Diario on the road: le Marche

Inseguiamo i binari della ferrovia, l’Adriatico oggi romba alla nostra sinistra.Il bello dell’Italia è che basta attraversare un promontorio, come quello di Monte San Bartolo per affacciarsi su nuovi mondi. Come il Conero, con le sue acque turchesi e il verde di terra che gli si tuffa dentro selvaggio.


Le Marche on the road © Lonely Planet Italia
Le Marche on the road © Lonely Planet Italia
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Torre di Palme, una storia d'amore

Arriviamo in provincia di Fermo, ci arrampichiamo verso l’interno: il borgo di Torre di Palme ci aspetta con i suoi vicoli ordinati. La storia affonda le radici in un antico borgo piceno (spingetevi al museo locale per ammirare alcuni insoliti monili ritrovati nelle tombe), si sviluppa tra le cappelle medievali e si snoda nel bosco del Cugnolo, come le passeggiate naturalistiche vista mare

Torre di Palme © Lonely Planet Italia
Torre di Palme © Lonely Planet Italia

Nelle Marche, la poesia irrora il paesaggio; qui Il bosco ci racconta la storia di Antonio e Laurina, due innamorati che si rifugiarono in una grotta: lui per scappare alle guerre coloniali, lei per scappare al dolore di vederlo perire al fronte. Un amore breve, neppure consumato, ma vissuto insieme fino alla fine, ovvero fino al salto nel burrone di San Filippo, legati assieme con la sciarpa di lei e la cintura di lui. O come le tante piccole storie delle donne del paese che, allo stesso fiume in cui vennero trovati gli amanti, andavano a lavare i panni e raccogliere le erbe del bosco per rimpinguare un poco le magre tavole.



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Il team Lonely Planet nel bosco ascoltando la storia di Antonio e Laurina © Lonely Planet Italia
Il team Lonely Planet nel bosco ascoltando la storia di Antonio e Laurina © Lonely Planet Italia

Ascoli Piceno, i tesori di un'arte nascosta

Dettagli, piccole delicatezze che sembrano in contrasto con il rombare della natura ma che, invece, caratterizzano questa regione e la sua eleganza bucolica. Un esempio su tutti, Ascoli Piceno, incastonato nell’Appennino con solide mura in travertino: non stupirebbe incontrar viandanti in abiti medievali lungo la strada. Le eleganti piazze si rivelano lentamente, sorseggiamo un’anisetta nella spettacolare piazza del Popolo. Ebbri, un attimo dopo siamo tra i capolavori artistici come la Pinacoteca Civica, dove il Professor Stefano Papetti fa vibrare i tesori della collezione: un antico piviale intessuto da quattro uomini per 20 anni con 5 chili d’oro; l’opera magistrale che un Tiziano ipovedente e invecchiato dipinse a mani nude; una romantica Annunciazione di Guido Reni e persino la Passeggiata Amorosa, di Pellizza da Volpedo.

Suonare in strada: i tubi musicali della cattedrale di Ascoli Piceno © Lonely Planet Italia
Suonare in strada: i tubi musicali della cattedrale di Ascoli Piceno © Lonely Planet Italia
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La strada ci chiama: tappa al Desco dove ci concediamo delle ottime olive all’ascolana (e non solo) e ripartiamo felici, sia per la sosta gourmet sia perché ad attenderci c’è la paratassi dei Monti Sibillini.


Monti Sibillini, un regalo di Madre Natura

La strada si stringe, si inerpica tra tornanti che incrociano campi di girasoli e villaggi remoti, in quell’ambivalenza tra bellezza ideale e natura temibile, che può essere madre e terremoto. Arriviamo a Pintura, su un altopiano circondato di vette brulle, dove le fonti d’acqua scarseggiano e i funghi disegnano cerchi alieni sui pendii. Facciamo base a La Capanna, dove ci viziano con tisane, chiacchiere intorno al caminetto e una cucina che sa di casa.

Verso il monte Fargno © Lonely Planet Italia
Verso il monte Fargno © Lonely Planet Italia
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Obiettivo del mattino seguente è il monte Fargno, una bellissima passeggiata di 6 km, percorribile anche in bicicletta. Preparatevi alla pace del rifugio Fargno, una costruzione che resiste dal 1968 in questa valle percossa da venti così forti che smantellarono il primo tentativo di costruzione. Oggi il rifugio è solido e ottagonale e i venti ci possono ballare intorno. Eppure per i gestori la vita resta dura e chi arriva qui per rifarsi gli occhi di vette, caprioli e cielo sarà bene che si ricordi che la natura è un regalo e che per preservare l’equilibrio del Parco è necessario vivere questi luoghi con gentilezza e rispetto.


