Monsanto, Il villaggio più singolare del Portogallo

Redazione Lonely Planet
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Nel 1938 Monsanto ricevette il titolo di ‘villaggio più portoghese’, ma questo è tutt’altro che un villaggio tipico del Portogallo. Lo storico insediamento in cima alla collina, da cui domina le pianure sottostanti dalle tonalità dorate, ha finalmente smesso dopo secoli di sorvegliare il confine spagnolo per evitare possibili invasioni, ma gli affascinanti panorami restano intramontabili. Ecco cosa fare e cosa vedere in questo villaggio portoghese delle Beiras.

Le particolari costruzioni di Monsanto ©Rolf E. Staerk /Shutterstock
Le particolari costruzioni di Monsanto ©Rolf E. Staerk /Shutterstock
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Definito da affioramenti di granito e massi mastodontici, il terreno è stato l’architetto del villaggio. Le case sono incuneate tra, sotto e in cima a rocce gigantesche che sembrano pronte a schiacciare le abitazioni in qualsiasi momento. Ripide stradine acciottolate si insinuano tra i crepacci e si arrampicano fino alle rovine del castello abbandonato da tempo, dove i romani, i mori e, più tardi, il re Dom Sancho I lasciarono tracce di fortificazioni. La leggenda narra che, durante l’assedio dei romani, gli abitanti lanciarono l’ultimo vitello oltre le mura, fingendo di avere cibo in abbondanza, una tradizione commemorata ogni anno il 3 maggio con una festa e il lancio di cesti di fiori

I tetti di Monsanto ©Rolf E. Staerk /Shutterstock
I tetti di Monsanto ©Rolf E. Staerk /Shutterstock

La salita fino alle rovine

La natura compatta e ripida di Monsanto è adatta a camminate lente, con i massi di granito in equilibrio precario che richiedono innumerevoli soste fotografiche durante il percorso. Partendo dalla Igreja Matriz de São Salvador, dove si entra nel villaggio vero e proprio, seguite un itinerario a piedi puntando verso la Torre de Lucano, una torre dell’orologio sormontata da una copia del premio ‘villaggio più portoghese’ (un gallo d’argento). Raggiungete poi la Portas de Santo António, un tempo parte delle mura fortificate. Da qui rientrate in paese attraverso il dedalo di stradine acciottolate, che si restringono gradualmente verso la Gruta, una grotta accessibile che un tempo era un riparo per gli animali. Dall’altra parte della strada il Miradouro do Forno offre una splendida visuale, tra cui la porta rossa di un ristorante incorniciata da massi giganteschi guardando in basso e l’inquietante roccia Penedo do Pé Calvo verso l’alto.

Quando iniziate la salita di Rua do Castelo, noterete da un lato una casa interamente coperta da formazioni rocciose, prima che il sentiero diventi una leggera arrampicata verso il Castelo, con panorami incredibili che vi accompagneranno lungo il cammino. Una volta raggiunta la fortezza di pietra, tappezzata di fiori selvatici e sferzata dal vento, vedrete spalancarsi davanti a voi le pianure portoghesi e spagnole che reclamano di essere immortalate. Camminate intorno al castello fino alle romaniche Ruínas da Igreja de São Miguel e alle vicine tombe scolpite nella roccia, prima di scendere al villaggio dall’altro versante.

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Le rovine in cima alla cittadina ©trabantos /Shutterstock
Le rovine in cima alla cittadina ©trabantos /Shutterstock

Un villaggio murato quasi abbandonato

Messa in ombra da Monsanto, Idanha-a-Velha vanta una storia non meno interessante. Per raggiungere questo piccolissimo villaggio murato con meno di 100 abitanti bisogna percorrere una strada in discesa di circa 9 km (ma con la calura estiva è consigliabile l’auto). I resti dell’insediamento romano del I secolo a.C., chiamato in seguito Civitas Igaeditanorum, includono un ponte e parti delle terme. La cattedrale (risalente nella versione originaria al V secolo) fu successivamente usata come moschea, per poi cadere in rovina ed essere restaurata nel XVI secolo dai Templari. All’interno vedrete resti di marmi, affreschi e colonne romane riutilizzate. L’antico mulino riconvertito in ufficio del turismo (chiuso il lunedì, come la cattedrale) ospita pietre con iscrizioni latine e un grande frantoio ricavato da un gigantesco tronco d’albero.

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Una gita a un lago artificiale

In questo arido entroterra la Barragem Marechal Carmona è una scoperta inaspettata. Il lago artificiale creato da una diga sul Rio Ponsul è particolarmente gradito in estate. Con le sue spiagge e zone d’ombra sotto gli alberi, è perfetto per un po’ di refrigerio, soprattutto se avete il vostro kayak o SUP per godervi le acque calme. Non aspettatevi strade agevoli o molti servizi – questo è un posto remoto, tranne per una settimana ogni due anni in luglio, quando il Boom Festival, che celebra la musica trance psichedelica, richiama su queste sponde circa 30.000 persone.

I giardini di paço do obispo a Castelo Branco  ©MIGUEL G. SAAVEDRA /Shutterstock
I giardini di paço do obispo a Castelo Branco ©MIGUEL G. SAAVEDRA /Shutterstock

Musei, giardini e le rovine di un castello a Castelo Branco

Castelo Branco, capoluogo della Beira Baixa, è una città ricca di musei con una scena culturale in costante espansione e merita una visita. La sua natura artistica si manifesta in modo sobrio nella calçada (tradizionale pavimentazione dei marciapiedi) e in misura meno discreta nell’ingombrante e moderno Centro de Cultura Contemporânea. Ci sono anche importanti punti di interesse culturale, che condividono tutti una parte della storia della città.

Iniziate dal Museu Francisco Tavares Proença Junior (chiuso lunedì) per una panoramica sulla storia locale attraverso reperti archeologici e le colchas, magnifiche lenzuola con elaborati ricami a mano. L’adiacente Jardim do Paço Episcopal è un’oasi di tranquillità, un curatissimo giardino barocco con un tripudio di fontane e sculture. Particolarmente interessanti sono le statue di re e personaggi religiosi poste lungo la scalinata. Se vi interessa l’arte moderna, visitate il Museu Cargaleiro, un edificio di due piani dedicati principalmente alle ceramiche e ai dipinti più belli dell’arti- sta, portoghese ma trapiantato in Francia, Manuel Cargaleiro.

Alla Casa da Memória da Presença Judaica scoprirete la storia della comunità ebraica, che dopo l’espulsione degli ebrei dalla Spagna nel 1492 conobbe un breve ma consistente sviluppo. Potrete inoltre seguire un percorso per individuare i simboli degli ebrei sefarditi che vivevano in città. Il Castelo è una testimonianza della presenza dei Templari, ma se il nome della città vi ha fatto pensare a un castello bianco, rimarrete delusi: non è più bianco e non è nemmeno un castello, ma solo i resti delle mura e delle torrette con un discreto panorama.

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Il nostro consiglio di viagigo

I trasporti pubblici per Monsanto e dintorni sono ridotti al minimo, quindi se intendete usare il villaggio come base per esplorare la Beira Baixa dovreste noleggiare un’auto. Prenotate l’alloggio in anticipo, poiché le opzioni sono limitate e molte sono case private in affitto senza servizio di reception.

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