Un weekend a Doha tra passato e futuro

Non ero mai stata in un paese del Golfo e non avevo in programma un viaggio in Qatar. Forse anche perché tutto quello che immaginavo dell’Emirato si basava su approssimazioni. Intanto il Qatar è il Qatar, ha una storia precisa e fare parallelismi con i suoi stati limitrofi è tanto supponente quanto impreciso (lo dico alla me stessa di prima del viaggio). Poi, la dedizione delle donne della famiglia governante per far diventare Doha un polo culturale internazionale ha fatto si che le sorprese che vi aspettano non siano soltanto numerose, ma anche strabilianti. Senza parlare del deserto e del mare interno, rese incredibili da Madre Natura.

SUV nel deserto
Escursioni nel deserto tra tradizione e confort @ Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia
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Qatar, capire la storia

Il Qatar è un paese intriso di tradizioni, dove si può conoscere l’antica arte della falconeria, assistere a corse di cammelli nel deserto e ammirare dhow che ondeggiano sull’acqua. Ma è anche un paese in rapido sviluppo; la sua capitale, Doha, sta diventando un prestigioso centro internazionale, con uno skyline spettacolare, un vasto suq tradizionale e un vivace panorama artistico e gastronomico.

Sebbene questa piccola nazione del Golfo sia conosciuta soprattutto per la sua ricchezza legata all’esportazione di risorse naturali, durante uno stopover in Qatar avrete modo di capire cosa sta prima e dietro la ricchezza attuale. Tradizionalmente legato alla pesca e al commercio delle perle, il paese ha subito un duro colpo quando, nel 1930, è stata introdotta la coltivazione delle perle in Giappone. Da maggiori esportatori al mondo, i qatarini hanno dovuto riscoprirsi, cosa che ha dato il via ai primi veri cambiamenti anche urbanistici a Doha: il quartiere di Msheireb ha iniziato un periodo di declino, mentre gli inglesi hanno spostato l’attenzione verso il deserto a Nord, dove piano piano sono stati scoperti i pozzi di petrolio.

Msheireb Doha
Msheireb è il primo quartiere al mondo completamente rigenerato in modo sostenibile @ Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia

Ecco perché una visita all’attuale Msheireb, che nel frattempo è diventato il primo quartiere al mondo completamente rigenerato in modo sostenibile, avrà diverse funzioni: intanto vi farà strabuzzare gli occhi davanti a palazzi così nuovi da sembrare un render fotografico, vi farà comprendere l’attenzione dell’emirato per le nuove energie e potrete visitare i numerosi musei che promuovono le arti, il design o che raccontano la storia di rinascita del paese (alla Company House, ad esempio, capirete meglio l’importanza della riappropriazione delle risorse petrolifere da parte del Qatar). Qualche consiglio: veniteci al tramonto per mescolarvi con i locals nei caffè e davanti ai nuovissimi food truck e fate un giro sul tram elettrico che attraversa il quartiere – è silenziosissimo e rivestito di pannelli che bloccano il calore all’esterno.

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La visione di Mozah

 Mentre tutti associano il Qatar alla coppa del mondo di calcio che si terrà quest’anno, la vera forza del nuovo Qatar è tutta femminile e punta sulla cultura. Mozah bint Nasser al-Missned è la madre dell’emiro e seconda moglie di Hamad bin Khalifa al-Thani, emiro dal 1995 al 2013. La sua missione è quella di rendere Doha una capitale culturale in cui l’arte e la conoscenza siano disponibili a tutti. La cosa bella è che potrete letteralmente inciampare in elementi concreti di questo suo approccio, che si tratti delle opere d’arte che impreziosiranno la corniche e tutta la città a partire dai Mondiali, o di progetti più complessi e strutturati.

