Friuli Venezia Giulia: i luoghi dell'acqua

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Se Ippolito Nievo definì il suo Friuli Venezia Giulia «un piccolo compendio dell'Universo», un motivo c'è: da queste parti troverai tutto quello che cerchi, dalle spiagge alle piste da sci, dalle rovine e i castelli ai borghi e alle città d'arte. Ma se c'è qualcosa del Friuli Venezia Giulia che ti stregherà, come ha stregato l'autore della nuova guida e del PDF gratuito, sono i luoghi d'acqua: ne abbiamo scelti cinque, senza distinzione di dolce o salato.

Casoni di Marano, foto
Casoni di Marano, foto
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Il Castello di Miramare (foto
Il Castello di Miramare (foto

Trieste

Sessant'anni fa esatti, l'austera città portuale dal Novecento turbolento tornava all'Italia dopo la parentesi del TLT: Trieste si trovò così catapultata da primo porto e centro di un impero a periferia di una giovane Repubblica. La patria di Umberto Saba veniva pesantemente ridimensionata nello scacchiere sociopolitico; non però la vocazione viveur e artistica di una città che da sempre è capitale nello spirito. I palazzi di Piazza Unità d'Italia sfidano il mare in un faccia-a-faccia mitteleuropeo, con i pali ad alabarda a dividere i contendenti; dalla torre dell'orologio, dal Palazzo del Municipio, le statue di Micheze e Jacheze rintoccano un tempo che da queste parti sembra scorrere più solenne.
Tu non farti intimidire dalla Fontana dei Quattro Continenti, dal Palazzo del Governo o da Palazzo Stratti: varca la soglia, in quest'ultimo, dello storico Caffè Specchi per un capo in b (cappuccino in bicchiere) indimenticabile; sali al Colle di San Giusto, dove tè nata Trieste, fino alla Scala dei Giganti: trattieni il fiato nella Cattedrale e fotografa il 'melone con l'alabarda' nel castello, simbolo della città. E prima di scendere verso Miramare al tramonto, placa la fame con un robusto panino cotto senape e kren sbeccottando in un rebechin.

La laguna

Il motore della piccola barca che ti conduce tra i tipici casoni in canne, verso le foci dello Stella, scoppietta lentamente: il ritmo perfetto per accompagnare il tuo sguardo tra gli isolotti e le onde che separano a fatica l'orizzonte dal cielo. L'isola di Marinetta o l'isola di Sant'Andrea da cui sei partito cercano con te il paese sulla sponda di fronte: il centro di Marano Lagunare è protetto dal mare da piccoli isolotti che hanno reso il paese strategicamente importante nei secoli per la pesca. Occupato prima e acquistato poi da Venezia nel 1453, ha subìto - meglio, col senno di poi: ha guadagnato - l'influenza della Serenissima nei numerossi palazzi che lo punteggiano: la Loggia Maranese e la Torre Millenaria in Piazza dei Provveditori, fino ai numerosi cippi di conterminazione che segnavano l'inizio dei territori veneziani.
Perlustra la Riserva Naturale Foci dello Stella fino a Precenicco e Palazzolo, binocolo a portata di mano per il birdwatching; prenota una gita verso Grado, la Portofino dell'Alto Adriatico, per gustare un piatto di boreto alla graisana (un guazzetto di pescato del giorno) e i mosaici mozzafiato della Basilica di Santa Eufemia; e mettiti il costume: un tuffo a Lignano Sabbiadoro da queste parti è d'obbligo.
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Udine, foto Luigi Farrauto
Udine, foto Luigi Farrauto

Le acque dolci

È intorno ai fiumi che si è accoccolata nei secoli la Grande Bellezza friulana: Udine, Cividale, Pordenone, Gorizia, Gradisca, Sacile sono città che si appoggiano con riserbo a corsi d'acqua carichi di storia. Cammina a naso in su tra i palazzi elegantissimi di Udine e Pordenone, che parlano di un nobile passato medievale e rinascimentale; segui il filo della storia del secolo passato a Gorizia e sfida - riuscirai a mangiarne una intera? - la temibile lubjanska; immergiti nel passato longobardo di Cividale, il Forum Iulii che ha dato il nome alla regione.

E poi c'è lui, il Re Tagliamento. Seguine il corso dalla montagna al largo estuario, ammiralo dall'alto del ponte mentre si dirada scorbutico tra le pietraie intorno a Pinzano, concediti un tuffo tra le sue acque o scegline le sponde per una veloce tintarella quando il mare è ancora un miraggio; rallenta con lui scivolando morbido tra Lignano e Bibione. E concediti parecchie deviazioni nei paesi che lo sorvegliano a debita distanza: San Daniele del Friuli, Spilimbergo, San Vito al Tagliamento, Valvasone o Latisana non ti deluderanno.

L'acqua nascosta

Proprio quando credi che l'acqua sia la tua miglior compagna di viaggio, ecco che ti sfida giocando a rimpiattino. La Venezia Giulia custodisce per chilometri un segreto che nasce oltreconfine chiamato Timavo, fiume che testimonia la sua pervicacia secolare con il suo sotterraneo letto carsico lungo 40 chilometri: le risorgive a San Giovanni di Duino osservano le sue acque gettarsi in mare dopo poco più di due migliaia di metri. Tu siediti comodo sulle sue sponde e prepara un trekking nel Carso; non perderti, poco più in là verso Sgonico, l'incredibile orrido della Grotta Gigante - la più grande al mondo tra le cavità visitabili.

E tra il Cellina e il Meduna, in quell'area magica del pordenonese nota come Magredi, le aspre pietraie irte di nodosi arbusti ti faranno sognare quell'acqua che qui intorno compare raramente, e quando accade più dalle nuvole che da fiumi e torrenti. Un paesaggio lunare che non puoi assolutamente perdere, in tutta la sua assordante quiete.
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Canyoning (foto Pentaphoto)
Canyoning (foto Pentaphoto)

La neve

Un manto bianco le ricopre per sei mesi l'anno, sono più basse delle loro sorelle occidentali, meno irruente, meno esuberanti forse; ma non dirlo ad un ciclista che abbia affrontato lo Zoncolan! Le Dolomiti Friulane, le Alpi Carniche e quelle Giulie ondeggiano con le loro creste tra poco più di mille metri e i quasi 2.800 del Coglians; nascondono decine di valli, costellate da borghi piccoli e belli come bottoni della giacca della festa: collezionali tutti da Pesariis e i suoi orologi al gioiello Poffabro, da Resia e la sua valle a Barcis con il suo lago specchiato. Sono montagne che nell'acqua custodiscono storie brutali, come il tragico tuffo del monte Toc nell'invaso del Vajont; epiche conquiste, come quelle in bicicletta verso la vetta del Kaiser Zoncolan, o a piedi lungo i 750 chilometri (settecentocinquanta!) dell'Alpe Adria Trail. Esibiscono solo ai più tenaci meraviglie della natura, come il Campanile di Val Montanaia o il panorama dal Monte Lussari. Qui, sopra Tarvisio, verso Fusine e i suoi limpidi laghi, le tre grandi culture europee si toccano in un appuntito triplice confine: facci caso, l'italiana Carnia non è tanto diversa dall'austriaca Carinzia e dalla slovena Carniola; riflettici davanti ad un buon piatto di cjarsons: bon apetît!

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