6 motivi per andare in Kirghizistan: cosa vedere durante il viaggio
Organizzare un viaggio in Kirghizistan significa visitare un paese dagli incontaminati paesaggi montani, aspri crinali e ondulati pascoli estivi (jailoo) dove pastori seminomadi vivono al riparo nelle loro yurte. Aggiungete una rete ben sviluppata di sistemazioni presso famiglie locali e l’esenzione dall’obbligo del visto e capirete perché il Kirghizistan, destinazione poco conosciuta ma imperdibile, è la porta d’accesso preferita da chi è diretto in Asia centrale.
1. Lago Son-Köl
Per ammirare le stelle in un cielo trasparente.
Circondati da un orizzonte di picchi frastagliati, gli ampi spazi aperti del Son-Köl creano un gigantesco palcoscenico su cui danzano gruppi di nuvole. La superficie del lago, lungo 18 chilometri, largo 29 e orlato da verdi pascoli estivi, muta come per magia in pochi secondi, da turchese tropicale a blu intenso, a seconda che splenda il sole o che il vento porti una tempesta. È un posto di sublime bellezza, dove ammirare l’alba o il cielo nelle notti limpide e fredde, quando lo specchio d’acqua è illuminato da innumerevoli stelle.
A 3.016 metri il clima è troppo rigido per consentire insediamenti umani permanenti, ma tra giugno e settembre i prati intorno al lago si colorano delle yurte dei pastori, distanti fra loro più o meno un chilometro.
2. Soggiornare in yurta
Per scoprire come si vive nella yurta estiva di un pastore su uno lago ad alta quota.
I gruppi di yurte nei pressi del lago Son-Köl, spesso in multipli di tre, sono affiliati alle agenzie che si occupano di turismo comunitario di Kochkor e offrono un letto o un materassino sul pavimento, coperte e lenzuola a un costo che va da 600som a 800som circa (compresa la prima colazione), a cui si aggiungono un extra di 300som per il pranzo e altri 300som per la cena. Questi posti di solito sono gestiti da autentici mandriani, anche se la yurta per gli ospiti spesso è un po’ più bella e la condividerete con altri viaggiatori, non con la famiglia.
Prenotare questo tipo di alloggi è quasi sempre impossibile perché non c’è segnale telefonico, ma in genere basta presentarsi e chiedere un letto. Se proprio volete prenotare, provate a mandare un SMS uno o due giorni prima del vostro arrivo nel caso la famiglia si trovasse su una vicina montagna coperta dal segnale per la telefonia mobile. A metà agosto, quando ci sono tanti turisti in giro, chi viaggia in modo indipendente rischia di non trovare posto per via dei gruppi organizzati.
3. Valle di Alay
Per fare un trekking tra le vette innevate di questa valle lungo il tragitto verso la Cina o il Tagikistan; oppure una spedizione alpinistica sul Pik Lenin (7.134 metri).
Un esercito di grandi montagne perennemente innevate marcia lungo il fianco meridionale della Valle di Alay, una valle particolarmente ampia (fino a trenta chilometri) e spettacolare, per lo meno quando le nuvole si alzano e svelano le vette circostanti.
Chi fosse diretto in Cina via Irkeshtam o in Tagikistan via Bordöbo potrà fermarsi ad ammirare il paesaggio a Sary-Tash. Vale comunque la pena di proseguire fino a Sary-Mogol e Daroot-Korgon, dove partono:
- Sentieri che conducono a laghi di montagna;
- La traversata di una settimana lungo la catena degli Alay;
- La spedizione alla conquista della cima del Pik Lenin.
Tornando verso Osh, prestate attenzione alle escursioni organizzate da CBT segnalate nei pressi della statale, che vanno da uscite di qualche ora a trekking di diversi giorni.
4. Jyrgalan
Per esplorare le montagne circostanti a piedi, in sella a una bicicletta o a cavallo, partendo direttamente dalla porta della vostra guesthouse.
Nata come villaggio che ruotava intorno all’estrazione del carbone, la piccola e accogliente Jyrgalan si è reinventata come base ecoturistica ed è perfetta sia per farsi un’idea di come si svolga la vita quotidiana di un tipico villaggio kirghiso sia come punto di partenza per avventurarsi tra le montagne circostanti. Arriverete con l’idea di trascorrervi solo un paio di giorni, vi fermerete per una settimana e prima di rendervene conto sarete praticamente un abitante del posto.
