L'altra Cuba: Santiago e l'oriente
Il lato orientale di Cuba è come un altro paese: qui le cose si fanno in modo diverso – o almeno è quello che dicono all’Avana. Questo itinerario circolare aggira la capitale e si concentra unicamente sulla regione orientale, ricca di cultura e di fiera indipendenza. Occorre però noleggiare un’auto, perché i trasporti pubblici sono scarsi.
Santiago de Cuba
Prendete come base Santiago de Cuba, città di rivoluzionari, cultura e danzatori di folklórico. Sono molte le tappe da toccare per avvicinarsi alla sua storia (il castello Morro), alla sua musica (la prima e originale Casa de la Trova di Cuba) e alla sua religione (la Basilica de Nuestra Señora del Cobre).
Nel montagnoso ‘Oriente’ cubano e lontano dalla capitale, questa regione, perenne focolaio di ribellione e sedizione, è l’enclave più ‘caraibica’ di Cuba. La differenza con il resto del paese è corroborante e talvolta travolgente, e si colgono influenze culturali provenienti per lo più da est, in particolare da Haiti, la Giamaica, Barbados e l’Africa, come nel chiassoso carnevale tipico delle Indie Orientali e nelle danze dei gruppi di folklórico che devono tanto alla cultura franco-haitiana, quanto a quella spagnola.
Fulcro della nuova colonia spagnola nel XVI e XVII secolo, Santiago de Cuba godette per un breve periodo del ruolo di capitale di Cuba, poi usurpatole dall’Avana nel 1607. Il conseguente rallentamento dello sviluppo nella provincia non fu però privo di vantaggi: oggi infatti lungo la costa, allontanandosi in entrambe le direzioni dal capoluogo entro un raggio di 20 km, ci si ritrova come su un altro pianeta, tra baie intatte, onde possenti, storiche piantagioni di caffè e colline ammantate da una rigogliosa flora endemica.
Quando andare
Luglio è il momento clou del calendario culturale di Santiago de Cuba, quando la città si presenta caliente sotto molti aspetti e le strade brulicano di gente in festa. Il mese inizia con il vivace Festival del Caribe e termina con il meritatamente famoso Carnaval.
A marzo si può ascoltare tanta altra musica durante il Festival Internacional de Trova, nel corso del quale la città ripercorre le proprie radici musicali.
Da marzo a giugno, la regione è famosa per la limpidezza delle acque, che garantisce condizioni perfette per le immersioni lungo la costa meridionale.
L'oriente cubano
Dedicate un giorno al Parque Bacanao, a est, e alle piantagioni di caffè abbandonate della Gran Piedra. Salite su un autobus di linea che collega le montagne della provincia di Guantánamo, perennemente trascurata dalla maggior parte dei viaggiatori, rappresenta la Cuba che di rado viene toccata dal turismo. Raggiungete Guantánamo per passarvi una notte e ascoltare la musica changü, prima di salire con la spettacolare strada La Farola fino a Baracoa per tre giorni di vita da spiaggia (a Playa Maguana), una capatina al Parque Nacional Alejandro de Humboldt e una giornata immersi nel clima psichedelico della città.
La Guantánamo cubana è una fantastica terra increspata dalle montagne e benedetta da una vegetazione rigogliosa; per l’atmosfera che vi si respira è lontana anni luce dall’America moderna, ma questo non impedisce ai più di associarla alla base navale statunitense della Baia di Guantánamo, tuttora in attività sebbene ridimensionata. Lontano dalla base, le valli isolate e i microclimi di queste coste selvagge (aride al sud, lussureggianti al nord) rappresentano la Cuba più misteriosa ed esoterica. Qui scoprirete sottogeneri musicali primitivi, riti religiosi afrocubani semisconosciuti e gli echi lontani della cultura taíno delle origini, probabilmente spazzata via dagli spagnoli secoli fa – o, almeno, così verrebbe da pensare.
Il Parque Nacional Alejandro de Humboldt custodisce ripide montagne coperte di pini e la strisciante foschia mattutina proteggono uno straordinario ecosistema che nei Caraibi non ha eguali. È stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel 2001 in quanto “uno dei siti più ricchi di biodiversità nelle isole tropicali”. Su Bahía de Taco e 40 km a nord-ovest di Baracoa, il parco comprende approssimativamente 600 kmq di foresta incontaminata e circa 26 kmq di lagune e mangrovie. Con 1000 specie di piante da fiore e 145 varietà di felci, è l’habitat più vario dei Caraibi. La natura delle rocce sottostanti, composte in parte da sostanze tossiche, ha fatto sì che le piante per sopravvivere si adattassero; di conseguenza, il 70% delle piante è diventato endemico, così come quasi tutte le 20 specie di anfibi, il 45% dei rettili e i molti uccelli. Diverse specie di uccelli sono a rischio di estinzione, fra cui l’amazzone cubana, il nibbio dal becco uncinato e il picchio dal becco d’avorio.
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Da Guantánamo, dirigersi a nord passando per Moa è impegnativo: occorre prendere un taxi o noleggiare un’auto per raggiungere Cayo Saetía, un isolotto meraviglioso, un tempo riserva di caccia, con un albergo e alcune belle spiagge deserte.
Pinares del Mayarí si trova nelle montagne ammantate di pinete della Sierra Crystal, in mezzo a possenti cascate e rare specie floreali. Dopo le escursioni concedetevi un po’ di relax rurale all’hotel omonimo. Se avete a disposizione una mezza giornata in più, fate una deviazione al Museo Conjunto Histórico de Birán per vedere la ricca azienda agricola della famiglia Castro.
Prendetevi una pausa a Bayamo, con i suoi interessanti musei, prima di godervi un sabato notte di festa nella piazza centrale di Manzanillo.
Alcuni mezzi di trasporto più avventurosi vi porteranno a Niquero e nei pressi del quasi deserto Parque Nacional Desembarco del Granma, noto per i terrazzamenti carsici e i reperti di storia aborigena. Passate un paio di notti in uno dei tranquilli resort di Marea del Portillo, prima di tornare a Santiago lungo la strada costiera, spettacolare ma, attenzione, piena di buche.