolto – e continua ancora oggi, con milioni di turisti che visitano la città ogni anno. Armatevi di una borraccia (il sito è pieno di fontane) e preparatevi a una vera e propria festa per gli occhi.
La visita
Sul sito www.pompeiisites.org potrete non solo comprare il biglietto, ma anche scaricare la mappa digitale del parco archeologico. Il sito è aperto dalle 9 alle 19 da aprile a ottobre, dalle 8.30 alle 17.30 tra novembre e marzo. Il lunedì è giorno di chiusura.
L’urbanistica pompeiana
Le mura di cinta dell’antica Pompei delimiteranno il raggio d’azione della vostra visita, anche se nell’area fuori le mura potrete vedere le Terme Suburbane, la Villa dei Misteri e varie necropoli. L’impianto urbanistico è ortogonale, con due decumani (Via di Nola e Via dell’Abbondanza) e tre cardi (Via Mercurio, Via Stabiana e Via di Nocera). Quella su cui camminerete è la pavimentazione stradale dell’epoca, con le pietre sopraelevate in modo da permettere ai pedoni di muoversi senza inzupparsi nelle acque reflue che scorrevano ai lati delle strade. Pompei è suddivisa in quartieri, le Regiones (REG), e isolati, le Insulae (INS), indicati con numeri romani progressivi. Questi formano gli ‘indirizzi’ dei resti della città antica, ben segnalati all’interno del sito (per esempio, la Casa del Fauno è REG VI INS XI).
Il meglio di Pompei
Partiamo da un presupposto: visitare nel dettaglio tutta Pompei in un colpo solo è impossibile (e sfiancante), anche solo per il fatto che molti spazi sono spesso chiusi per restauro, a rotazione. Ecco una selezione delle attrazioni imperdibili in una giornata.
Regio I
Il confine nord della Regio I è Via dell’Abbondanza, l’arteria principale di Pompei, sede di negozi e locali: era la strada che portava al foro, dunque affollata a tutte le ore. Erano qui molti thermopolia, piccole osterie che servivano cibi caldi: le riconoscerete per i banchi in marmo con i fori circolari. Sulle pareti degli edifici vedrete spesso scritte dipinte in rosso: gran parte di queste sono rogationes, incitazioni a votare l’uno o l’altro candidato. Nella Regio I, tra le tante meraviglie meritano una visita la Casa del Criptoportico, con il suo famoso corridoio colonnato e i pregevoli mosaici, e l’Orto dei Fuggiaschi, in cui vedrete i calchi di 13 persone – un’intera famiglia – che, cercando di fuggire dalla cenere, morirono travolti dalla furia piroclastica.
Regio II-III
Non sarà difficile riconoscere la Palestra Grande, un vasto cortile porticato con al centro una grande piscina, che oggi ospita mostre temporanee. Era il luogo dove i giovani pompeiani forgiavano i loro fisici erculei. Il luogo delle esibizioni era proprio accanto, l’Anfiteatro. Qui, nel 59 d.C., durante gli incontri avvenne una gigantesca rissa tra pompeiani e nocerini, che portò l’imperatore Nerone a squalificare l’anfiteatro per 10 anni (scontati poi a 2). Proprio nell’Anfiteatro, poi, nel 1971 i Pink Floyd registrarono lo storico concerto Live at Pompeii, i cui suoni accompagnano oggi i turisti a imperitura memoria di quell’evento.
Regio V-VI
Sebbene la Regio IV non sia ancora stata scavata, la Regio V è l’oggetto delle ricerche più importanti degli ultimi tempi. Ciò che ha restituito è sorprendente: tra le tante meraviglie la Casa di Leda e il Cigno, così chiamata per il sensuale affresco di un cubicolo (la stanza da letto). In questo quartiere spicca anche la Casa di Marco Lucrezio Frontone, una delle più raffinate di Pompei, che sfoggia affreschi ricchi di rimandi letterari e artistici, nature morte, vedute su ville e scene di caccia.
Nella Regio VI non perdetevi la Casa del Poeta Tragico, famosa per il mosaico che dava il benvenuto ai visitatori: rappresenta un cane con sotto la scritta Cave canem (Attenti al cane). Proseguendo incontrerete la Casa del Fauno, tra le più grandi e spettacolari (circa 3000 mq), una profusione di atri e peristili (insieme di colonne che cingono un giardino o un cortile). È qui che sono stati ritrovati mosaici importantissimi, tra cui quello raffigurante la battaglia di Isso, tra Alessandro e il re persiano Dario, custodito al MANN di Napoli.
