Cosa vedere ad Antananarivo, la vivace capitale del Madagascar

Redazione Lonely Planet
6 minuti di lettura

Antananarivo, la capitale del Madagascar, è un enigma. Sotto la luce giusta Tana, come viene universalmente chiamata, può essere davvero bella con il suo insieme di case a schiera variopinte, laghi scintillanti, nuvole rosa di jacaranda in fiore e un mosaico di risaie che si fonde con la periferia. Eppure i viaggiatori la trattano spesso in modo sbrigativo. Molti si fanno scoraggiare dal centro inquinato e sovraffollato, con il suo traffico spaventoso e la meritata fama di luogo pericoloso dopo il calare della sera. E così in quasi tutti gli itinerari, Tana è relegata al ruolo di tappa obbligata mentre ci si dirige verso zone più attraenti del paese. 

Antananarivo,  la capitale del Madagascar ©Dudarev Mikhail /Shutterstock
Antananarivo, la capitale del Madagascar ©Dudarev Mikhail /Shutterstock
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Ma evitare la capitale sarebbe un errore. Centro politico ed economico del Madagascar, Tana è la sede del potere nazionale da 300 anni; in nessun altro luogo del paese potrete conoscere da vicino i re e le regine che hanno unificato le tribù dell’isola. 

Il modo migliore per esplorare la città è procedere nel senso in cui si sviluppa: dall’alto al basso. In alto si trova la Haute- Ville, sede del Rova (palazzo fortificato) di Antananarivo ed elegante insieme di case malgasce, chiese inglesi e architettura coloniale francese. L’UNESCO ritiene che il quartiere non abbia ‘equivalenti nell’Africa sub-sahariana’ ed è possibile che entri a far parte del Patrimonio dell’Umanità. Ci sono tracce del passato coloniale anche nella Basse-Ville, in passato poco più di una palude e oggi un centro cittadino con ampi viali e mercati traboccanti di merci. I problemi della zona sono indicativi di una popolazione che cresce il 60% più in fretta del resto del paese.

Tana è di gran lunga il luogo migliore per sperimentare la cultura malgascia contemporanea, con una scena artistica emergente e diversi vivaci eventi culturali. La capitale è anche il posto giusto per assaggiare l’alta cucina del Madagascar, con alcuni ristoranti di cucina fusion franco-malgascia all’altezza degli stellati Michelin europei ma con prezzi molto più bassi. Benvenuti a Tana, una città che – come recita un vecchio proverbio malgascio – è molto ‘simile al camaleonte: con un occhio rivolto al futuro e uno al passato’. 

Il Rova è stato la sede dei re e delle regine merina per quasi 300 anni  ©Framalicious /Shutterstock
Il Rova è stato la sede dei re e delle regine merina per quasi 300 anni ©Framalicious /Shutterstock

Brevi itinerari

Se restate in città soltanto un giorno, puntate subito alla Haute-Ville, in cima alla collina, per immergervi nel quartiere storico di Tana: visitate il Rova, la Cathédrale de l’Immaculée Conception e il Musée de la Photo Madagascar. Oppure, per evitare di passare troppo tempo bloccati nel famigerato traffico, soggiornate in un albergo vicino all’aeroporto e visitate Ambohimanga, sito Patrimonio dell’Umanità UNESCO. 

Se avete il tempo per una visita di due giorni, concedetevi passeggiate nella Haute-Ville, poi fate il pieno di cultura nelle gallerie d’arte o all’Institut Français Madagascar. Andate a colpo sicuro cenando in uno degli ottimi ristoranti franco-malgasci. Fate un giro tra le boutique della Moyenne-Ville e le bancarelle stracolme del Mercato di Analakely; per un souvenir unico visitate lo straordinario Atelier de Violette & Dieudonné a gestione comunitaria. 

