Arezzo: che cosa vedere in due giorni
La bellezza di Arezzo dà la vertigine, fate attenzione. Non solo per le prospettive aperte dalle sue impossibili salite o per la magnificenza quasi teatrale del Duomo. Soprattutto perché in giro per le sue vie e le sue piazze si è costantemente circondati da opere d’arte inarrivabili e da geni capaci di stregare e mettere in soggezione chiunque, uno su tutti Piero della Francesca. Il capoluogo toscano, però, sa essere anche amabile e colloquiale, tra boutique, vinerie e infiniti luoghi in cui trascorrere momenti meravigliosi. Seguiteci, in questo articolo vi raccontiamo come vivere due giornate perfette.

Appuntamento in Piazza Grande
Non c’è luogo migliore da cui iniziare un giro di Arezzo: Piazza Grande ne racconta alla perfezione la storia e porta impressa ed evidente la personalità del capoluogo toscano. Già nel Medioevo era uno spazio vivo e vibrante, capace di ammaliare con la sua bellezza e di diventare portavoce di una città intera. Speciale questa piazza lo è ancora oggi. La sua pendenza, che segue l’andamento naturale del terreno, è di circa 9 m.
A sud e a est ammirate gli edifici essenziali alla vita del comune già nei secoli passati, le case torri che si allungano verso l’alto: tra queste, la Torre Faggiolana e il Palazzo Cofani Brizzolari, oltre alla Casa Torre Lappoli. Sul lato nord, i portici che vedete fanno parte dell’elegante Palazzo delle Logge, ultimato nel 1595 dietro progetto di Giorgio Vasari (che però morì prima di vederne la fine), dove c’era la dogana per le merci in arrivo ad Arezzo; oggi ospita un liceo musicale e accoglie il Teatro Vasariano, dove si svolgono eventi a carattere culturale.
Godetevi la piazza negli assolati pomeriggi estivi, quando la luce la rende ancora più suggestiva, o nelle prime ore del mattino, quando vi sembrerà solo vostra. Avrete la conferma che questo straordinario spazio civico è il luogo migliore per dare appuntamento alla bellezza di Arezzo.

Casa illustri: Petrarca o Vasari?
Anche se è nato qui per caso, o meglio a causa dell’esilio da Firenze del padre, Francesco Petrarca merita la massima considerazione: è lui il poeta coronato, il grande autore del Canzoniere e di altri capolavori immortali, nonché uno dei padri dell’Umanesimo. Quindi non fatelo aspettare, anche perché Via dell’Orto 28 è vicinissima a Piazza Grande. Lì si trova l’Accademia Petrarca, con la sua fornitissima biblioteca, e con alcuni cimeli un po’ singolari del poeta, come frammenti ossei e la veste mortuaria prelevati nel 1843 all’apertura del sarcofago. L’unica nota dolente è che della casa natale di Petrarca non sopravvive nulla: al suo posto nel Cinquecento è stato edificato il palazzo che vi troverete di fronte.
Molto più legata alla personalità e all’arte del suo illustre visitatore è la Casa-Museo di Giorgio Vasari. Se volete farvi un’idea approfondita sul suo interessante autore, sulla sua personalità e i suoi gusti, visitate l’abitazione che in 26 anni è stata da lui stesso affrescata a tema biblico e mitologico. La casa è ricca di quadri suoi e di altri artisti toscani, che compongono una galleria sul manierismo di grande interesse.
Una cena aretina
Sarebbe un vero peccato venire ad Arezzo e non indulgere ai piaceri della sua tavola. Per fortuna, il richiamo dei ristoranti in giro per la città è così forte che è impossibile commettere un simile errore. La cucina aretina è fatta di piatti genuini di tradizione povera, saporiti e sostanziosi, nei quali si ritrova tutta l’autenticità di questa terra. Vi capiterà di sfogliare i menu e leggere di fegatelli e crostini neri, conditi da un macinato di carni miste e, tra le altre cose, acciughe e capperi, di maccheroni con l’ocio, al sugo d’oca, e dei grifi all’aretina, ovvero muso di vitello cotto al tegame. Non mancano all’appello neppure ribollita, pappa al pomodoro, panzanella e acquacotta. Avete già fame, vero? E anche in fatto di dolci, Arezzo dice la sua proponendo il Baldino, una versione locale del castagnaccio, e il gattò, tipico delle feste contadine aretine di un tempo.
Tra le infinite possibilità, potete scegliere un approccio popolare ma squisito alla trattoria Ciao dal Chiodo. Vi troverete la semplicità di una trattoria toscana, dove lasciare da parte le formalità per sostituirle con ribollita, pici al ragù di chianina, ossobuco, trippa, grifi e polpette della mamma. In alternativa, potete sfiorare i vertici culinari al ristorante Le chiavi d’oro. In pieno centro, è il posto giusto per assaporare piatti costruiti con abilità e attenzione per la qualità e i dettagli. Ogni tanto è giusto viziarsi un po’.

