Vino e Sardegna: viaggio tra vigne, storia e natura dell’isola a forma di sandalo

Redazione Lonely Planet
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La Sardegna non significa solo mare e spiagge, questo è risaputo. Verificare di persona, però, come vi consigliamo di fare con l’aiuto della guida in PDF in download gratuito Vino e Sardegna. Viaggio nell’isola tra vigne, storia e natura è molto più inebriante che fermarsi alla teoria, perché l’isola offre numerose opportunità di conoscenza legate al proprio patrimonio storico, culturale e, a proposito di piacevole ebbrezza, enogastronomico. Tutto questo in ogni stagione dell’anno, consentendo anche ai viaggiatori più esperti di fare continue scoperte.

Costa Smeralda, Sardegna. Credits Damiano Mariotti / Shutterstock
Costa Smeralda, Sardegna. Credits Damiano Mariotti / Shutterstock
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Il Nord: un tessuto di storie, cultura e vini

Le spiagge del nord, dalla Costa Smeralda alla Pelosa sono celebri, ma il territorio tra Logudoro e Gallura sa intessere anche un racconto fatto di antiche dominazioni, riti sacri e pagani, vini di carattere e sapori di terra e di mare. Cagnulari e Torbato sono i vitigni principi della zona di Alghero e della Nurra, rinomata area vinicola della Sardegna. Mentre il microclima della Planargia, tra le pendici del Montiferru e il borgo di Bosa, è ideale per la rinomata Malvasia locale.

In quest’area della Sardegna abbondano le località d’interesse, a cominciare dalla splendida Alghero, con il suo retaggio catalano. A poca distanza si trova la necropoli ipogeica di Anghelu Ruju, una delle più notevoli testimonianze preistoriche dell’isola. Vale la pena anche fare una deviazione dalla 131 Carlo Felice che arriva da Cagliari verso Sassari per vedere la bella Chiesa della SS. Trinità di Saccargia, imponente esempio di romanico sull’isola.

La Chiesa della SS. Trinità di Saccargia. Credits Francesco Maltinti / Shutterstock
La Chiesa della SS. Trinità di Saccargia. Credits Francesco Maltinti / Shutterstock

Ovviamente, non mancano le occasioni per incontrare i vini locali, in aziende che propongono visite guidate e accolgono gli ospiti per visitare i vigneti e degustare i vini in abbinamento ai prodotti tipici. Grande protagonista è il Vermentino di Gallura DOCG, ma ad affiancarlo nelle vigne locali pensano Bovale e Cagnulari in Anglona e Moscato in Gallura, accanto a varietà meno note come Caricagioia e Retagliado Bianco.

Il delizioso paesino di Castelsardo è una tappa imperdibile quando si visita l’Anglona e la costa nord dell’isola. Dominato dal Castello dei Doria, è famoso per la lavorazione dei cesti di rafia. Verso il golfo dell’Asinara, la Foce del Coghinas offre alla visita uno spettacolo suggestivo, tra giunchi, canne e dune di sabbia. Questa parte della Sardegna vanta zone di grande interesse e incontaminate, tra dolmen, olivi millenari, sughero e uve autoctone. Le occasioni per incontrare i grandi vini non mancano, insieme alla possibilità di assaggiare prodotti locali come salsiccia, pecorino e olio extravergine.

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Il centro: tutta l’accoglienza che nasce dal vino

Il centro della Sardegna è un caleidoscopio di colori, usanze, linguaggi e panorami, che sa preservare il suo fascino arcaico aprendosi tuttavia all’accoglienza e alla condivisione. Se il Campidano è la più vasta pianura dell’isola – dal Montiferru al Golfo di Cagliari dove crescono uve rare come il Girò, abbracciando Oristano dove nasce la rinomata Vernaccia –, nell’insolito paesaggio gibboso della Marmilla trovano un terroir eccellente numerosi vitigni autoctoni, a cominciare dal Bovale, ma anche etichette di Cannonau, Monica, Nuragus, Vermentino, Malvasia e Moscato.

Nel cuore più autentico e primordiale dell’isola, la Barbagia è famosa tanto per la pastorizia e le produzioni casearie quanto per il vino Cannonau, che ha i suoi centri principali a Mamoiada e Oliena. E anche nel vicino Mandrolisai crescono vigne spesso secolari di varietà autoctone come Bovale (qui detto Muristeddu), Monica e Cannonau.

Filari nell’entroterra sardo. Credits / Shutterstock
Filari nell’entroterra sardo. Credits / Shutterstock

Il sud: sapori intesi e degustazioni tra i vigneti

Al centro – non solo geografico – del sud della Sardegna c’è Cagliari, la “Città del Sole” dove le tracce del passato s’intrecciano con una vivace scena culturale ed enogastronomica. Poco più a nord, nella regione storica del Parteolla, Serdiana è uno degli epicentri della vitivinicoltura sarda, dove le vigne sono affiancate da bellezze naturali e siti archeologici. Qui tra oliveti e pascoli, nascono grandi etichette di Cannonau, Monica, Nuragus, Vermentino, Malvasia e Moscato. A ovest si apre il Sulcis-Iglesiente, terra ancestrale e affascinante in cui le antiche miniere di carbone e l’incantevole costa che abbraccia località come Portoscuso, Porto Pino e Is Solinas lasciano spazio ai vigneti che crescono fino a ridosso del mare. Di fronte, le isole di Sant’Antioco e San Pietro, con il borgo marinaro di Carloforte, raccontano ancora altre storie.

Godetevi il Parco Naturale Regionale Molentargius-Saline, le vie decorate di murales del borgo di San Sperate, le tracce archeologiche di siti come la domu de Janas de s’Acqua ‘e is Dolus e il complesso nuragico di Cuccuru Nuraxi, dell’Età del Bronzo. Il vino è anche occasione per attività all’aperto e trekking: in alcune cantine si cammina (o si va in segway) lungo i filari, esplorando la zona umida di Su Stani Saliu.

Nella zona del Sulcis domina infine il Carignano, vitigno arrivato in epoca fenicia o più probabilmente nel Medioevo, che ha trovato in questa terra un habitat perfetto. Raggiungete facilmente in auto l’Isola di Sant’Antioco, sede dell’antica colonia fenicia di Sulky, da cui prende il nome la regione. A Sant’Anna Arresi vi aspettano un nuraghe e un festival jazz internazionale.

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