Tra le escursioni che si possono compiere in giornata segnaliamo quella al grazioso lago Tulpar Köl e quella alla cascata di Kök-Bel (che però in estate è asciutta). Il villaggio funge anche da ottima base per itinerari ad anello o trekking più lunghi nella regione di Ak-Suu.
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5. Lago Köl-Suu
Per superare scoscese pareti rocciose fino a questo angolo remoto della Oblast di Naryn e ammirare i magnifici colori e il suggestivo paesaggio di questo indimenticabile lago.
Remoto perfino per gli standard del Kirghizistan, il magnifico Köl-Suu si estende per dieci chilometri all’interno di una scoscesa gola di montagna che raggiunge quasi il confine con la Cina. Ci si rende conto davvero delle imponenti dimensioni di questo specchio d’acqua soltanto quando ci si ritrova al centro, a bordo di una delle imbarcazioni delle escursioni locali, che sembrano minuscole al cospetto delle pareti rocciose che si ergono su ogni lato.
Il lago si trova a più di 150 chilometri da Naryn; le strade per arrivarci versano in condizioni via via sempre peggiori e attraversano due punti di controllo. Il tratto finale di sette chilometri, dal jailoo di Jyrgal alla Valle di Kurumduk, è però un panoramico susseguirsi di vette frastagliate che da solo merita il viaggio. Si possono noleggiare cavalli per guadare il fiume oltre Jyrgal o per compiere l’intera escursione fino al lago, ma anche un autista esperto e determinato e un buon fuoristrada possono riuscire nell’ardua impresa di raggiungere le sue sponde.
6. Karakol
Per andare alla scoperta del panorama culturale, ricettivo e gastronomico tra un’escursione e l’altra.
Karakol, un reticolo polveroso di strade alberate, non offre molto da vedere, ma è un’ottima base da cui raggiungere alcune delle località sciistiche più belle dell’Asia centrale e splendidi percorsi di trekking. Nelle giornate più limpide, la città offre lo spettacolo delle cime innevate che fanno da sfondo alle vecchie persiane blu e ai muri imbiancati a calce delle case risalenti al periodo d’oro russo.
Una delle migliori attività è una cena presso una famiglia dungana per andare alla scoperta della cultura della comunità dei dungani (musulmani originari della Cina che nel 1877 si stabilirono in Kirghizistan per sfuggire alle persecuzioni) che vive nel villaggio di Yrdyk a 15 minuti da Karakol. Visitate la moschea e il museo del villaggio prima di cimentarvi nella pre-parazione dell’ashlyanfu, il piatto dungano più famoso, e abbuffarvi di altri piatti tipici.
Inoltre ogni domenica mattina, circa due chilometri a nord del centro di Karakol, prende vita uno dei mercati del bestiame più grandi di tutto il Kirghizistan. Preparatevi ad assistere a scene al tempo stesso tristi e comiche, come gente del posto che contratta sul prezzo di cavalli purosangue o che tenta di spingere una grossa pecora sul sedile posteriore di una Lada. Nelle giornate di cielo terso, il paesaggio delle montagne in-cappucciate di neve in lontananza è più spettacolare visto da qui che dal centro città.
Quando andare e clima
In un paese le cui principali attrattive si trovano in zone ad alta quota, scegliere il momento migliore per il viaggio è fondamentale. Il clima del Kirghizistan è caratterizzato dal contrasto:
L’estate, quando quasi tutte le strade diventano percorribili e la temperatura media è poco al di sotto dei 30°C, è perfetta per l’escursionismo, e i turisti russi e kazaki si riversano sulle spiagge dell’Issyk-Köl. Da ottobre a maggio molte sistemazioni nelle zone rurali chiudono e le yurte vengono smontate. Se non sciate, pensateci bene prima di venire qui in inverno (visto che le temperature possono scendere anche a -20°C circa), a meno che non intendiate dedicarvi allo sci o allo snowboard.
Dove si trova il Kirghizistan?
Non c’è da vergognarsi se non si ha ben presente dove si trova il Kirghizistan, perché questo paese senza sbocco sul mare è, per così dire, a metà strada tra il Medio Oriente e l’Estremo Oriente: il suo territorio, infatti, è compreso tra Cina, Kazakistan, Uzbekistan e Tagikistan.