Cappella Bacci: tutta la magia di Piero della Francesca
Se cercate un incontro con uno dei massimi vertici del Rinascimento, gli affreschi di Piero della Francesca alla Cappella Bacci fanno per voi e possono diventare i protagonisti della vostra seconda giornata ad Arezzo. Per raccontarli bisognerebbe radunare i massimi critici della storia dell’arte, ma l’essenziale è questo: si tratta del ciclo di opere universalmente note come Storie della Vera Croce, che trae ispirazione da un testo di Jacopo da Varagine, opera diffusissima nel Medioevo, che racconta la storia del legno al quale sarebbe stato crocifisso Gesù. Il ciclo fu commissionato dalla famiglia Bacci a Piero della Francesca. La lettura comincia dalla parete destra in alto con la Morte di Adamo e prosegue con splendidi affreschi, molti dei quali entrati a far parte dell’immaginario di ogni appassionato, come Il Sogno di Costantino, considerato il più famoso notturno della storia della pittura italiana, che raffigura un angelo nell’atto di predire a Costantino la vittoria in battaglia su Massenzio. La cappella Bacci si trova all’interno della Basilica di San Francesco (edificata a partire dal 1290), uno dei più importanti poli museali della città.
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Il Duomo: una grandiosa architettura sacra
Se è vero che le cose splendide stanno in alto, il Duomo di Arezzo merita la posizione dominante che i suoi progettisti gli hanno assegnato. Salite i gradini della scalinata in travertino, dove campeggia la statua di Ferdinando I del Francavilla e del Giambologna, e prendete fiato. Poi, concentratevi sui dettagli: le sette vetrate del ciclo di Guillaume de Marcillat (maestro vetraio e pittore francese autore anche degli affreschi delle volte della navata) raffigurano episodi dei Vangeli. Attraverso questi capolavori, filtra in cattedrale la luce del sole lasciando l’ambiente piacevolmente ovattato. Nella navata destra guardate bene la vetrata del Battesimo di Cristo (seconda vetrata, terza campata): individuate il personaggio dietro al Cristo, con l’abito e il cappello rosso? Pare che sia un autoritratto di Marcillat. Tra i mille capolavori, non perdete la Cappella della Madonna del Conforto: contiene l’immagine di Maria, il cui volto in terracotta, secondo la tradizione, durante il terremoto del 1796 da nero diventò bianco grazie alle preghiere dei fedeli. Da quel momento le scosse si interruppero e gli aretini la celebrano il 15 febbraio.
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Una passeggiata nel verde
Quando gli abitanti di Arezzo vogliono fare una passeggiata, prendere un po’ di fresco durante la bella stagione o semplicemente staccare dagli affanni della vita quotidiana, magari camminando a passo svelto per tenersi in allenamento, vengono ai Giardini del Passeggio del Prato, dai quali si gode anche di una bella vista sui dintorni. Unitevi a loro, ossigenate i polmoni e, già che ci siete, visitate la Fortezza Medicea. Fu fatta costruire per volere di Cosimo I de’ Medici, che affidò la direzione dei lavori ad Antonio da Sangallo il Giovane. Oggi sono visibili gli spalti e i bastioni, oltre ai resti della cripta di una chiesa medievale.

Giostra del Saracino: cavalieri in festa
Non c’è cosa più sentita ad Arezzo della Giostra del Saracino, antico gioco cavalleresco durante il quale, il penultimo sabato di giugno e la prima domenica di settembre (quest’ultimo è l’appuntamento più importante), si sfidano i quattro quartieri della città. Rullo di tamburi, poi i cavalieri di Porta Crucifera, Sant’Andrea, Santo Spirito e del Foro si lanciano al galoppo, in Piazza Grande, contro un’effigie in legno. La giostra è preceduta da un corteo storico con 400 figuranti.
Arezzo ha un nuovo percorso espositivo interattivo, allestito al piano terra del Palazzo Comunale e dedicato a questo torneo. Si chiama i Colori della Giostra: ai touch screen, alle esperienze di realtà aumentata ma anche a oggetti e abiti è affidato il compito di raccontare la medievale competizione che tanta gente attira in città due volte l’anno.
Un finale da gaudenti
Ad Arezzo esistono molti modi per concludere le vostre due giornate con classe. Uno dei più genuini e diretti è sicuramente bere del buon vino e accompagnarlo con taglieri e stuzzichini. Provate alla vineria Terra di Pietro, a pochi passi dalla Cappella Bacci, o aumentate la gradazione alcolica da Sottopiazza (Piazza San Francesco 17). Se siete patiti del gin, è un posto da non perdere. Ne troverete 50 qualità tra le quali scegliere per assemblare il vostro cocktail e la gamma delle birre è altrettanto varia.