Qatar National Library
La Qatar National Library @ Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia

La Qatar National Library

Immaginate un immenso libro aperto, fatto di vetro e metallo, e riempitelo di libri. Si tratta di una delle più grandi biblioteche al mondo, un paese delle meraviglie libresco con due milioni di volumi, che comprende anche antiche mappe (cercate quella a forma di cuore, nasconde una storia romantica), Corani e opere letterarie che risalgono al XV secolo. L’architettura futuristica, con scaffali che sembrano galleggiare sulle pareti, poltrone a uovo, postazioni di lavoro, spazi espositivi (con mostre a rotazione di artisti contemporanei) e un settore dedicato ai bambini che include stampanti 3D e sale prove musicali, custodisce al centro un labirintico fossato dove sono conservati i volumi antichi. Nulla esprime meglio il concetto qatarino di investire nel futuro preservando la propria cultura: addentratevi tra i manoscritti e i volumi che hanno reso possibile il recupero degli scrittori classici grazie alla copiatura delle opere greche e vedrete che, pagina dopo pagina, inizierete a comprendere questo mondo fatto di vetro e sabbia, di tecnologia e tradizione.

Un consiglio: non abbiate fretta di lasciare la biblioteca e fate un giro nel quartiere dove numerose università straniere hanno le loro sedi in preziosi edifici contemporanei. Anche questo rientra nella visione di Mozah: non tutti (e soprattutto non tutte) possono andare all’estero per studiare, ma in questo modo l’accesso alle migliori università è possibile senza lasciare Doha.

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Katara cultural village
Opere d’arte al Katara cultural village@ Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia

Katara cultural village

La bellezza di avere una città da ridisegnare su un’enorme tela color sabbia è che si può immaginare un villaggio di oltre un milione di metri quadrati interamente dedicato alla cultura, con gallerie d’arte, decine di ristoranti, un teatro dell’opera, il Dhoa Film Institute e persino un anfiteatro in stile classico. Questo è Katara, che con le sue magnifiche ricostruzioni di edifici di tutto il mondo islamico, si è affermato come uno dei centri artistici più importanti della regione del Golfo Persico. Divertitevi a vagare tra gli spazi ma non perdetevi la moschea di Zeynep Fadilloglu (che nel 2009 è stata la prima architetta donna a progettarne una), la moschea ricoperta di pepite d’oro e l’anfiteatro da 5000 posti affacciato sul mare.

Moschea Katara Cultural Village
la moschea ricoperta di pepite d’oro al Katara Cultural Village @ Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia
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A Katara anche le esperienze gastronomiche non mancano e potrete scegliere tra lo street food dei food truck per continuare la vostra scoperta o se avventurarvi sulle colline di Katara (la passeggiata di sera è molto piacevole) per godervi un pasto con vista sul Cultural Village, assaggiando piatti di tradizione levantina (Bayt El Talleh è una garanzia) di fronte all’incredibile skyline illuminata.

mare interno Qatar
Il mare interno e il confine con l’Arabia Saudita @ Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia

Esperienza nel deserto

Anche se siete a Doha solo per un weekend, una mezza giornata nel deserto è imprescindibile (scegliete un tour operator qualificato dal sito Discover Qatar e non affidatevi a appassionati driver della domenica). Raggiungere il deserto è sempre una grande emozione, ma fare quest’esperienza in Qatar ha qualcosa di diverso. Non è soltanto tradizione, è anche quotidianità. Sono molti, infatti, i qatarini che hanno trasformato il rapporto con questo ambiente inospitale ma che continuano ogni anno a partecipare a campi (a bordo di camper full optional) per praticare l’antica arte della falconeria e per mantenere il legame con la sabbia e le stelle.

