Oslo: come trascorrere 48 ore perfette nella capitale della Norvegia tra musei e magie del Nord

Redazione Lonely Planet
5 minuti di lettura

La capitale della Norvegia è sempre più un riferimento mondiale per l’arte e la cultura. Con eccezionali musei, gallerie e un Teatro dell’Opera all’avanguardia, ha reinventato il quartiere del lungomare, con edifici sorprendenti e destinati a restare nella storia dell’urbanistica, come il nuovo Nasjonalmuseet, che ospita L'urlo di Munch. In questo articolo vi raccontiamo che cosa vedere a Oslo, tra arte, storia e cultura, ma senza rinunciare a quel tocco di magia che la latitudine e il fascino nordico di questa città regalano al viaggio. 

Oslo avvolta dalla luce del nord. Credits minstemann / Shutterstock
Oslo avvolta dalla luce del nord. Credits minstemann / Shutterstock
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Primo giorno: tra grandi musei e sapori nordici

A Oslo la natura è una presenza viva e visibile: la capitale è circondata da boschi, colline e laghi che offrono una miriade di opportunità per l’escursionismo, la bicicletta, lo sci e la nautica. A tutto questo aggiungete il vivace panorama di caffè e bar, i ristoranti da gourmet, l’animata vita notturna (dai concerti all’opera all’indie rock) e la nutrita comunità di immigrati con i suoi tocchi di colore, ed ecco una città così coinvolgente che per un po’ riuscirà a farvi dimenticare persino i fiordi.

La visita, però, non può prescindere dagli straordinari musei cittadini. Anche se non siete grandi appassionati di spazi chiusi, fidatevi del richiamo delle collezioni urbane e seguiteci in questa ricognizione. 

Den Norske Opera & Ballett. Credits JanLueddemann / Shutterstock
Den Norske Opera & Ballett. Credits JanLueddemann / Shutterstock

Den Norske Opera & Ballett: il teatro dell’opera

Fulcro del grande progetto di riqualificazione del lungomare, il magnifico Teatro dell’Opera è una delle strutture moderne più emblematiche della Scandinavia. Progettato dallo studio di architettura Snøhetta di Oslo, costato circa 500 milioni di euro e inaugurato nel 2008, il teatro evoca la sagoma di un iceberg che galleggia nelle acque dell’Oslofjord. Il suo design è una riflessione sul concetto di monumentalità, sull’importanza della produzione culturale, sul ruolo unico della Norvegia nel mondo e sul dialogo fra vita pubblica ed esperienza personale.

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Arte nell’arte: il Munchmuseet di Oslo. Credits ArtMediaFactory / Shutterstock
Arte nell’arte: il Munchmuseet di Oslo. Credits ArtMediaFactory / Shutterstock

Munchmuseet: dedicato a un’icona della pittura

Questo museo monografico dedicato al più importante artista norvegese, Edvard Munch (1863-1944), ospita la più vasta collezione al mondo dei suoi lavori: 28.000 opere, fra cui 1100 dipinti e 4500 acquerelli, molti dei quali donati alla città dallo stesso Munch – anche se le sue opere più famose, incluso L’urlo, sono state esposte alla Nasjonalgalleriet fino al 2019 e, dal giugno 2022, al nuovo Nasjonalmuseet, il più vasto museo della Scandinavia.

A cena? Concedetevi il meglio!

Negli ultimi anni Oslo è diventata una meta gastronomica molto apprezzata dai gourmet che hanno già sperimentato le migliori tavole di Copenaghen o Stoccolma e cercano nuovi sapori. Oggi la capitale offre una scelta molto ampia che spazia dai ristoranti stellati Michelin ai semplici chioschi di hot dog o di gamberetti sgusciati e mangiati al momento, passando per le proposte innovative della cucina new nordic e gli autentici ristoranti giapponesi, italiani, francesi, indiani e messicani.

Il Sentralen Restaurant è uno dei migliori ristoranti di Oslo, nonché uno dei più informali: una grande sala da pranzo su cui si affaccia la cucina aperta, vecchie sedie e toni del verde e della terra. I piattini degustazione rendono semplice esplorare tutti i sapori della sua cucina new nordic. Il menu privilegia i classici norvegesi preparati con prodotti locali, ma sperimenta anche influenze internazionali con risultati raffinati e sorprendenti. 

