L’origine del gin: storia (e gusto) del jenever olandese
L'Olanda, nonostante le piccole dimensioni, è un territorio ricco di scenari differenti. Famosa per i colori dei giardini durante la stagione dei tulipani in fiore e per i mulini che girano vorticosi spinti dai venti costanti, offre molto oltre ai canali Patrimonio UNESCO e le belle case colorate, soprattutto in fatto di sapori. Un aspetto poco noto, ad esempio, è che l’origine del gin, uno dei distillati più apprezzati nel mondo, è in Olanda: si tratta del jenever.
La storia del gin: un insolito medicinale
Nel XVI secolo il farmacista e medico Sylvius Franciscus, già professore all’Università di Leiden, trovò un rimedio per i disturbi di stomaco e reni usando ginepro infuso in alcol di grano. Le proprietà fortemente diuretiche delle bacche hanno il potere di combattere la gotta: accumulo di acidi urici nel sangue dovuto a una dieta squilibrata ricca di carne, un tempo molto comune tra le persone abbienti in Olanda. Il gin, infatti, non è un distillato di ginepro ma le bacche servono per aromatizzare l'alcol che viene successivamente distillato ancora per ottenere un prodotto limpido e balsamico. La nascita del gin in questa piccola parte d'Europa fu favorito dalla grande flotta mercantile e dalla Compagnia delle Indie, che qui fu fondata nel 1602. Il jenever veniva addirittura chiamato Dutch Courage – coraggio olandese – tanto da essere stato adottato dalle truppe inglesi durante le operazioni belliche.
Nonostante le varietà di gin prodotte in Inghilterra siano più conosciute, il gin olandese merita più di un assaggio.
I migliori gin olandesi
Bere il gin ad Amsterdam
Proprio di fronte al museo Van Gogh ad Amsterdam, a cui bisogna dedicare alcune ore per apprezzarne a fondo l'atmofera, c'è il museo dedicato a uno dei più famosi jenever olandesi: l'House of Bols. Il percorso multimediale e interattivo accompagna nella scoperta della storia del produttore più antico d'Olanda, mettendo alla prova le capacità da degustatori dei visitatori. Basta infatti avvicinare il naso ai vari campioni in esposizione per capire che non è così semplice distinguere, solo con l'olfatto, frutta e spezie utilizzati nei drink. Terminata la visita, si può assaggiare un cocktail che viene scelto rispondendo ad alcune domande su un touchscreen.
Un locale storico dove gustare del buon gin olandese è il De Drie Fleschjes, che si trova in Gravenstraat 18.
Per un giro in distilleria, invece, bisogna andare alla de Ooievaar, in Herengracht 319, o da Wynand Fockink (Pijlsteeg 31) dove si potranno scoprire tutti i segreti di un buon distillato.
Un drink tra Schiedam e Rotterdam
Schiedam, deliziosa cittadina facilmente raggiungibile in metropolitana da Rotterdam, è famosa per i mulini a vento che, un tempo, venivano utilizzati per macinare il grano da cui si produceva l'alcol. Si dice che siano i più alti d'Olanda e per vedere i cinque mulini restanti dei venti originari basta passeggiare lungo il canale Lange Haven.
Schiedam è piccola e si gira comodamente a piedi, partendo dalla distilleria più famosa: Nolet. Da oltre trecento anni produce ed esporta gin in ogni parte del mondo, soprattutto in America. Qui si possono scoprire le origini del jenever e le mille sfumature del London Dry Gin.
A settembre (nel 2019 dal 27 al 29) si svolgerà il Brandersfeesten, il Festival del gin distillato. I canali di Schiedam fanno da sfondo all’incantevole spettacolo delle barche illuminate, appositamente decorate. Durante il week end sarà anche possibile visitare gratuitamente il Het Jenevermuseum, museo dedicato alla storia del gin distillato olandese. Inoltre, alcuni dei più grandi mulini a vento verranno messi in funzione mentre altri saranno aperti al pubblico.
Per bere un cocktail preparato con maestria, infine, c'è il The Suicide Club; si trova a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Rotterdam e trovarlo è già di per sé un'esperienza divertente, che proseguirà all'ultimo piano di un palazzo che domina la città. Per accompagnare i drink, ottimo e originale cibo.
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Curiosità: come bere gin all'olandese
Per gustare il jenever come da tradizione e in purezza, bisogna appoggiarsi al bancone e inchinarsi sul bicchiere a forma di tulipano colmo fino all’orlo, per bere il primo sorso.
Federica Giuliani è giornalista e autrice, viaggia e assaggia da quando è bambina. Il piatto che meglio la descrive è il cous cous: non guizza come gli spaghetti, non scivola come i maccheroni, ma ha una presa rassicurante. È sobrio, per gli ingredienti semplici di cui è composto, ma sa essere raffinato, in base alle spezie utilizzate. Si mangia seduti a terra, attingendo tutti dallo stesso piatto, raccontandosi di storie passate e di sogni futuri.