Cinque esperienze per veri Food Lovers
Si viaggia per scoprire un luogo - il suo popolo, la sua terra e la sua cultura - attraverso la sua cucina. Si ritorna con un bagaglio di ricor di non solo appetitosi ma stimolanti. Con queste parole di Mark Bittman vi invitiamo alla scoperta di Food Lovers, il nostro nuovo libro fotografico che indagala cucina di 14 paesi e di 9 aree geografiche. Ecco cinque esperienze in giro per il mondo tratte dal volume: perché l'appetito vien viaggiando.
Cina, otto paesi diversi
Tofu, spezie anestetizzanti e aceto da far lacrimare gli occhi: immergetevi in un universo di sapori che sfida i buongustai più incalliti e induce i più schizzinosi ad abbandonare ogni prudenza. Troppo vasta per avere un'unica realtà gastronomica, nel corso dei secoli la Cina ha sviluppato una varietà di cucine regionali riconducibili a otto diverse tradizioni: huicai (Anhui), yuecai (Guangdong), mincai (Fujian), lucai (Shandong), xiangcai (Hunan), sucai (Jiangsu), chuancai (Sichuan) e zhecai (Zhejiang). Ogni tradizione ha un suo lessico per le spezie, gli aromi e le salse, legato alla propria peculiarità geografica, per cui avventurarsi in questo panorama gastronomico equivale a compiere un viaggio in otto paesi diversi.
L'esperienza: gli xiaolongbao sono ravioli ripieni di carne di maiale, tipici di Shanghai, cotti al vapore all'interno di cestelli di bambù. Vera bomba calorica, lo xiaolongbao consiste in una polpettina di carne immersa in un brodo corroborante (che inonda la bocca di sapore fin dal primo morso), il tutto racchiuso in un involucro di pasta che ricorda una cupola increspata.
Francia, la casa dei buongustai
La casa è dove si trova il cuore, e nel cuore di tutti i buongustai c'è la Francia. Il concetto stesso di 'haute cuisine', prodotti rinomati e chef altrettanto famosi: forse la Francia non ha inventato la cucina, ma di sicuro l'ha resa una forma d'arte. Lasciatevi trasportare da un valzer sensuale di mercati pieni di aromi e di prodotti locali, uliveti riarsi dal sole coltivati dalle stesse famiglie da generazioni, antichi vigneti e terre di tartufi che rispecchiano fedelmente la bellezza delle stagioni. Il paese culla della 'haute cuisine' - nessun'altra lingua potrebbe restituirne tutte le sfumature altrettanto bene - è una fonte d'ispirazione per lo studio e la sperimentazione in campo gastronomico, oltre che per l'appetito.
L'esperienza: questo ricco borgo nato all'interno di un forte templare del XII secolo ospita il più importante mercato all'ingrosso di tartufi della Provenza, il Marché de Truffes Richerenches, 65 km a nord di Avignone. In inverno, il sabato mattina, si possono sentire i rabassaïres (tartufai) bisbigliare furtivamente con compratori di Parigi e dall'estero.
Messico, il pilastro dell'America Latina
Diamo il benvenuto al pilastro della cucina latinoamericana: non c'è luogo da Cuba alla Terra del Fuoco che offra un panorama di gusti, colori e complessità paragonabile a quello del Messico. La sorprendente varietà della cucina messicana si deve alla sessantina di gruppi indigeni sparsi per il paese, ciascuno con il proprio patrimonio di ricette. La vita isolata di molte comunità, favorita dalla presenza di vasti deserti, catene montuose e giungle, ha cristallizzato le differenze in un avvincente mosaico di sapori e tradizioni. I piatti tipici del nord prevedono la carne di manzo e il capretto; nel Messico centrale spicca il nopal (varietà di cactus); al sud la prevalenza di pollame e verdure rimanda alla tradizione culinaria più antica.
L'esperienza: chapulines (cavallette) fritte e cosparse di peperoncino in polvere. Tlayudas (grandi tortillas) sfrigolanti condite con una salsa che mescola alcuni dei 60 tipi di peperoncino autoctoni, dal piccolo e raro chilhuacle negro all'onza rosso scarlatto. Piramidi di papaya e gusanos ('vermi', in realtà larve di falene che si nutrono di agave) infilzati l'uno sull'altro prima di finire nelle bottiglie di mezcal. Sono solo alcune delle esperienze che ti aspettano nei mercati di Oaxaca: D.H. Lawrence e altri scrittori hanno cercato di renderne l'atmosfera, ma le parole possono soltanto alludere al vortice di sensazioni che vi travolgerà.
Thailandia, noodles entusiasmanti
Che sia una meta per veri buongustai, nessuno può dubitarne. I Buddha d'oro, le riserve di elefanti, le spiagge di sabbia bianca e le gite in longboat saranno brevi e piacevoli preludi allo scopo principale del viaggio: mangiare! Ma non sarete soli. I thailandesi se la godono quanto i turisti davanti a una ciotola di buoni noodles, o quando siedono presso un rinomato chiosco di strada. Questo sfrontato entusiasmo per il cibo ha dato vita a un panorama gastronomico tra i più vivaci del mondo, una realtà dove, nel corso dei secoli, le usanze locali si sono intrecciate con ingredienti importati fino a produrre una cucina autoctona molto caratteristica. Crocevia di grandi e antiche tradizioni culturali, la Thailandia ha infatti adottato tecniche di cottura e ingredienti dall'India, dalla Cina, dal Sud-est asiatico e dall'Oceania.
L'esperienza: se sul tavolo del ristorante notate una mensola d'acciaio con quattro ciotole coperte o quattro vasetti, è quasi certo che il locale serve il kuaytiaw. Di solito, infatti, questi recipienti contengono quattro condimenti per la zuppa di noodles: fette di peperoncino fresco in aceto, salsa di pesce, peperoncino rosso secco e semplice zucchero bianco. Il commensale condirà la sua zuppa con un cucchiaino dei primi tre e un intero cucchiaio di zucchero - gli abitanti di Bangkok in genere amano i sapori dolci.
Stati Uniti, elogio del barbeque
Dal melting pot di New York alle piantagioni di ananas nelle Hawaii, la cucina degli Stati Uniti è il trionfo della varietà. Le specialità di Northeast, Southwest e Deep South sono la punta dell'iceberg. Prendete una manciata di prodotti di terra e di mare: salmone, vongole, mais, patate, fagioli, zucche, frutti di bosco e riso tanto amati dai nativi. Aggiungete le tradizioni culinarie dei primi coloni (inglesi, francesi, spagnoli e olandesi) e otterrete un modello gastronomico originale e innovativo: quello su cui si basa, ancora oggi, la cucina statunitense.
L'esperienza: a Lockhart, una città da molti considerata tra le più importanti nella diffusione del barbecue in stile texano, si trova Smitty's, un localino fumoso e alla buona dove la carne viene trattata con la cura che merita. Ordinate la punta di petto aff umicata su legno di quercia, le costolette di maiale o le salsicce, tutte servite su carta oleata (dimenticatevi piatti e posate). Qui si mangia senza fretta, seduti a tavoli comuni, con l'unico accompagnamento di pane e sottaceti.