Monterey tra sardine, conservazione dell’oceano e letteratura

A Monterey, una cittadina californiana affacciata sull’oceano Pacifico, scienza, letteratura, musica e sostenibilità s’incontrano: ecco perché un viaggio qui può diventare anche un momento culturale ricco e costruttivo. Venite con noi sulle tracce di Steinbeck, alla scoperta dei tesori dell’Oceano.

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La storia di Monterey è da sempre legata alla pesca ©Darryl Brooks
La storia di Monterey è da sempre legata alla pesca ©Darryl Brooks

L’inizio della storia di Monterey e della sua baia si perde nel tempo, quando i nativi americani Rumsien hanno deciso di abitare questi luoghi, spinti dall’abbondanza di pesci, animali selvatici e dalla presenza di altre risorse naturali fondamentali per la vita umana. L’area viene poi conquistata dagli spagnoli all’inizio del Seicento e, dopo alterne vicende, a fine Ottocento Monterey diventa una fiorente comunità di pescatori.

Dall’inizio del Novecento l’industria della pesca e dell’inscatolamento delle sardine domina l’economia di Monterey, tanto che prima della Seconda Guerra Mondiale la città diventa famosa in tutto il mondo come la "Capitale mondiale delle sardine”. Si stima che nei conservifici di Cannery Row, una delle vie di Monterey (diventata iconica proprio per la presenza massiccia di questi edifici) venissero lavorate circa 250.000 tonnellate di sardine all’anno. Questi stabilimenti di inscatolamento davano lavoro soprattutto a donne – tra cui le mogli dei molti pescatori siciliani emigrati qui –, a immigrati messicani, spagnoli, portoghesi, giapponesi, cinesi e alle famiglie in fuga dalla Dust Bowl – termine con cui si indica una delle peggiori crisi ambientali del Novecento che negli anni ’30 ha portato gran parte della popolazione delle Grandi Pianure del Nord America a cercare fortuna altrove.

Cannery Row, una delle vie di Monterey ©Daniela Calota Lita
Cannery Row, una delle vie di Monterey ©Daniela Calota Lita
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John Steinbeck e Cannery Row

"Cannery Row a Monterey in California è una poesia, un fetore, un rumore irritante, una qualità della luce, un tono, un’abitudine, una nostalgia, un sogno. Raccolti e sparpagliati in Cannery Row stanno scatole di latta e ferro e legno scheggiato, marciapiedi in disordine e terreni invasi da erbacce e mucchi di rifiuti, stabilimenti dove inscatolano le sardine coperte di ferro ondulato (…)” scrive John Steinbeck nell’omonimo romanzo. Per un periodo Steinbeck visse a Pacific Grove, vicino a Cannery Row, e proprio questo quartiere variopinto, vibrante e popolato da una miriade di comunità diverse accese l’immaginazione del grande scrittore americano.

Tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’50 la popolazione di sardine nella baia di Monterey inizia a diminuire rapidamente e in breve tempo Cannery Row diventa un vero e proprio quartiere fantasma. Senza più sardine da pescare, i conservifici si trasformano in magazzini vuoti e la gran parte della comunità di pescatori si sposta per cercare fortuna altrove. Sono anni, questi, di grandi cambiamenti per tutta l’area della baia.

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Il Monterey Bay Aquarium

Verso la fine degli anni ’70 un gruppo di scienziati marini dell’Università di Stanford e della Silicon Valley ha un’idea: costruire all’interno di un conservificio abbandonato un piccolo acquario dedicato alla biodiversità marina presente nella baia di Monterey. Sei anni dopo, grazie alla donazione di 55 milioni di dollari da parte di David e Lucile Packard, il 20 ottobre 1984 apre nella storica Cannery Row il Monterey Bay Aquarium.