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Secondo giorni: castelli, palazzi e avventure polari

Il consiglio è di dedicare il secondo giorno alle strutture medievali dell’Akershus Festning e dell’Akershus Slott, per rendere poi omaggio a una delle più grandi icone dell’immaginario norvegese, l’esploratore Roald Amundsen. Ci sarà ancora tempo per fare shopping in uno dei contesti più suggestivi d’Europa.

Oslo, tutta l’imponenza della Akershus. Credits Paulo Miguel Costa / Shutterstock
Oslo, tutta l’imponenza della Akershus. Credits Paulo Miguel Costa / Shutterstock

Akershus Festning: un baluardo per la nuova capitale

Quando nel 1299 Oslo fu dichiarata capitale della Norvegia, il re Håkon V ordinò la costruzione della Fortezza di Akershus, strategicamente situata sul lato orientale del porto, per proteggere la città da minacce esterne. Nel corso dei secoli la struttura è stata più volte ampliata, modificata e rafforzata. Questo imponente complesso che domina ancora il porto di Oslo è formato da un castello medievale, l’Akershus Slott, da una fortezza e da vari altri edifici, fra cui installazioni militari tuttora operative.

Si accede al complesso tramite l’ingresso alla fine di Akersgata o attraversando il ponte mobile sopra Kongens gate all’estremità meridionale di Kirkegata.

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Akershus Slott: un palazzo rinascimentale dal volto severo

Nel XVII secolo Cristiano IV trasformò il Castello di Akershus in un palazzo rinascimentale, ma volle conservarne la facciata medievale. Nelle segrete si trovano le celle anguste e buie in cui venivano imprigionati i nobili caduti in disgrazia, mentre ai piani superiori ci sono le sale di rappresentanza e i sontuosi saloni in cui si svolgevano i banchetti.

La cappella del castello è tuttora utilizzata per le cerimonie militari, mentre nelle cripte sottostanti riposano i re Håkon VII e Olav V. Le visite guidate, condotte da studenti universitari in costume d’epoca, non sono obbligatorie, ma offrono un’interessante panoramica storica sul luogo, ricca di aneddoti che vi sfuggirebbero se visitaste il posto per conto vostro.

La prua della Fram. Credits Francesco Bonino / Shutterstock
La prua della Fram. Credits Francesco Bonino / Shutterstock

Frammuseet: a bordo della nave polare

Questo museo è dedicato a uno dei simboli più famosi delle prime esplorazioni artiche e antartiche, la nave polare Fram (che significa ‘Avanti’), lunga 39 m. Potete esplorare l’imbarcazione in ogni suo meandro, sbirciando nelle piccole cabine e immaginando la vita di mare fra i ghiacci. Ci sono inoltre mostre dettagliate che illustrano, attraverso cartine, fotografie e altri materiali, varie spedizioni leggendarie, dal tentativo di Fridtjof Nansen di attraversare il Polo Nord con gli sci fino alla scoperta del Passaggio a NordOvest da parte di Roald Amundsen.

Varata nel 1892, la Fram, all’epoca l’imbarcazione più resistente mai costruita, trascorse gran parte della sua esistenza nella morsa dei ghiacci polari. Dal 1893 al 1896, la spedizione al Polo Nord di Nansen spinse questa goletta fino alle Isole della Nuova Siberia, in Russia, passando a pochi gradi dal Polo Nord durante il viaggio di ritorno in Norvegia.

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Oslo, in giro per acquisti. Credits Nenad Nedomacki / Shutterstock
Oslo, in giro per acquisti. Credits Nenad Nedomacki / Shutterstock

Shopping: un pieno di stile

Centri commerciali a parte, Oslo trabocca di di negozietti di ogni genere. In centro, Kirkegaten, Nedre Slottsgate e Prinsens gate sono le prestigiose vie della moda scandinava e internazionale, insieme a bellissimi negozi di articoli per la casa, ma anche a Frogner e a St Hanshaugen si trovano boutique eleganti. Grünerløkka è il quartiere giusto se amate il vintage e la moda scandinava.

Uno dei nostri posti preferiti è Utopia Retro Modern, in Bygdøy allé. Prima di entrare e curiosare fra le meraviglie di design anni ’50, ammirate la bellezza della facciata in stile funzionalista del negozio, progettata nel 1929 da Arne Korsmo e Sverre Aasland, che rispecchia splendidamente il gusto dell’epoca. All’interno, fra i tanti fantastici pezzi di produzione internazionale, troverete anche squisiti articoli di design norvegese, sia originali sia riproduzioni, creati da grandi nomi come Torbjørn Afdal, Gunnar Sørlie e Sven Ivar Dysthe.

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Norvegia
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