Friuli Venezia Giulia: i luoghi dell'acqua
Se Ippolito Nievo definì il suo Friuli Venezia Giulia «un piccolo compendio dell'Universo», un motivo c'è: da queste parti troverai tutto quello che cerchi, dalle spiagge alle piste da sci, dalle rovine e i castelli ai borghi e alle città d'arte. Ma se c'è qualcosa del Friuli Venezia Giulia che ti stregherà, come ha stregato l'autore della nuova guida e del PDF gratuito, sono i luoghi d'acqua: ne abbiamo scelti cinque, senza distinzione di dolce o salato.
Trieste
La laguna
Le acque dolci
È intorno ai fiumi che si è accoccolata nei secoli la Grande Bellezza friulana: Udine, Cividale, Pordenone, Gorizia, Gradisca, Sacile sono città che si appoggiano con riserbo a corsi d'acqua carichi di storia. Cammina a naso in su tra i palazzi elegantissimi di Udine e Pordenone, che parlano di un nobile passato medievale e rinascimentale; segui il filo della storia del secolo passato a Gorizia e sfida - riuscirai a mangiarne una intera? - la temibile lubjanska; immergiti nel passato longobardo di Cividale, il Forum Iulii che ha dato il nome alla regione.
L'acqua nascosta
Proprio quando credi che l'acqua sia la tua miglior compagna di viaggio, ecco che ti sfida giocando a rimpiattino. La Venezia Giulia custodisce per chilometri un segreto che nasce oltreconfine chiamato Timavo, fiume che testimonia la sua pervicacia secolare con il suo sotterraneo letto carsico lungo 40 chilometri: le risorgive a San Giovanni di Duino osservano le sue acque gettarsi in mare dopo poco più di due migliaia di metri. Tu siediti comodo sulle sue sponde e prepara un trekking nel Carso; non perderti, poco più in là verso Sgonico, l'incredibile orrido della Grotta Gigante - la più grande al mondo tra le cavità visitabili.
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La neve
Un manto bianco le ricopre per sei mesi l'anno, sono più basse delle loro sorelle occidentali, meno irruente, meno esuberanti forse; ma non dirlo ad un ciclista che abbia affrontato lo Zoncolan! Le Dolomiti Friulane, le Alpi Carniche e quelle Giulie ondeggiano con le loro creste tra poco più di mille metri e i quasi 2.800 del Coglians; nascondono decine di valli, costellate da borghi piccoli e belli come bottoni della giacca della festa: collezionali tutti da Pesariis e i suoi orologi al gioiello Poffabro, da Resia e la sua valle a Barcis con il suo lago specchiato. Sono montagne che nell'acqua custodiscono storie brutali, come il tragico tuffo del monte Toc nell'invaso del Vajont; epiche conquiste, come quelle in bicicletta verso la vetta del Kaiser Zoncolan, o a piedi lungo i 750 chilometri (settecentocinquanta!) dell'Alpe Adria Trail. Esibiscono solo ai più tenaci meraviglie della natura, come il Campanile di Val Montanaia o il panorama dal Monte Lussari. Qui, sopra Tarvisio, verso Fusine e i suoi limpidi laghi, le tre grandi culture europee si toccano in un appuntito triplice confine: facci caso, l'italiana Carnia non è tanto diversa dall'austriaca Carinzia e dalla slovena Carniola; riflettici davanti ad un buon piatto di cjarsons: bon apetît!