Il lago di Fiastra, un occhio blu tra le montagne © Lonely Planet Italia
Il lago di Fiastra, un occhio blu tra le montagne © Lonely Planet Italia

Dalla natura al canto: tutti i percorsi tematici per una visita delle Marche

Scendiamo verso il Lago di Fiastra, un occhio blu di cui rincorriamo i migliori scorci in e-bike (e qualcuno di noi a piedi). La nostra guida Loredana ci mostra i suoi luoghi del cuore e ci ricorda che le persone qui non vi accolgono per gentilezza, ma per l’orgoglio di mostrare quanto ai più resta ancora sconosciuto. Abbiamo tempi stretti, ma chi viene nelle Marche per avere un contatto diretto con la natura, soprattutto per quanto riguarda le due ruote, può trovare infinite proposte sul sito dedicato Marche Outdoor.


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Carta, Futuro, Gioco, Lifestyle, Luce, Sapore e Suono sono, invece, altre tematiche da seguire per attraversare le Marche scegliendo tra oltre 30 percorsi tematici. L’idea è quella di far scoprire ai visitatori alcune delle produzioni industriali e artigianali più rappresentative, dai paesaggi collinari e montani alle spiagge dorate, dai capolavori di grandi Maestri dell'Arte, della Poesia, della Musica e del canto alle produzioni dell’artigianato, con UniCredit Visit Industry Marche.


Le Grotte di Frasassi © Lonely Planet Italia
Le Grotte di Frasassi © Lonely Planet Italia
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Grotte di Frasassi, un mondo parallelo

Se c’è una prova della grandezza della natura, sono le Grotte di Frasassi. Prepararsi al loro spettacolo magistrale è impossibile: decine di chilometri di cunicoli (di cui 2 chilometri percorribili seguendo l’itinerario turistico) che si infilano in sale alte anche 200 metri, il tutto ricamato da acqua, sali e pietra che creano giochi di stalattiti e stalagmiti che vi faranno perdere la percezione delle dimensioni. Questo mondo parallelo, nascosto tra le gole del parco naturale, è stato scoperto per caso soltanto nel 1971, del resto a guardare il profilo dei monti che lo contengono sembra impossibile immaginarli cavi, scavati dai fiumi e dal tempo. Imparate a stupirvi, perché a pochi metri dall’ingresso alle grotte vi aspetta quel che fu luogo di culto votato alla fertilità sin dalla preistoria e che ora ospita ben due chiese dedicate a Maria. Una è romanticamente medievale, il santuario di Santa Maria intra saxa, e l’altra è spettacolarmente instagrammabile: il tempio del Valadier.


Tempio del Valadier, icona senza tempo © Lonely Planet Italia
Tempio del Valadier, icona senza tempo © Lonely Planet Italia

Urbino: signore e signori il maestro Raffaello Sanzio

Non si può partire senza salutare Urbino e celebrare i 500 anni dalla morte di Raffaello. Questa cittadina fatta per metà di abitanti e per metà di studenti internazionali non ha bisogno di presentazioni, con le sue vie che si arrampicano su due colli, il Palazzo Ducale che trasuda illuminismo e il desiderio dell’uomo di elevarsi con la conoscenza e la fortezza Albornoz che, dall’alto, veglia sul profilo della città. Ma Urbino è casa di Raffaello, un artista venerato persino da Picasso, che si dice abbia investito il figlio con i poteri indiscussi del grande Maestro dopo aver toccato la pietra con cui, in bottega, si producevano i colori.


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Inconfondibile Urbino © Lonely Planet Italia
Inconfondibile Urbino © Lonely Planet Italia

Del resto il culto di Raffaello prende numerose forme e si nutre di altrettanti misteri. Primi fra tutti il riconoscimento del suo scheletro e del suo volto. Ma se tutte le immagini che associamo al Sanzio fossero “photoshoppate” dalla sua vanità? Tra poche settimane sarà possibile svelare il mistero, quando verrà portato a termine uno studio che ne ricostruirà il volto a partire dal calco di un teschio trovato nelle fondamenta della casa natale.


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