Regio VII-IX
Come all’epoca dell’antica Pompei, è il Foro il magnete primo della città, oggi impreziosito dalle sculture in bronzo di Igor Mitoraj. Nel passato era il fulcro dell’attività civile, politica e commerciale, come confermano le epigrafi solenni e propagandistiche sui fregi. Alla sua estremità nord (guardando quindi il Vesuvio) scorgerete due archi e qualche colonna del Tempio di Giove, che all’epoca era adorno di statue equestri. Sul lato sinistro della piazza vedrete invece i Granai del Foro, oggi adibiti a magazzino, stracolmi di anfore e di copie di calchi umani in gesso. Nel lato opposto del Tempio di Giove c’è il Macellum, il mercato dove i pompeiani acquistavano i prodotti alimentari (tra cui i gamberi, come si deduce da alcuni affreschi). Del Santuario di Apollo, che troverete alla sinistra dei granai, restano solo due colonne e un podio con scalinata, ma sono conturbanti.
Nella zona attorno al Foro gravitavano anche gli esclusi dai piani alti della società e chiunque fosse in cerca di un bicchiere di vino o
di un po’ di piacere: il Lupanare è uno dei 25 bordelli rinvenuti a Pompei. Sbirciate nelle stanze e fate caso agli strani affreschi a tema erotico. Tornati lungo Via dell’Abbondanza, passerete accanto all’Orto Botanico, che si sviluppa in un’area di 800 mq ed è stato riqualificato, con l’inserimento di piante che venivano coltivate nel I secolo d.C.
Via dei Teatri, la strada che scende verso sud prima di Via Stabiana, porta al Foro Triangolare, che annuncia un quartiere di grande fermento sociale e culturale a Pompei. Di esso restano alcune colonne del porticato e parti del Tempio Dorico che era al suo centro, associato al culto di Atena. Il recinto davanti alla scalinata del tempio pare sia la tomba di Eracle, il mitico fondatore di Pompei. Dal Foro Triangolare c’era un viavai continuo verso la Palestra Sannitica, che riconoscerete per la fila di colonne doriche risalenti al periodo preromano. È qui anche il Teatro Grande, scavato nell’altopiano lavico e progettato per accogliere fino a 5000 spettatori. Alle spalle del teatro c’è invece il Teatro Piccolo, chiamato anche Odeion.
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Fuori le mura
La Villa dei Misteri è uno dei gioielli più preziosi di Pompei, nell’area suburbana. È conosciuta per gli incredibili affreschi che rappresentano il mistero dei riti dionisiaci, che duemila anni dopo sanno ancora ammaliare. A ridosso della città c’erano anche le Terme Suburbane. Gli affreschi rinvenuti nell’apodyterium (lo spogliatoio) sono ancora più fantasiosi di quelli del Lupanare. Si pensa che ogni immagine, raffigurante diverse posizioni sessuali e rapporti eterosessuali, omosessuali e di gruppo, fosse il menu di ciò che veniva servito, illegalmente, al piano di sopra.
Le ultime notizie
Dal 2019 gli scavi nella Regio V hanno portato alla luce degli spazi straordinari, tra cui un bellissimo termopolio affrescato. Grazie al metodo della colatura di gesso, inventato da Giuseppe Fiorelli nell’Ottocento, è possibile riportare alla luce i corpi delle vittime dell’eruzione del Vesuvio. Nell’ottobre del 2020 sono stati prodotti nuovi calchi: quelli di due fuggiaschi identificati come il padrone e il suo schiavo. Questi e tanti altri reperti sono esposti nel nuovo Antiquarium, che ospita una collezione permanente di reperti trovati negli scavi, tra cui il fantastico tesoretto di amuleti rinvenuti nella Casa con Giardino.
Un filo d’Arianna a Pompei: visite guidate
Esiste più di un modo per organizzare una visita guidata di Pompei (informatevi nelle biglietterie o tra il drappello di guide sparse vicino agli ingressi), ma tra le tante guide, tutte molto preparate, vi consigliamo il simpaticissimo Mattia Buondonno. Con un passato da restauratore a Pompei e 25 anni di servizio come guida ufficiale del Parco Archeologico, è il Virgilio a cui sono stati affidati tutti i personaggi più noti nel mondo della cultura, della politica e dello spettacolo che hanno visitato gli scavi recentemente. Oggi è un libero professionista, e la passione con cui vi racconterà ogni sito, che sia Pompei, Oplontis o Ercolano, è davvero contagiosa. Finirete per pendere dalle sue labbra, mentre vi cita Strabone come fosse il ritornello dell’ultima hit estiva. I prezzi variano in base al numero di persone e all’orario: per i dettagli scrivetegli un’email.
Sono inoltre possibili anche le visite notturne, e le consigliamo vivamente a chi resta a Pompei fino a sera, il venerdì e il sabato (cercate il calendario sul sito)