10 motivi per tornare a Londra
Non importa quante volte siate stati a Londra, o per quanto tempo, perché c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire nella metropoli britannica. Nascoste nei quartieri meno frequentati o in bella mostra al centro di Trafalgar Square, le novità prolificano e la città si evolve costantemente: del resto è proprio a questo che deve gran parte del suo fascino. Ecco, dunque, 10 motivi per tornare a Londra.


Ampliamento della Tate Modern
Finalmente la vasta collezione della Tate Modern ha a disposizione una nuova ala, la Switch House. La vista che si gode dal 10° piano è impareggiabile (e gratuita).
La nuova ala della Tate Modern deve il suo nome alla stazione elettrica che occupa tuttora la parte sudorientale del complesso. Per integrarsi nella struttura preesistente, per la Switch House sono stati usati gli stessi materiali, ma i mattoni sono forati e alternati a fessure orizzontali per far entrare la luce (e farla uscire: l’edificio è spettacolare di notte).
L’interno è piuttosto spoglio, con cemento grezzo non lucidato (come erano in origine i serbatoi), e ricorda vagamente gli edifici brutalisti, ma lo spazio espositivo è favoloso e mette in risalto la meravigliosa collezione.

Il quarto plinto diventa geopolitico
Tre dei quattro plinti agli angoli di Trafalgar Square sono occupati da statue di importanti personalità: re Giorgio IV a cavallo, il generale Charles Napier e il general maggiore Henry Havelock. Il quarto plinto (Fourth Plinth), in origine destinato alla statua di Guglielmo IV, negli ultimi 150 anni è rimasto quasi sempre vuoto.
Nel 1999, però, la Royal Society of Arts avviò un progetto che oggi reca il nome di Fourth Plinth Commission, decidendo di usare il quarto plinto per opere di artisti contemporanei.
Le opere, esposte per 18 mesi nel ‘parco di sculture più piccolo del mondo’, sono sempre ironiche e provocatorie, in modo tale da creare un contrasto con la solennità che circonda Trafalgar Sq. Tra le opere collocate in passato ricordiamo 'Ecce Homo' di Mark Wallinger, una statua di Cristo a grandezza naturale, che però appariva minuscola sul gigantesco basamento; 'Monument' di Rachel Whiteread, una copia in resina del plinto stesso in posizione rovesciata; 'One & Other' di Antony Gormley, che non esponeva alcun oggetto bensì lasciava lo spazio vuoto a disposizione della gente (chiunque poteva trascorrere un’ora sul plinto, parlando alla gente di un argomento a piacere, esibendosi oppure standosene semplicemente seduta in silenzio).
Più di recente, l’opera 'Powerless Structures', raffigurante un ragazzo su un cavallo a dondolo, di Michael Elmgreen e Ingar Dragset, ha creato un divertente contrasto con la maestosità pomposa delle vicine statue equestri. Un altro cavallo – 'Gift Horse' di Hans Haacke, uno scheletro di cavallo senza cavaliere – ha occupato il plinto nel 2015-6. L’opera del 2017-8 è stata 'Really Good' di David Shrigley, una gigantesca mano con un pollice alzato piuttosto allungato, mentre quella del 2018-20 è 'The Invisible Enemy Should Not Exist', una ricostruzione realizzata con lattine di uno dei tori alati di Ninive (nell’odierno Iraq), distrutto dal cosiddetto Stato Islamico nel 2015.
Tutti a bordo della Crossrail
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Allestito nell’ex Commonwealth Institute (inaugurato nel 1962 e ristrutturato appositamente), il lussuoso interno in abete di Douglas levigato e marmo è di per sé un trionfo del design.

Novità al Natural History Museum
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I lavori di riqualificazione di King’s Cross proseguono a ritmo serrato con l’apertura del favoloso Gasholder Park, di un mercato di prodotti alimentari artigianali e di una serie di nuovi ristoranti e bar.
Scivolo gigante
Grande successo ha riscosso il lunghissimo scivolo di Carsten Höller, inaugurato nel 2016. Si avvolge per ben 12 volte attorno alla famosa ArcelorMittal Orbit, l’alta torre situata nel Queen Elizabeth Olympic Park, opera di Anish Kapoor.