Denver. The Mile High City

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Buon cibo, ottime birre artigianali, atmosfera rilassata e sportiva. Metteteci 300 giorni di sole l'anno e una qualità della vita invidiata dalle altre città degli Stati Uniti, soprattutto le più note, ed ecco che quella che un tempo fu una cittadina mineraria diventa la metropoli in cui ora tutti vogliono vivere.

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Benvenuti a Denver

Atterrando al Denver International Airport prima ancora del bagaglio viene spontaneo cercare le montagne.

Lo stato del Colorado è celebre per la straordinaria concentrazione di vette che superano i 4.000 e la sua capitale, Denver, è situata a 1.609 metri di altezza: all’incirca il miglio che le ha fruttato il soprannome di Mile High City. Ma non aspettatevi atmosfere montanare. Per quanto la gente del posto ami l'attività all'aria aperta e le infinite possibilità di praticare ogni genere di sport di montagna, Denver è una grande città con uno suo stile inconfondibile: amichevole e anticonformista ma anche concreto e determinato. 

Università e imprese hi tech di ottimo livello sono testimoni del lato più produttivo della città, ed è anche grazie a questa recente concentrazione di aziende che Denver è diventata una destinazione popolare per chi vuole lasciarsi alle spalle la frenesia della California o dell’East Coast. Ma non c’è solo questo.

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Chilometri zero, opportunità infinite

La passione comune a tutto il Colorado per la vita sana, il cibo curato e il più possible locale, si misura nel numero di ristoranti di qualità presenti in città e anche nel giro vita dei suoi abitanti, decisamente più in forma che nel resto degli Stati Uniti. Questo nonostante l'altra grande passione cittadina: quella per le birre artigianali. In Colorado vive il 4% della popolazione statunitense con l’8% di micro birrifici artigianali, e continuano a inaugurarsene di nuovi. In quasi tutti i locali cittadini è possibile gustare decine e decine di birre prodotte a Denver, dalle IPA alle lager passando per le weissbier e le ale. Gli intenditori hanno davvero l'imbarazzo della scelta e insieme agli appassionati affollano il Great American Beer Fest, che si tiene agli inizi di ottobre ed è ormai diventato l'equivalente degli Oscar© delle birre artigianali. Se vi interessa, i biglietti generalmente sono sold out già a maggio.

Pare che il merito di questa straordinario fermento, è proprio il caso di dirlo, sia dovuto in larga parte alla bontà dell'acqua delle Rocky Mountain. L’altra parte va tutta a un manipolo di giovani imprenditori, che sul finire degli anni '80 hanno scommesso sulla qualità artigianale e su una nuova economia cittadina: si è rivelata una puntata particolarmente fortunata per il primo tra questi, John Hickenlooper, poi diventato sindaco di Denver e ora Governatore del Colorado.

Esistono diversi tour guidati per visitare le brewery di Denver e per fortuna si possono fare a piedi. I gradi alcolici salgono mentre le papille gustative vengono deliziate dagli assaggi di vere chicche come la Hiatus, prodotta da Renegade Brewing e realizzata con infusione di caffè, anche quello made in Denver.

Indirizzi per golosi

Quando parliamo di stile anticonformista, provate a pensare a un edificio industriale che fino al 1980 ha ospitato un obitorio e un'azienda di pompe funebri e che oggi è un ristorante, il Linger, che propone piatti sensazionali in un menu diviso per continenti. Qualche cliente di tanto in tanto racconta divertito al cameriere di esserci stato quando ancora si chiamava Olinger Mortuary, come recita ancora l'enorme insegna vintage sul tetto dove c'è anche un popolarissimo roof top bar.

Mettere d’accordo gli stili alimentari più diversi è facile in posti come l'Avanti F&B. È ancora lo scendario di un ex edificio industriale a ospitare ospita chioschi che servono sette tipi di cucina diversi, dal sushi al cibo venezuelano. Ognuno ordina per sé e poi ci si ritrova ai tavoli con un drink scelto in uno dei due ottimi bar disponibili. Un'alternativa simile, ma all'aperto e un po' più economica, la offrono le decine di gourmet food truck che ogni giorno stazionano al Civic Center. Aragosta, ceviche, cupcake: tutto quel che serve per uno spuntino o un pasto luculliano a partire da 10-15 USD.

Un piatto ancora e poi si parte

Chi dice che in stazione e in aeroporto si mangiano solo panini di plastica? Non a Denver dove la Union Station, completamente rinnovata, è diventata un luogo frequentatissimo dove fare colazioni memorabili a base di toast, uova e pancake di ogni genere (da provare quelli con quinoa e latte di mandorla serviti da Snooze). Il Root Down, ristorante che ha fatto del riciclo e del motto 'dal campo alla forchetta' la chiave del suo successo, ha aperto un locale anche al Terminal C dell’aeroporto di Denver dando a tutti le più valide ragioni per arrivare con congruo anticipo in aeroporto. 