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La Haute-Ville, il quartiere storico di Tana 

La Haute-Ville, o Città Alta, si estende sulle pendici della collina più alta di Tana ed è il cuore storico della capitale. Fu qui che re Andrianjaka fondò la città nel 1610, stanziando una guarnigione di soldati sulla collina e rinominandola Antananarivo, cioè ‘Luogo dei 1000 guerrieri’. Ancora oggi ospita alcuni dei più interessanti siti storici del paese, in particolare il Rova. Osservate gli edifici con i tetti in tegole chiamati trano gasy, molto richiesti dalla nobiltà di Tana nel XIX secolo. Durante il periodo coloniale francese nella parte più bassa della collina si sviluppò una Moyenne- Ville (Città Media); oggi è un’ottima base per visitare Tana, con numerosi alberghi e ristoranti di tendenza. 

Il Rova (palazzo fortificato) di Antananarivo, visibile da tutta la città, è stato la sede dei re e delle regine merina per quasi 300 anni e ha perso di autorità soltanto quando i francesi hanno abolito la monarchia, nel 1896. 

Il contemporaneo Musée de la Photo Madagascar, di fronte all’ex residenza del sindaco di Antananarivo, all’estremità superiore della Haute-Ville, è il museo più bello della città. Tra le pareti imbiancate si svolgono mostre temporanee incentrate su periodi storici o temi malgasci, mentre in diverse salette vengono proiettati filmati (in inglese) che offrono un affascinante spaccato del passato del paese.

L’hira gasy (‘canzone malgascia’) è un popolare tipo di spettacolo con musica, danza e narrazione di storie, originario degli altopiani centrali. Artisti in costumi sgargianti si esibiscono in uno spettacolo a tema sociale con un sottofondo di violini, trombe e tamburi. Una parte importante dell’hira gasy è il kabary, un monologo con allegorie, doppi sensi, metafore e altro ancora. Malgrado gli spettacoli siano solo in malgascio, è un evento culturale a cui vale la pena di assistere. Gli spettacoli si svolgono ogni domenica al Kianjan’ny Kanto, accanto allo Stadio Comunale a Mahamasina.

Al mercato di Analakely ©Angela N Perryman /Shutterstock
Al mercato di Analakely ©Angela N Perryman /Shutterstock
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La Basse-Ville, il brulicante cuore della capitale coloniale 

Solo un secolo fa quello che ora costituisce il centro di Tana – la Basse-Ville, o Città Bassa – era poco più di un insieme di risaie e paludi. All’inizio del Novecento i francesi prosciugarono venti ettari per creare l’attuale Analakely e, a ovest, il quartiere di Tsaralalana con una caratteristica pianta geometrica. Furono costruiti un viale monumentale, l’Ave Fallières (attuale Ave de l’Indépendance) e una grandiosa stazione ferroviaria e la popolazione della città esplose. 

Il brulicante e profumato Mercato di Analakely è un affascinante spaccato di vita locale. Il più antico e più grande mercato all’aperto del paese, fu fondato da re Andrianampoinimerina, che trasferì qui il mercato del venerdì (zoma) da Andohalo dove era appannaggio della famiglia reale e del ceto nobiliare. Quella che era in passato una ‘piccola foresta’ (ala kely) ospita oggi un’infinità di padiglioni dal tetto di tegole circondati da bancarelle, ognuna riparata da un ombrellone dai colori vivaci. 

Nel 1912 l’amministrazione coloniale francese costruì Ave de l’Independance, un ampio viale in stile parigino che sembra una presenza bizzarra tra le strette e ingarbugliate vie di Tana. Le gallerie commerciali ai lati furono aggiunte nel 1935 e portato ancora i nomi sbiaditi dei loro primi occupanti. Sotto uno degli archi del lato ovest c’è l’Institut Français Madagascar, principale centro culturale di Antananarivo. 

Una delle Dodici Colline Sacre di Imerina, Ilafy fu fondata verso la fine del XVII secolo su una cima 12 km a nord- est di Tana. Veniva usata come casa di caccia da Radama II, il cui corpo inizialmente venne sepolto qui in una tomba modesta prima di essere trasferito al Rova di Antananarivo. Ricostruita nel 1957, dopo che l’originale era caduta in rovina, ora la casa di caccia ospita un interessante museo etnografico (chiuso il lunedì).


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