Flores e Corvo, le isole più remote delle Azzorre
Le scogliere a picco sull’oceano, la vegetazione lussureggiante, le colate di lava che si allungano nell’Atlantico, i crateri dei vulcani diventati placidi laghi: se non fosse per la perfetta lingua di asfalto che le attraversa e per i pochi centri abitati, queste incantevoli terre emerse potrebbero sembrare cristallizzate in un tempo precedente alla storia umana. O magari il set di un film alla Jurassic Park. Parliamo di Flores e Corvo, le isole più occidentali dell’arcipelago portoghese delle Azzorre e il punto più a ovest d’Europa, sebbene geologicamente appartengano già alla placca nordamericana.

Dove c’erano i vulcani in eruzione oggi fioriscono le ortensie
Entrambe parte della Riserva della biosfera dell’Unesco, Flores e Corvo – come anche il resto dell’arcipelago - hanno origine vulcanica: si ritiene che la prima sia emersa dall’oceano Atlantico durante il Pliocene (tra i 5 e i 2,5 milioni di anni fa), mentre la seconda avrebbe “solo” qualche centinaia di migliaia di anni. Oggi quei vulcani sono spenti e da molto tempo la violenza delle esplosioni di lava ha lasciato spazio a paesaggi più dolci.

Ce ne si rende immediatamente conto arrivando a Flores, che dal primo istante mantiene la promessa del suo nome: i verdissimi pendii dell’isola, grande poco più di 140 km quadrati e con meno di quattromila abitanti, sono disseminati da vaste macchie di ortensie che in estate fioriscono con tutte le sfumature del blu e del rosa.
Il mezzo più pratico per arrivare a Flores è l’aereo: l’isola ha un modesto aeroporto nel principale centro abitato, Santa Cruz das Flores, che è collegato con quelli di Faial, São Miguel e Terceira (queste ultime sono le uniche due isole delle Azzorre raggiungibili in aereo dal continente). Una volta atterrati, dal grazioso paese popolato fin dal XV secolo ci si muove per esplorare le bellezze dell’isola: gli autobus pubblici sono pochissimi; dunque, la scelta migliore sono taxi e auto a noleggio - da prenotare con largo anticipo, specialmente in alta stagione.

Esplorare Flores a piedi
Mezzi motorizzati a parte, vale la pena lasciarsi stregare dal fascino di Flores anche attraversandone a piedi (e con un indispensabile impermeabile nello zaino, date le piogge frequenti!) i paesaggi dall’aria preistorica e i villaggi tradizionali. Tra i più interessanti c’è Aldeia da Cuada, che sorge poco distante dalle paradisiache cascate del Poço da Ribeira do Ferreiro: costruito nel XVII secolo, dopo il progressivo spopolamento e il definitivo abbandono è stato recuperato nel 2019 e trasformato in un albergo diffuso che conserva ancora le case basse, le vie acciottolate e i muretti in pietra delle origini.

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I vari trekking tracciati nell’entroterra e lungo le coste toccano tutti i luoghi naturalistici più incantevoli: esplorando la zona sudoccidentale si può arrivare ai piedi di Rocha dos Bordões, imponente monumento naturale formato da colonne verticali di basalto; mentre partendo dai laghi Funda e Comprida, ex crateri, si attraversano distese di muschio palustre, ginepri delle Azzorre e Frangula azorica per scendere fino a Fajã Grande, piccolo insediamento costiero che sorge su un’antica colata lavica. La sua “piscina naturale” è il trampolino perfetto per un tuffo nell’oceano con vista sulla cascata di Poço do Bacalhau.

Da Flores a Corvo: la traversata dell’oceano in compagnia dei delfini
Sebbene la bellezza selvaggia di Flores inviti continuamente alla contemplazione e all’esplorazione, la sagoma della vicinissima Corvo che si staglia all’orizzonte è un richiamo difficile da ignorare per i viaggiatori più curiosi – oltre che la meta perfetta per una gita in giornata. La più piccola delle isole Azzorre, meno estesa di Lampedusa, vista dalle coste settentrionali di Flores pare una perfetta montagna senza punta appoggiata sul pelo dell’acqua.
Ci sono diversi modi per arrivare a Corvo: alcuni aerei collegano le due isole (il volo dura solo dieci minuti!), ma è il viaggio via mare a riservare le meraviglie maggiori. Nel breve tratto di oceano tra le due isolette, in cui un tempo navigavano le caravelle dirette verso le Americhe, è possibile avvistare delfini e, con un po’ di fortuna, anche cetacei più grandi. Il tragitto in barca da Santa Cruz das Flores dura una quarantina di minuti, anche di più se si scelgono le compagnie locali che offrono il tour di faraglioni e grotte costiere con whale watching annesso. Comunque sia, l’arrivo a Corvo avviene nell’unico centro abitato dell’isola, Vila do Corvo, che si erge nel solo punto in cui la costa, invece di cadere a picco sull’oceano, vi scivola più dolcemente creando una pianura. Il resto è un pendio che sale fino al Caldeirão, ex cratere vulcanico collassato su sé stesso e oggi ampia conca erbosa con placidi laghi, immancabili ortensie e mucche al pascolo.

Piccola, ma tenace: le sfide di Corvo e gli attacchi dei pirati
Non era scontato che l’impervia Corvo venisse popolata – sebbene i residenti, oggi circa 500, non abbiano mai superato le mille unità. Lo spiega bene la Casa do Tempo, delizioso Ecomuseo gratuito interamente dedicato alla storia dell’isola e dei suoi abitanti. Corvo è stata scoperta da Diogo de Teive e Pedro Velasco nel 1452 insieme a Flores, ma ci sono voluti cento anni e un paio di tentativi a vuoto prima di fondare un vero e proprio insediamento grazie al prelievo forzato di alcuni schiavi da Capo Verde e di qualche discendente dei primi abitanti di Flores. Nasce così una comunità ugualitaria e basata sull’aiuto reciproco, i cui membri coltivano e allevano dove possono e costruiscono l’unico villaggio recuperando la pietra dalle scogliere.

Passeggiando tra le case bianche di Vila do Corvo si nota che le vie sono curiosamente tortuose e non è raro che un muro superfluo sbarri la strada di ingresso di un’abitazione. È un escamotage adottato dai primi coloni per guadagnare tempo per la fuga in caso di attacco di pirati, eventualità per nulla remota in passato sia a Flores sia a Corvo. Proprio in quest’ultima isola, anzi, si tramanda il racconto di un miracolo avvenuto nel 1632 e raffigurato anche nelle vetrate della chiesetta locale, Igreja de Nossa Senhora dos Milagres: le navi nemiche erano pronte a invadere l’isola ma gli abitanti, complice l’intervento divino, le hanno dissuase dall’intento prendendole a sassate dalla costa per più di dieci ore. Simili intenti belligeranti, però, sono ormai relegati nel passato: chi ancora abita la piccola Corvo è lieto e orgoglioso di aprire ai visitatori le porte della storia dell’amata isola.