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L'arte della determinazione

Lo skyline di Denver punta verso il cielo da relativamente pochi decenni. Fino agli anni '50 il piano regolatore non prevedeva palazzi di più di 12 piani e quelli che ora graffiano le nuvole di Downtown sono particolarmente visibili proprio per questa ragione. Camminando lungo la pedonale 16th Street Mall provate a non farvi distrarre dai ristoranti e dai negozi (unica eccezione concessa il Rockmount Ranch Wear per un giro di shopping all’insegna del western dress code) e godetevi l’architettura della Union Station e dei palazzi di LoDo (Lower Downtwon) che ancora raccontano gli anni caotici della conquista dell'oro. Uomini e donne molto determinati furono protagonisti del primo boom di Denver nel diciannovesimo secolo e quelli che oggi stanno costruendo la fama dei distretti artistici della città non sono da meno. 

È il caso di RiNo (River North) 'where art is made', un tempo quartiere industriale che con la dismissione di spazi ampi e a buon mercato divenne il posto ideale per aprire uno studio d’arte dove lavorare e vivere. Chi abita le strade e i palazzi di RiNo fa parte di una comunità che con ostinazione e tenacia cerca di difendere l’anima indipendente e artistica del quartiere dalla minaccia della gentrificazione. Mentre si continua a ristrutturare e inaugurare spazi come il prossimo Market di quartiere, gli artisti aprono gli studi ai visitatori e continuano a lavorare e sperimentare grazie alla precisa volontà di un intero quartiere. Per conoscere i prossimi appuntamenti con l'arte, come gli open days del primo venerdì del mese, consultate il sito rivernorthart.com/.

L’arte a Denver trova spazio in gallerie dove ogni first friday migliaia di curiosi accorrono ad ammirare opere di artisti esordienti. Poi naturalmente, ci sono i musei cittadini, come il Denver Art Museum. C’è però un museo che esiste proprio grazie a una grande determinazione: quella di un artista, Clyfford Still, esponente fondamentale dell’espressionismo astratto americano, e quella di Denver che è riuscita a strappare il progetto del museo alle altre grandi città concorrenti. Per precisa volontà testamentaria e artistica di Clyfford Still le sue opere avrebbero potuto essere esposte esclusivamente in un museo a esse - e solo a esse - dedicato oppure celate per sempre al pubblico. Denver ha costruito quel museo (clyffordstillmuseum.org), unico nel suo genere, che oggi ospita oltre il 90% dell’intera produzione artistica di Still. 

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Di natura, musica e altri miti

Esistono santuari pagani e uno di questi è senza dubbio il Red Rocks Amphitheatre. Si fa prima a elencare quale dei grandi miti della musica non ha suonato rispetto al contrario: dai Beatles a Bob Dylan, per citarne un paio, sono moltissimi i giganti del rock che hanno calcato questo palco. Ma se la hall of fame è impressionante, il luogo in sé non è da meno. Un anfiteatro naturale modellato dall'uomo per ospitare tra le sue pareti di rossa arenaria 9.000 spettatori. Lo spettacolo della natura non premia solo la vista: l’acustica è talmente speciale che moltissimi artisti scelgono il Red Rocks per le registrazioni dei live (il più celebre forse Under a Blood Red Sky degli U2 che contiene due brani registrati qui). Quando non ci sono spettacoli gli spalti diventano una palestra all’aria aperta: dalla corsa allo yoga, vi viene in mente un ambiente migliore per allenarsi?

Nella sua personale collezione di miti, Denver ha un capitolo speciale dedicato alla beat generation. Dal My Brother's Bar, frequentato da Cassady e Kerouac, alla Allen Ginsberg Library è di grande suggestione la ricerca dei luoghi di questi grandi talenti letterari. Che dire, infine, del mito della legalizzazione delle droghe leggere? Il Colorado, unico finora negli Stati Uniti, ha deciso di aprire una nuova strada e dal 2015 ha depenalizzato il consumo ricreativo di hashish e marijuana. Un'altra scelta non convenzionale e molto pragmatica sulla quale, finora, non sembrano esserci ripensamenti. No, Denver non è la Amsterdam degli USA e non ambisce a esserlo: niente coffee shop e il consumo in pubblico resta vietato, ma i dispensary in città sono ormai più di 400 e i gestori accolgono i turisti spesso chiedendo: "da voi è ancora un crimine?".

Tanja ha viaggiato in Colorado ospite del Colorado Tourism Office (colorado.com). I collaboratori di Lonely Planet non accettano gratuità in cambio di recensioni positive.

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Destinazioni in questo articolo:

Stati Uniti d’America
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