Festival del Giornalismo di Perugia: sguardo dietro le quinte

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Il Festival del Giornalismo di Perugia è ormai un punto di riferimento per il settore a livello mondiale: ogni anno ospita professionisti del calibro di Julian Assange, Erik Gandini, Al Gore e tutto il meglio del giornalismo italiano.

© International Journalism Festival
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Lo schema a panel aperti al pubblico, oltre al deciso utilizzo dei social network, garantisce facilità di diffusione dei contenuti e una notevole ricaduta sul territorio - non solamente culturale, ovviamente, ma anche turistica.

Abbiamo intervistato la sua fondatrice, Arianna Ciccone: ci ha parlato dell'evento - al quale quest'anno parteciperemo anche noi - della sua nascita e crescita, di alcuni punti caldi che riguardano da vicino il mondo della comunicazione e del viaggio.

Come e quando nasce il Festival Internazionale del Giornalismo?

La prima edizione ha avuto luogo nel 2007. La mia agenzia di comunicazione Il Filo di Arianna si occupava di organizzazione di eventi culturali per le istituzioni. A un certo punto ci è venuta voglia di organizzare una cosa tutta nostra. E abbiamo fin da subito pensato al Festival del Giornalismo, con taglio internazionale. Perché proprio il giornalismo? Perché è una mia insana passione. 

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In sole sette edizioni è diventato un punto di riferimento imprescindibile del settore: qual è la fo

Credo principalmente per il fatto che non ci sia un comitato scientifico: c'è una comunità di italiani e stranieri che ruota intorno al festival e che propone idee per i contenuti. Questo rende il tutto ricco, fresco, inaspettato. E poi il format: non è un convegno, la definirei quasi una performance. Dalla rassegna stampa alle serate teatrali, passando per i keynote speech, i documentari, i workshop e le interviste è una formula aperta a tutti, non solo agli esperti del settore. E cosa altrettanto fondamentale: tutti gli eventi sono gratuiti. A differenza di altri grandi media eventi internazionali dove è sempre richiesto un fee di entrata, a volte anche molto alto. 

Quale dovrebbe essere la prima regola di un giornalista di viaggio, secondo te? Quali sono le nuove

Non sono esperta, ma forse la capacità di creare una sorta di comunità con cui costruire i racconti. Ci vorrebbe una sorta di Andy Carvin del giornalismo di viaggio, per dire.

Nell'era delle nuove tecnologie, come si sta evolvendo il giornalismo? Quali sono le armi e quali i

È una domanda complessa che esige una risposta complessa. Provo a sintetizzare anche con rischio di essere banale: oggi non esiste più una 'industria del giornalismo', stiamo assistendo a un collasso del sistema così come conosciuto fino ad ora. C'è bisogno di tanta umiltà e tanto coraggio. Le armi sono tantissime, la sfida sta nel saper dosare e conciliare le basi fondamentali di quello che viene definito old con quello che viene definito new media. Alla fine credibilità, cura della notizia, reputazione, capacità di usare più strumenti, verifica delle fonti, competenze e conoscenze specifiche, sono e rimangono indispensabili per ogni giornalista al di là di come si evolverà 'il giornalismo'. 

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