Ecco perché attraversare le dune a bordo di un SUV non è soltanto un’attività adrenalinica, ma è anche un modo di connettersi al presente e al passato. Ma nonostante gli schiamazzi di eccitazione che riempiranno i veicoli quando la vostra guida si lancerà in talentuose piroette tra la sabbia, dopo che sarete stati in silenzio a cercare di cogliere il suono delle “chanting dunes” (le dune che cantano) e dopo le foto che vi immortalano saltando dalla cima delle dune più alte, alla fine arriverete al mare interno, dove resterete senza parole. La sabbia bianca del Qatar, fatta di residui di conchiglie, si getterà in un’acqua color cobalto, una striscia lunga e stretta di blu. Sull’altra sponda, la costa rocciosa e ocra dell’Arabia Saudita. Solo il vento, caldo e gentile, continuerà a respirare come ha sempre fatto, mentre voi non avrete bisogno di proferire parola. Se avete tempo fermatevi in uno dei resort sulla costa e godetevi un bagno con vista deserto.

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Le forme del National Museum of Qatar @ Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia
Le forme del National Museum of Qatar @ Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia

Il National Museum of Qatar

Inaugurato nel 2019, la struttura progettata dall’architetto francese Jean Nouvel si ispira alle rose del deserto, ma per comprendere quanto il legame del design sia connesso con l’ambiente circostante fate una visita al tramonto, magari dopo essere stati nel deserto. I 52mila metri, fatti da dischi sovrapposti, danno la familiare sensazione di trovarsi ancora nel deserto. Vi sentirete accolti dai volumi morbidi mentre visiterete i 1,5 chilometri di gallerie organizzate in tre capitoli: Origini, Vita in Qatar e Formazione di una Nazione. L’esposizione ruota intorno alla storia e al patrimonio culturale del Qatar, di cui celebra il ruolo passato, presente e futuro sulla scena mondiale. Un’esperienza emozionante, resa coinvolgente dall’utilizzo, all’interno, di percorsi interattivi, alta tecnologia e una forma di storytelling estremamente contemporanea.

Nel perimetro della struttura si trova anche il Palazzo Reale dello Sceicco Abdullah bin Jassim Al Thani, risalente ai primi del Novecento, un bookshop progettato dallo studio Koichi Takada Architects, che si ispira alla caverna Dahl Al Misfir situata nel Qatar centrale, e – al quarto piano- il ristorante Jiwan, by Alain Ducasse, dove potete godervi un sontuoso pasto con vista sulla baia e preparato con le tecniche di cottura tradizionali dei beduini.

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Non perdete la strepitosa scena gastronomica di Doha @ Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia
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Se siete appassionati di calcio e di architettura non perdetevi gli stadi costruiti per i Mondiali: nonostante siano molte le critiche per l’impatto ambientale di questi nuovi edifici, soprattutto a causa del “cooling system” ( il sistema di raffreddamento dell’aria anche negli impianti all’aria aperta), alcuni stadi sono stati progettati per essere poi smontati e donati a paesi in via di sviluppo, come il 974, fatto con container e interamente smontabile. Le critiche al Paese in relazione ai Mondiali di Calcio si estendono anche alla rigidità nell’accettare culture diverse e soprattutto nel mancato rispetto delle condizioni dei lavoratori che hanno reso possibile la costruzione di tutti i servizi necessari ad ospitare l’evento. Tuttavia, il modo migliore per comprendere un paese così complesso è sicuramente visitarlo con mentalità aperta, in modo da farsi sorprendere dalle sue contraddizioni con approccio critico ma anche rispetto.

Infine, chi non sa stare senza fare sport può praticare kayak o SUP a The Pearl, un’isola artificiale al largo della West Bay Lagoon. E dopo aver ammirato il profilo di Doha anche dall’acqua concedetevi un pranzo al B-Lounge di The Ritz-Carlton: insalata di granchio reale, ravioli d’aragosta, gamberi al curry rosso e una cascata di sashimi, nigiri e roll. Non stupitevi se, alla fine di un weekend in Qatar vi verrà voglia di tornarci per coccolare tutti i vostri sensi vivere in armonia con una cultura diversa.

Giulia ha viaggiato in collaborazione con Visit Qatar. Gli autori Lonely Planet non accettano gratuità in cambio di recensioni positive.

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