La missione dell’acquario è stata fin dai suoi inizi ispirare la conservazione dell’oceano. Oltre a esposizioni permanenti dedicate alla vita marina delle acque della baia di Monterey e della costa centrale della California e a mostre temporanee su temi specifici, il Monterey Bay Aquarium promuove la ricerca scientifica e la conservazione delle specie, crea programmi educativi destinati a insegnanti, studenti e comunità svantaggiate, sostiene azioni in partnership con il mondo politico locale e internazionale per salvaguardare gli oceani. Tra queste, per esempio, iniziative per ridurre l’inquinamento da plastica, promuovere la sostenibilità dei prodotti ittici a livello globale, affrontare il cambiamento climatico e l’acidificazione delle acque degli oceani, proteggere specie chiave come le lontre marine, gli squali e il tonno rosso del Pacifico.

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Bixby Creek Bridge, Big Sur ©Jon Bilous
Bixby Creek Bridge, Big Sur ©Jon Bilous

Il Monterey Bay National Marine Sanctuary

L’opera di divulgazione portata avanti dal Monterey Bay Aquarium ha contribuito in modo sostanziale a suscitare l’interesse del pubblico che ha poi portato, nel 1992, alla creazione del Monterey Bay National Marine Sanctuary. Questo santuario è la più grande area marina protetta degli Stati Uniti continentali e si estende per 15.783 chilometri quadrati, andando dalle acque a nord di San Francisco fino all’estremità meridionale della costa di Big Sur. Nel Monterey Bay National Marine Sanctuary si trova il più grande canyon sottomarino della costa occidentale degli Stati Uniti. Relativamente vicino alla costa, questo canyon crea un habitat peculiare in grado di ospitare balene blu, megattere, delfini e diverse specie di uccelli marini. La missione di questo tipo di santuari è studiare e proteggere l’ecosistema costiero e le sue risorse culturali. Farlo prevede anche educare e sensibilizzare il grande pubblico con programmi ad hoc e iniziative dedicate.

Il Pacific Biological Lab

A pochi metri dal Monterey Bay Aquarium si trova il Pacific Biological Lab. Si tratta di un piccolo edificio che ha avuto un ruolo fondamentale nella vita e nel lavoro del biologo marino, pioniere dell’ecologia e filosofo, Ed Ricketts. Ed Ricketts era anche il migliore amico di John Steinbeck. Anzi, Steinbeck nutriva per lui quasi una venerazione e proprio in questo laboratorio nacque e crebbe gran parte della visione letteraria e filosofica del grande scrittore americano. Ma non solo: Ricketts ispirò diversi personaggi dei libri di Steinbeck, tra cui Doc in Cannary Row. Dopo la morte di Ricketts nel 1948 questo luogo divenne la sede di un gruppo chiamato Pacific Biological Laboratory (PBL), in onore del laboratorio di Ricketts. Nel 1957 i PBL fondarono il Monterey Jazz Festival, ad oggi il più longevo festival jazz del mondo. Nel 1993 la città di Monterey acquisì l’edificio con l’obiettivo di assicurare la conservazione di questo pezzo di storia letteraria, scientifica e culturale unico nel suo genere. Oggi il laboratorio è visitabile una volta al mese, grazie ai tour gratuiti offerti della municipalità di Monterey.

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Il National Steinbeck Center a Salinas ©Kit Leong
Il National Steinbeck Center a Salinas ©Kit Leong

Il National Steinbeck Center a Salinas

Non è proprio a Monterey ma non si può concludere una visita di questo genere senza andare a Salinas (a circa 30 chilometri da Monterey) per immergersi in uno dei più grandi musei letterari degli Stati Uniti, dedicato a un singolo autore. Il National Steinbeck Center nasce su iniziativa della comunità locale per mantenere intatta l’eredità creativa di Steinbeck raccontando la sua vita e le sue opere. L’obiettivo del museo è “partecipare, ispirare, educare e comprendere l’altro”, proprio come lo stesso Steinbeck aveva cercato di fare durante tutta la sua vita.

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